Presto!.
…. quanto più pronta sarà la somministrazione dell’Omnadina nelle
malattie infettive acute e febbrili, tanto più rapido e sicuro sarà il successo.
Si aumenta la fagocitosi, si eleva il titolo di agglutinazione, si ac-
celera la eliminazione dei germi patogeni, si aumentano le forze
difensive dell’organismo mediante l’uso tempestivo di Omnadina[1].
L’attivatore specifico, già da più di 15 anni
utilizzato con grande vantaggio nella pratica medica
OMNADINA
Confezioni originali:
Scatole di 1, 3 e 12 fiale da 2 cc.
Scatole di 12 confetti
BAYER[2]
“CO.FA” COMPAGNIA FARACEUTICA S.A. – MILANO
ELLI & PAGANI S.A. MILANO
busta
“CO.FA” S.A. – MILANO
Spedizione in abbonamento postale
A TARIFFA INTERA
Gulì Dr. Comm. Giuseppe[3]
Medico Chirurgo
Via Giacomo Corradi 5
ROMA
BAYER
Note
[1] Omnadina. sf. [sec. XX; dal latino omnis, tutto+greco adḗn-énos, ghiandola]. Preparato medicinale costituito da proteine di batteri non patogeni, quali la Sarcina, associate con grassi animali e con lipoidi. È stata impiegata per via parenterale come mezzo di immunoterapia aspecifica, nella profilassi e nel trattamento delle infezioni batteriche, spesso in combinazione con le penicilline.(fonte)
[2] BAYER. La Bayer è una delle principali multinazionali farmaceutiche a livello mondiale con sede a Leverkusen, in Germania. Tra i medicinali più rappresentativi dell’azienda figura l’aspirina, uno dei farmaci più diffusi. Inoltre, nel 1897, con lo stesso procedimento usato per ottenere l’aspirina, ha ottenuto nei suoi laboratori, partendo dalla morfina, l’eroina. La Bayer ha anche introdotto il fenobarbital, il prontosil e la ciprofloxacina, il primo antibiotico ampiamente utilizzato e oggetto del Premio Nobel del 1939 in medicina. Le sue principali aree di attività comprendono prodotti farmaceutici umani e veterinari, prodotti per la salute del consumatore, prodotti chimici agricoli e prodotti biotecnologici, polimeri di alto valore.
Dal 1925 al 1952 ha fatto parte della IG Farben, la più grande società chimica e farmaceutica tedesca e del mondo, tornando a essere una società indipendente dopo lo smantellamento di IG Farben voluto dagli Alleati alla fine della seconda guerra mondiale a causa della sua collaborazione con il regime nazista.
Quotata alla Borsa di Francoforte, alla Borsa di New York e alla Borsa di Tokyo (fino al 2006 anche alla Borsa di Milano), è una componente dell’indice del mercato azionario Euro Stoxx 50. Detiene anche la proprietà e la denominazione del club calcistico di Leverkusen, il Bayer 04 Leverkusen Fußball.
Nel 2006 acquisisce Shering, nel 2014 rileva l’attività di consumo di MSD, con marchi come Claritin, Coppertone e Dr. Scholl’s. Nel giugno 2018 rileva per 63 miliardi di dollari la Monsanto. Dopo la fusione il marchio Monsanto è stato cancellato.
Dagli inizi alla prima guerra mondiale
La Bayer AG venne fondata a Barmen (oggi parte di Wuppertal), in Germania nel settembre 1863, da Friedrich Bayer e dal suo socio Johann Friedrich Weskott.
Il primo importante prodotto della Bayer fu l’acido acetilsalicilico (ASA) originariamente scoperto dal chimico francese Charles Frédéric Gerhardt nel 1853, una modifica chimica dell’acido salicilico, rimedio popolare estratto dalla corteccia del salice. Nel 1899 il marchio “Aspirina” fu registrato in tutto il mondo per la commercializzazione dell’acido acetilsalicilico, ma in seguito alla confisca da parte degli USA, durante la prima guerra mondiale, di tutti i beni statunitensi della Bayer, il prodotto perse la copertura brevettuale e negli USA il nome si diffuse per indicare prodotti a base di ASA, anche di altri produttori. Ad oggi il marchio “Aspirina” è di uso libero negli Stati Uniti, in Francia e nel Regno Unito mentre rimane marchio registrato in oltre 80 paesi tra cui l’Italia, la Svizzera, il Canada, la Germania ed il Messico. Il primo e più noto prodotto di Bayer era l’aspirina; c’è una disputa su chi abbia apportato i contributi più importanti nell’invenzione del suo processo di sintesi, Arthur Eichengrün o Felix Hoffmann.
Nel 1904 fu introdotto il logo formato dalla due scritte “BAYER” incrociate in un cerchio. Poiché all’epoca i farmaci in molti paesi venivano venduti sfusi da medici e farmacisti, e non essendo quindi presenti confezioni dove poterlo aggiungere, il logo venne impresso direttamente sulle compresse. Nello stesso anno viene fondata la Turn- und Spielverein Bayer 04 Leverkusen, società sportiva aziendale destinata a dar vita anni dopo alla sezione calcistica, oggi Bayer 04 Leverkusen Fußball.
Come parte delle sanzioni dopo la prima guerra mondiale, tutte le attività della Bayer, compresi i diritti sul nome ed i marchi, furono confiscate negli Stati Uniti, in Canada, e parecchi altri Paesi. In particolare negli Stati Uniti e in Canada i beni della Bayer furono acquistati dalla Sterling Drug, precorritrice della Sterling Winthrop, la quale ha cessato l’attività nel 1994.
Dal primo dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale
Con l’avvento del nazismo la Bayer, come le altre maggiori aziende chimiche tedesche, divenne parte del conglomerato IG Farben. Durante la seconda guerra mondiale, la IG Farben sfruttò il lavoro in condizioni di schiavismo con fabbriche a ridosso dei vasti campi di concentramento tedeschi, di cui è particolarmente noto il campo di Mauthausen-Gusen. Alla IG Farben appartenevano le aziende che producevano lo Zyklon B, un prodotto chimico usato nelle camera a gas di Auschwitz e di altri campi di sterminio. Alla fine della seconda guerra mondiale gli alleati smantellarono l’IG Farben e la Bayer riapparve come azienda autonoma. Il manager della Bayer, Fritz ter Meer, condannato a sette anni di reclusione dal tribunale di Norimberga, fu eletto capo del consiglio di sorveglianza nel 1956, dopo aver scontato la sua pena.
Acquisizioni (1978 – 2006)
Nel 1978, la Bayer ha acquistato la Miles Laboratories e le sue sussidiarie Miles Canada e Cutter Laboratories (assieme alle loro linee di produzione, tra cui l’Alka-Seltzer) allo scopo di riacquisire i diritti sul marchio e sul logo “Bayer” per gli Stati Uniti ed il Canada e sul marchio “Aspirina” per il Canada. Nel 1994, la Bayer acquistò la parte di Sterling Winthrop che si occupava dei farmaci da banco, allo scopo di riacquisire i diritti rimanenti.
Nel 2002 la Bayer acquisì la Aventis CropScience e formò la Bayer CropScience. La società è oggi una delle più innovative del settore agrochimico, in aree come la protezione delle piantagioni e la biotecnologia di semi e piante. Oltre al tradizionale settore agrochimico è impegnata nel campo del cibo geneticamente modificato.
Nel 2005, la Bayer acquista la divisione di farmaci da banco di Roche diventando così una delle prime tre aziende a livello mondiale nel settore dei farmaci da banco.
Nel 2006 lancia un’offerta pubblica di acquisto su Schering AG, azienda farmaceutica tedesca con sede a Berlino, leader nel campo degli ormoni. L’acquisizione si conclude nel luglio 2006, dando vita al colosso Bayer Schering Pharma.
Riorganizzazione (2002)
Allo scopo di separare la gestione operativa e quella strategica, la Bayer venne riorganizzata in una holding nel dicembre 2003. I vari “core business” del gruppo vennero trasformati in tante società diverse, ognuna controllata dalla Bayer AG. Queste società sono: Bayer CropScience AG, Bayer HealthCare AG, Bayer Material Science AG e Bayer Chemicals AG, oltre a tre società di servizi, Bayer Technology Services GmbH, Bayer Business Services GmbH e Bayer Industry Services GmbH & Co. OHG.
A seguito del successo della riorganizzazione della Bayer, le sue attività chimiche (ad eccezione della H.C. Starck e della Wolff Walsrode) sono state combinate con alcune parti del segmento polimeri per formare il 1º luglio 2014 una nuova società, la Lanxess.
Le azioni della Bayer sono trattate alla Borsa di Francoforte, alla London Stock Exchange e alla Borsa di New York.
Dal gennaio 2006, le azioni ordinarie Bayer non sono quotate alla Borsa Italiana.
Dal 1º gennaio 2007 la sezione Diagnostics della Divisione Healthcare di Bayer è stata completamente ceduta a Siemens Ag entrando a far parte della divisione Medical Division. Il titolo Bayer Diagnostics è stato sostituito da Siemens Medical Diagnostics Division in Italia e nel Mondo. Resta a Bayer il settore Diabete e self care. Bayer CropScience in Italia include le aree di protezione delle colture (Crop Protection) e di scienze ambientali (Environmental Science). Bayer Environmental Science si occupa a livello internazionale di tutti i settori non agricoli. È a sua volta suddivisa in due Business Units, integrate nell’organizzazione Bayer CropScience: ES (Environmental Science) Consumer e ES Professional. ES Consumer riunisce i prodotti per il giardinaggio e per l’igiene ambientale domestica in un’unica offerta, rivolta ai punti vendita specializzati e ai loro clienti, con una gamma di prodotti per hobbistica, casa e giardino.
Nel 2015 la divisione MaterialScience è stata scissa dal gruppo e ceduta col nome di Covestro. Bayer è definitivamente uscita dall’azionariato nel 2018.
L’acquisizione di Monsanto
Nel maggio 2016 la Bayer cerca di acquistare la società americana di colture geneticamente modificate Monsanto per $ 62 miliardi. Monsanto respinge l’offerta, costringendo la Bayer ad alzarla in settembre a 66 miliardi di dollari. E la Monsanto accetta. Una volta ottenute le approvazioni da parte delle autorità Antitrust USA e Ue, nel giugno 2018 l’accordo viene definitivamente concluso. Bayer ha accettato, per ottenere l’ok dalla Ue, di cedere le proprie attività di erbicidi a BASF per 5,9 miliardi di euro (7 miliardi di dollari). Per rilevare Monsanto, la Bayer ricorre ad un aumento di capitale di 6 miliardi di euro e 20 miliardi di obbligazioni. Una volta conclusa la fusione, il marchio Monsanto sarà cancellato e la Bayer aumenterà i dipendenti a 115.000 e i ricavi a 45 miliardi, derivanti per metà dal business dell’agricoltura e per metà da quello della salute.(fonte)
[3]
Giuseppe Gulì (Palermo 21 aprile 1859 – Roma 5 dicembre 1941) Laureato in medicina, entrò nelle biblioteche pubbliche governative come alunno assistente nel maggio 1878, alla Biblioteca nazionale di Palermo. Nel novembre 1879 fu nominato assistente di 4ª classe e destinato alla Biblioteca universitaria di Padova, ma già nel giugno di quell’anno era stato comandato da Palermo alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Roma.
Dopo questo periodo di comando raggiunse la sede di Padova, a quanto sembra, e fu poi, nell’estate 1882, promosso assistente di 3ª classe e trasferito alla Biblioteca nazionale di Firenze.
Verso la fine del 1887 fu trasferito alla Biblioteca nazionale di Roma, dove prestò servizio per parecchi anni, e fin dal principio gli fu conferito l’incarico di attendere alla compilazione del «Bollettino delle opere moderne straniere acquistate dalle biblioteche pubbliche governative del Regno d’Italia», impresa alla quale si affezionò tanto da continuare ad averne cura anche quando ormai non era più in servizio nella Biblioteca. Tutti i volumi di quell’opera, eccetto i due primi del 1886 e 1887, fino a quello edito nel 1925, recano la sua paternità.
Con la riforma delle carriere fu nominato sottobibliotecario di 2ª classe dal gennaio 1886 e poi di 1ª classe dal dicembre 1897. Superato nel 1904 l’esame di abilitazione all’ufficio di bibliotecario, nel dicembre 1909 fu effettivamente promosso al grado di bibliotecario e ne percorse tutte le classi, fino alla prima, attribuitagli nell’agosto 1928.
Nel 1914 fu trasferito per breve tempo alla Biblioteca universitaria di Bologna, rientrando quindi alla Biblioteca nazionale di Roma.
Nel settembre 1925 fu incaricato di dirigere la Biblioteca nazionale di Palermo (1925-1927), con l’annessa Soprintendenza bibliografica per la Sicilia.
Nel marzo 1927 tornò nella capitale per assumere la direzione della Biblioteca universitaria Alessandrina, a cui era unito l’incarico di soprintendente bibliografico per l’Abruzzo e il Molise. Fu collocato a riposo, per limiti d’età, con il 1º luglio 1933.
Membro del Comitato promotore dell’Associazione italiana biblioteche, ne fu socio dalla fondazione (1930).
Autore Giorgio De Gregori(fonte)
Arturo Di Cesare. Giuseppe Gulì. «Accademie e biblioteche d’Italia», 16 (1941/42), n. 2, p. 142-144.
Giorgio De Gregori – Simonetta Buttò. Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo: dizionario bio-bibliografico 1900-1990. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1999, p. 107-108 (voce di Giorgio De Gregori).
Enzo Bottasso. Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo, a cura di Roberto Alciati. [Montevarchi]: Accademia valdarnese del Poggio, 2009, p. 251-252.
Simona Inserra. Giuseppe Gulì. In: Dizionario biografico dei soprintendenti bibliografici (1919-1972). Bologna: Bononia University Press, 2011, p. 362-363.
Il dott Giuseppe Gulì, è il padre di Beatrice Gulì. Risulta nell’ELENCO DEGLI APPROVATI alla FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA, nell’esame di Licenza durante le sessioni dell’anno 1881- Annuario della R. Università degli Studi di Padova per l’anno scolastico 1881-82(fonte)