#EX-GENERATIONITALIA
Il percorso propone alcuni documenti di Ottavio Corgini che raccontano la sua esperienza nella questione della gestione delle Bonifiche Pontine. Una esperienza che evidenzia le notevoli capacità delle risorse geostoriche per l’anticipazione del pericolo ecologico. L’area di ricerca presa in considerazione è la Pianura pontina (a sud di Roma). Territorio complesso e che si caratterizzava da un sistema di depositi alluvionali e marini, intricate dinamiche idrogeologiche che nel corso dei secoli ha subito una significativa metamorfosi territoriale e paesaggistica al fine di affrontare questioni legate alla salute, alle infrastrutture, alla proprietà fondiaria e alla demografia.
,Nel 1919: Gino Clerici “si fermò in zona paludosa, osservò l’abbandono delle terre, dei paesi, comprese l’entità del lavoro da compiere e si interessò al problema. Ne parlò a Vicentini e gli espresse il suo piano: acquisire terreni, sfruttare le agevolazioni statali, migliorare i terreni e rivenderli dopo averli bonificati”.
Così prende vita, con il sostegno del Banco di Roma, la società Bonifiche Pontine che in breve tempo acquisisce quasi ventimila ettari di terra, diventando predominante all’interno del Consorzio di bonifica di Piscinara, avviando l’opera di bonifica tra “scandali” e polemiche dettagliatamente descritte nella relazione, qui pubblicata, del senatore Cassis, a cui Mussolini, nel 1923, affida l’incarico di guidare una commissione d’inchiesta sulla gestione della società. Ma il rapporto non narra soltanto di speculazioni: la reinterpretazione di questo documento di grande importanza suggerisce stretti legami con la successiva bonifica fascista e con l’intervento dell’Opera Nazionale Combattenti, a cui nel 1931 vengono assegnati proprio i terreni riuniti da Gino Clerici dieci anni prima.
Sotto il Fascismo l’Opera Nazionale Combattent con il regime fascista passò attraverso due riforme del suo statuto, nel 1923 e nel settembre 1926 che la integrarono, rafforzando il processo di trasformazione dell’Opera in ente economico. Vi fu infatti la ” l’attribuzione all’Opera nazionale combattenti (R.D.L.. 1606/1926) dei compiti di trasformazione fondiaria e d’incremento della piccola e media proprietà”[7]. Questa riforma, effettuata quando il partito fascista aveva consolidato il potere, diede nuovo impulso alle sue attività di propaganda, orientandole verso lo sviluppo dell’agricoltura a scapito di quello finanziario e sociale[8], attraverso la nomina di Angelo Manaresi alla direzione dell’ente, da parte dello stesso Mussolini nel marzo 1926. Il 15 settembre 1929, alle dimissioni del presidente uscente Angelo Manaresi, in qualità di commissario del Governo dell’Opera Nazionale Combattenti fu posto a capo Valentino Orsolini Cencelli.
La bonifica dell’Agro Pontino
Nel 1928, a partire dall’Agro Pontino (140.000 su 180.000 ettari totali) vanto del Regime Fascista, l’attività dell’ente fu rilevante durante le Bonifiche agrarie del periodo fascista, con lo Stato che cedette all’ente i terreni bonificati, e lo fece socio di maggioranza dei due consorzi di bonifica.
Il 15 settembre 1929 venne nominato, alle dimissioni del Presidente uscente Angelo Manaresi, come commissario del governo Valentino Orsolini Cencelli (1929-1935) l’Opera raggiunse pienamente i suoi scopi, divenendo uno dei migliori strumenti di attuazione della politica economica del fascismo, con la valorizzazione, tramite una pratica agricola corretta, delle terre incolte e la bonifica delle vaste regioni paludose che ancora caratterizzavano il panorama italiano. In tale contesto l’ONC divenne strumento di primo piano della politica di ruralizzazione avviata dal regime.
A Orsolini Cencelli, nel 1935, successe Araldo di Crollalanza (fino al marzo 1943) mentre l’attività dell’ente si allargò ad altre aree italiane, in particolare in Sardegna e Puglia, seguito da Cesare Pileri. Nella RSI fu commissario Luigi Russo.(fonte)
Prodromi: LEGGI E DECRETI
Il Numero 105 della Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno contiene il seguente decreto:
UMBERTO I per grazia di Dio e per volontà della Nazione RE D’ITALIA
Visto l’articolo 29 della legge 18 giugno 1899, n. 236,
che dà facoltà al Nostro Governo di pubblicare in un testo unico tutte le disposizioni di legge
che restano in vigore in materia di Bonificazione:
Veduto il parere del Consiglio di Stato Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per i Lavori Pubblici,
d’accordo con quelli del Tesoro e dell’Agricoltura, Industria e Commercio;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo unico.
È stato approvato il seguente testo unico della legge sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi… (fonte)