MEDICINA DI GUERRA
Alcuni casi di strane allucinazioni visive in soggetti. Perfettamente normali e in stato di veglia e di movimento in compagnia, riferiva l’anno scorso M. Jéquier di Losanna, che li aveva osservati tra individui in servizio militare. Si tratta di oggetti diversi visti distintamente dall’Individuo in pieno stato normale e di veglia, e mentre marciava insieme ai compagni, oggetti che dopo pochi momenti scomparivano e alle ricerche compiute si dimostravano di non esser mai esistiti. fuori della allucinazione visiva del soggetto. Così un ufficiale che doveva fare una ricognizione del punto dove piazzare le sue batterie, vede tra la nebbia sorgere nella zona indicatagli come punto di repere trigonometrico, alte croci di legno che descrive esattamente ai colleghi: il fenomeno si ripete per tre o quattro volte, e dopo dissipata la nebbia si riconosce che le croci non sono mai esistite.
Un soldato che marcia a cavallo di notte con un tempo estremamente freddo, vede distintamente nell’orlo della strada poco avanti a lui un cavallo che cade; si avvicina al punto della visione ma non trova assolutamente niente; il fatto si ripete per due volte.
Questi e d altri fenomeni analoghi osservati, quantunque rari tra militari in servizio di Guerra, hanno il carattere di vere allucinazioni, ben diverse dalle illusioni facilmente verificatesi durante la notte; nel nostro caso invece si tratta di vere visioni di immagini senza oggetto, di percezioni senza alcuna base all’esterno dell’individuo che percepisce. Nè si tratta del fenomeno descritto sotto il nome di «allucinosi» o allucinazione criticata dal soggetto; infatti nei casi in parola gli individui erano vittime delle loro visioni e non pensavano di farne la critica se non dopo constatata l’inesistenza degli oggetti visti.
Queste allucinazioni come s’è accennato, sono fenomeni piuttosto rari, infatti non se ne trova menzione nella letteratura, naturalmente non confondendole con le facili illusioni visive che specie di notte sono comuni a qualunque individuo.
Va prima di tutto messo bene in risalto che gli individui i quali furono vittime di queste allucinazioni visive, erano soggetti perfettamente normali e bene equilibrate, che da lungo tempo compievano il loro servizio militare senza alcuna irregolarità o sofferenza, e in tutte le loro manifestazioni si dimostravano in piena salute fisica e mentale.
Il Jéquer li ha potuti tenere sotto osservazione per settimane e mesi, seguendo la loro attività sia con la truppa che nelle ore di libertà. È da escludere dunque trattarsi di allucinazioni dovute a predisposizione psicopatologica.
I caratteri particolari di queste allucinazioni sono così descritte dall’A. Si tratta sempre di allucinazioni visive senza alcuna partecipazione di altri organi dei sensi; le visioni sono prive di colori, sono nette e precise ma dalla durata di un istante; talvolta si ripetono anche 3-4 volte, ma appena riconosciute, appena è richiamata l’attenzione del soggetto, scompaiono, lasciando però in esso un ricordo vivissimo e durevole. Nessuna modificazione dello stato mentale si verifica nel soggetto durante l’allucinazione, a differenza di ciò che si è descritto per le allucinazioni patologiche (stato di euforia o di angoscia.
D’altra parte le condizioni atmosferiche o il momento delle circostanze in cui avvengono le allucinazioni danno a queste alcuni caratteri particolari; si verificano quasi sempre di notte con tempo cattivo; l’elemento stanchezza vi ha una parte evidente, ma da distinguere dalla sonnolenza o stato di dormiveglia che è da escludere nei casi studiati dall’A.
Questo stato di stanchezza e di bisogno di dormire faciliterebbe l’insorgenza delle allucinazioni, a simiglianza di quanto accade in molti individui normali i quali prima di addormentarsi vedono passare avanti ai loro occhi chiusi nell’oscurità delle immagini che dopo qualche istante vengono cancellate dal sonno. Si tratta dunque di allucinazioni ipnagogiche descritte già nel secolo passato dal Baillarger[1], e spiegate con una «dissoluzione fisiologica del sistema nervoso» analoga al sonno, la quale permette il loro apparire; all’avvicinarsi del sonno quando il soggetto sta per addormentarsi l’attività di centri superiori della coscienza è la prima al affievolirsi; le funzioni inferiori sono liberate e permettono, come nel sogno, la apparizione di immagini spontanee.
A.
Articolo tratto da:
ANNALI RAVASINI – Rassegna di Medicina, Scienze Affini, Cronache e Notizie Varie
Anno XXV – N. 3 Roma 10 Febbraio 1942 – XX E.F.
Nando Bennati Direttore
Gonario Deffenu, Redattore Capo[2]
inviato a:
Sig. Gulì Dott. Comm. Giuseppe
Medico – Chirurgo
Via G. Corradi, 4 ROMA (5)
Note
[1] Jules Gabriel François Baillarger.
Psichiatra, nato a Montbazon nel 1806. Medico alla Salpêtrière nel 1840; poi condirettore del manicomio di Ivry. Fondatore, con Longuet e Cerise, del giornale Annales medico–psychologiques della Sociéte médicopsychologique. Sue opere principali sono: Des hallucinations, des causes qui les produisent et des maladies qu’elles caractérisent (premiata dall’Accademia di medicina). Le sue numerose memorie scientifiche furono raccolte in due volumi: Recherches sur les maladies mentales (Parigi 1890). Ricordiamo fra esse: Pellagre ou paralysie pellagreuse; Folie à double forme; Recherches sur la structure de la couche corticale des circonvolutions du cerveau; Enquête sur le goître et le cretinisme. Morì a Parigi il 31 dicembre 1891.)(fonte)
[2] Gonario Deffenu (Nuoro 1902 – Milano 1976), medico. Deffenu è autore di numerosi contributi sulla storia della medicina e in particolar modo della pediatria, pubblicati in diverse riviste mediche. (fonte)