DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO EFFETTIVO
Alla Spett.
Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
Sede Centrale – Piazza dell’Esedra, 10 – Roma (22)
Io sottoscritto, Legionario Garibaldino, Tolino Vito Antonio
figlio di fu Michele nato il 12 giugno 1842 a Colliano
(Provincia di Salerno) di professione NN
avendo fatte le Campagne di Guerra 1) 1860[1], (fucilato alla mano sinistra a Capua) 1866[2] e 1870[3]
col grado di NN
a tenore delle decisioni adottate per l’ammissione alla Federazione Nazionale Italiana fra Vete-
rani Garibaldini, e presa esatta cognizione dello Statuto che regge la Federazione, domando di
essere inscritto come Socio.
Mi obbligo di pagare anticipatamente la quota annua di lire cinque dieci.
A richiesta fornirò prova delle Campagne di guerra fatte.
Invierò una fotografia adatta per tessera, firmata in modo visibile sotto la figura.
Dichiaro pure di sottopormi alle disposizioni tutte dello Statuto ed a quelle che potran-
no essere emanate dagli organi Direttivi della Federazione.
Colliano addì 9 febbraio 1928 a VI
FIRMA DEL DICHIARANTE
Tolino Vito Antonio
Domiciliato a Colliano (Provincia di Salerno)
Via General Tellini, N. 29
N. ……….. di iscrizione
Ammesso socio con deliberazione del Consiglio Direttivo il giorno ………
IL COMITATO DEI CENSORI
……………. …………….
…………….
IL PRESIDENTE
Note Timbro MUNICIPIO DI COLLIANO Il Podestà (firma Vito …)
a matita blu 2033
Colliano lì-24-9-1933 XI
On Sig Presidente “Associazione Volontari
Garibaldini On Ezio Garibaldi”
Roma
On Sig Presidente
Sono ancora il reduce garibaldino Tolino Vitantonio
da Colliano Prov. di Salerno di anni 92 socio di codesta
On Associazione. E mi sento di non averla offesa
in verun modo nelle altre mie due lettere che spedii
al suo indirizzo; ma intanto sono circa due mesi
dall’ultima mia e fino ad oggi non ho avuto riscontro.
On Sig Presidente, io non chiesi altro che il giornale
“Camicia rossa” ed il sussidio che non mi arrivava e quale
da Maggio scorso ad oggi ne son privo. On non avrei
reclamato se non avrei sentito l’assoluto bisogno, per
soddisfare in parte il mio necessario nutrimento; quel nutrimen=
to che occorre ad un vecchio sofferente che per difendere
la patria, vederla libera ed unita; ne uscì dalla guerra
rovinato e sanguinante, restando a causa delle
ferite riportate inabile al lavoro. Prego inoltre
vivamente la S. V. Ill. di volerlo rispondere, e metterlo
a conoscenza di quanto chiede.
Devotissimo
Tolino Vitantonio
reduce Volontario
Garibaldino
Nota a matita viola 1793/2033
All’ Onorevole Presidente della Fed. Naz. Volontari
Garibaldini < Ezio Garibaldi >
Roma
On non avendo avuto ancora l’alto onore di
conoscervi di persona. Vi vengo a porgere la mia
recente fotografia firmata; supplicandovi di voler=
mene inviare una vostra, così prima ch’io muoia
posso dire “Conosco il mio Presidente, nipote del mio
amato comandante l’eroe dei due mondi.
Sicuro di quanto chiedo, con fede garibaldina
attendo. Vi porgo i miei più riveriti ossequi
Dev.
Reduce Garibaldino <socio>
fto Tolino Vitantonio
– Tolino Vitantonio –
Colliano – lì-20-4-1934-XII
Nota a matita rossa atti
l’On. Sig Presidente della Federazione Nazionale de Volontari
Garibaldini
Ezio Garibaldi
Roma
Onorevole; il sottoscritto socio Volontario Garibaldino
fa noto alla S. V. Ill. che sono sei mesi che non riceve
il giornale “Camicia Rossa” e sarebbe desideroso conoscere
il motivo. Non crede che vorrà essere che non ricorda
se ha pagato; ma se questo fosse la S. V. potrà ritenersi
il costo dell’abbonamento; mandarmi gli arretrati e mettermi in
corso. Esso era tutto il conforto, tutto il sollievo, tutta la
distrazione; intanto ora ne è privo. Il sotto scritto l’amava
perché portava il nome della camicia di quel glorioso manipolo
che 63 anni or sono forgiò i destini d’Italia, rendendola libera ed
unita e che parla solo del mio comandante Eroe dei due mondi.
Il sotto scritto ha 92 anni e adesso si vede privo di esso e da
due mesi anche del mensile; e dato che è povero si
permette di chiedere ciò alla S.ia V. e per cortesia volergli mandare
il mensile mensilmente. Sicuro di un sollecito riscontro
lo scuserete.
Dev. socio
Volontario garibaldino
Tolino Vitantonio
Colliano 19-8-1934 XI
Salerno
Nota a matita viola 2033
Onorevole Federazione
Non è stato per mancanza di volontà di mandare le fo=
tografie, ma causa del cattivo tempo che non me l’ha permes=
so.-
Ieri mi sono giunte e subito le spedisco.- Spero non
tardiate molto a mandarmi la tessera, e dal sussidio po=
tete trattenervi ciò che debbo a questa Onorevole Federazione.-
Cordiali saluti
Vitantonio Tolino
Tolino Vitantonio reduce(?) Garibaldino
Colliano/Salerno 28/4/936 XIV
Nota a matita 1508/2033
SCHEDARIO
—–
N°. della tessera 2033
COGNOME Tolino Nome Vito Antonio (paternità) fu Michele
(maternità) fu Pecoraro Margherita (luogo di nascita) Colliano
data 12 Giugno 1842 (Provincia) Salerno
DOMICILIO Colliano (
NOTE MILITARI
—-
CAMPAGNE DI GUERRA. Ponte della Valle e Maddaloni[4] (1860) GRADO soldato
Capua – Villafranca e Porta Pia
FERITE Mutilato mano sinistra MUTILAZIONI Mano sinistra mutilato
DECORAZIONI Medaglia d’argento al valore
DATA DI ISCRIZIONE ALLA FEDERAZIONE 1928
SEZIONE/GRUPPO Sede Centrale NOTE PERSONALI
28 SET. 1936 Anno XIV
Tolino Vitantonio
Nota a matita 242 A matita blu 2033
LEGIONE GARIBALDINA
Comando Generale
COLLIANO II SETTEMBRE 1941 XIX
Alla Vostra del I° Settembre c.a., prot. 3370
Ci pregiamo informarvi che ho consegnato all’interessata
l’assegno bancario di L 100 ed ella sentitamente ringrazia
codesta LEGIONE GARIBALDINA.
Distinti ossequi
Giuido Ciaglia
(Arciprete di Colliano)
G Ciaglia
Nota a matita 242 A matita rossa deceduto Tolino 2033
Note
[1] 1860
Dopo l’armistizio di Villafranca, la maggior parte dei volontari si congedò; il Ministero allora con un decreto del 6 settembre ordinò lo scioglimento del Corpo e la formazione di una Brigata Cacciatori delle Alpi, costituita l’11 ottobre con il 1º Reggimento (dai soppressi 2º e 5º Reggimento, e le 4 compagnie di bersaglieri) a Como ed il 2º Reggimento (con i soppressi 1º, 3º e 4º reggimento e parte del battaglione adolescenti) a Bergamo. Il 14 maggio 1860 la Brigata Cacciatori delle Alpi ebbe poi nome di Brigata Alpi, reggimenti 51º e 52º del Regio Esercito, posta al comando del maggior generale Luigi Bianchis di Pomaretto. Il 51º e 52º furono integrati con la truppa (metà a testa) del battaglione Valtellinese sciolto solo il 20 maggio 1860. Stesso destino ebbero il 30 novembre 1859 artiglieria, genio, ambulanza e treno. Nel novembre vennero licenziate le guide a cavallo, andate con Garibaldi a Bologna. Il battaglione adolescenti, passati al 2º reggimento i giovani di età superiore ai 17 anni, andò con i rimanenti a Biella.
Venne il 9 febbraio 1860 considerato succursale del battaglione figli dei militari e fu sciolto il 1º gennaio 1861.Nel 1860 i veterani Cacciatori ed i loro ufficiali avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille. (fonte)
[2] 1866
La Terza guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell’Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni. Dopo l’attacco della Prussia all’Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell’aprile 1866, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Passato il confine, una parte dell’esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l’Italia un’altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca. (fonte)
[3] 20 settembre 1870
La presa di Roma, nota anche come breccia di Porta Pia, fu l’episodio del Risorgimento che sancì la conquista di Roma da parte del Regno d’Italia. Avvenuta il 20 settembre 1870, decretò la fine dello Stato Pontificio, annesso all’Italia in seguito ai plebisciti dell’ottobre seguente, e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (Legge 3 febbraio 1871, n. 33). L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi. (fonte)
[4] Maddaloni 1860
La battaglia del Volturno indica alcuni scontri armati avvenuti tra i volontari garibaldini e le truppe borboniche, avvenuti tra il 26 settembre e il 2 ottobre 1860 nei pressi del fiume Volturno, durante la spedizione dei Mille. Il territorio impegnato dalle vicende belliche è sito nell’attuale provincia di Caserta, delimitato all’incirca in un triangolo avente i vertici nelle città di Capua, Caiazzo e Maddaloni. Sebbene in inferiorità di uomini e mezzi, i volontari dell’Esercito meridionale al comando di Giuseppe Garibaldi, dopo duri combattimenti nelle località sunnominate, riuscirono a respingere il tentativo dei napoletani di rompere l’accerchiamento di Gaeta e marciare su Napoli, convincendo i generali borbonici ad interrompere ogni tentativo di avanzata e a ritirarsi nelle posizioni di partenza. La battaglia fu l’ultimo tentativo fatto da Francesco II di respingere i garibaldini e riconquistare il proprio regno, ma il suo fallimento segnò definitivamente la fine del Regno delle Due Sicilie: il Re infatti, demotivato e persa la fiducia nei suoi comandanti, decise di chiudersi a Gaeta con i resti delle forze a lui fedeli, in attesa di un eventuale aiuto straniero alla sua causa, che tuttavia non giunse mai. Francesco II si arrese definitivamente il 13 febbraio 1861, dopo cinque mesi di assedio da parte dell’esercito piemontese. (fonte)
Ezio Garibaldi
Ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e dell’inglese Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) – prima di lui erano nati Rosa, Italia, Giuseppe, Ricciotti, Menotti, Sante e Bruno, Costante, dopo di lui Giuseppina –, nacque a Riofreddo, località situata a una sessantina di chilometri da Roma. Nel 1911 si iscrisse all’istituto industriale di Fermo, interrompendo gli studi per raggiungere la Legione garibaldina in Grecia nel 1912.
Ezio Garibaldi fu eletto deputato nel listone fascista nel 1929 e rieletto nel 1934.[9] Presidente della FNVG (Federazione Nazionale Volontari Garibaldini), aderì ufficialmente al Partito Nazionale Fascista, rompendo le relazioni con suo fratello Sante, emigrato in Francia, che aveva costituito alcune associazioni garibaldine di ispirazione antifascista nel paese transalpino. Subito dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Ezio Garibaldi sostenne vigorosamente i Gruppi d’Azione Nizzarda (G.A.N.), fautori della riunificazione di Nizza al Regno d’Italia.
Fonte: wikipedia.org