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Su un certo Giudice del Mandamento di Novellara, 1865

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    PREFETTURA DI REGGIO NELL’EMILIA

    SEZIONE

    DI PUBBLICA SICUREZZA

    N° 87 P.R.

    Risposta alla nota del

    N° Divisione

    Oggetto

    Informative riservate

    Al Signor Sindaco di Fabbrico

    Reggio, il 7 Aprile 1865

    Corre voce che l’attuale Giudice del Mandamento di Novellara non amministri la giustizia con quella rettitudine ed imparzialità che richiedonsi, che costì frequenti osterie e persone di equivoci precedenti e di depravata fama, che fomenti anche una pratica disonesta con una giovane del popolo sotto promessa di matrimonio, che contribuisca a fare rimanere gli animi in paese divisi, associandosi con persone del partito che fomenta la discordia, ed infine che poco si curi dei suoi doveri in corte civile e trasandi quali affatto gli affari criminali percui da qualche tempo, si avrebbe nei Comuni del Mandamento una sensibile recrudescenza nei reati.

    Supponendosi a chi descrive che il Sig. Sindaco sia a giorno di non poche particolarità relative al prefato Sig. Giudice, ed alle vociferazioni come sovra corse a di lui carico, si è deciso di rivolgergli in via tutt’affatto confidenziale e privata

    ……………………………retro…………………………..

    pregandolo di volergli essere cortese di precise e analoghe informazioni all’uopo, onde sia così fatto allo derivante di conoscere il vero stato delle cose, ed avvisare a quei provvedimenti che meglio saranno conformi all’interesse della giustizia, della moralità e dal bene delle popolazioni.

    Quanto più pronte, esatte e circostanziate saranno le informative che vorrà avere la compiacenza di favorirgli in oggetto, tanto più gradite gli riusciranno, ed in quest’attesa porge al Sig. Sindaco anticipati e distinti ringraziamenti.

    Il Prefetto

    N. De Luca

    ______________________Risposta ______________________

    Illustrissimo sign. Prefetto

    Il sottoscritto parlando scevro da animosità e prevenzioni, non può asserire a V.stra Signoria Ullustrissima che il n. giudice di Novellara amministri parzialmente la giustizia, quello che consapevolmente può asserire si è, che il n. Giudice essendo nativo di Fabbrico qui avendo moltissimi parenti, tutti gli amici suoi d’infanzia, le abitazioni e relazioni della sua prima gioventù non può, anche volendolo fittizio, lavarsi dagli apparenti che favorevolmente gli si fanno ch’essere parziale nello proprio che si suppone, e che favorisca quei suoi compaesani ed infimi amici.

    In quanto al frequentare le osterie è colpa essa notoria generalmente, che il n. giudice, direi piena, e specialmente con lo passato, raccolsi a Fabbrico, passava buona parte della notte nelle osteria di questi esercenti Ferrari Quirino, in gozzoviglie ed ordinariamente in compagnia fu non di persone pregiudicate e turbolenti, bensì sovente in compagnia dei loro parenti fratelli ed amici più di una volta parenti prossimi, quelle gozzoviglie ci risultano con distinti persone, donde per la generale persuasione che giustizia tutta non si farebbe, apprendo per deferenza di citati parenti e amici.

    Vero è che il n. Giudice amoreggia in Fabbrico Maria Iori, figlia di Gaetano, giovine a modo e di buoni sentimenti, ed è d’altra parte vero che generalmente l’età li arde, che il n. Giudice non voglia sposarla, ed in proposito si accennano disordini da potersi accadere, mentre il padre di detta ragazza, uomo integerrimo e molto dell’onor suo geloso, si sarebbe più volte espresso pronto a dare, quando ciò avveri per una brutta lezione al n. giudice.

    Per quanto al fomentare il d.o Giudice le dicerie, questo asserirlo non potrei, quello che colgo ada affermare i è che certi Tagliasacchi Giovanni cugino del n. Giudice e Beltrami Giulio cugino di un cugino del d.o (detto) Giudice, sono persone insidiosi turbolenti e pessimi, i quali fanno professione di provocare ed insultare gli onesti, al quale rapporto ebbe anche il sottoscritto, la giunta Municipale, il Consiglio Comunale, la Congregazione di Carità e tanti altri galantuomini di dottrine rispettate contumelie, e che costoro ebbero a vantargli di poterne gravare ed infettare, (avendo la – cancellato) appoggiandosi alla protezione del s.o Giudice (fatto salvo che private più volte fu allo scrivente confidenzialmente riferito – cancellato).

    In quanto agli affari criminali che si dicono dello stesso trasandati dirò soltanto che anche di ciò si risponde, pendenti processi che andarono per le lunghe dir però non posso se per fatto del s.o Giudice, ma si dicevano procrastinati perché soppesato contemplavano provare che da foglio si potevano procedere.

    Finalmente subordinandolo a v. di la mia opinione, dirò che al n. Giudice associandosi a persone che non godono colpa la benevola estimazione tra generalmente perduta quella ottima e considerazione che richiedono all’autorità di tutto.

    E le consigliano la generale riverenza, e che ritengo che il farle non voglia ritornare tranquillo che quando nei malvagi cessi il fuggire di bene dall’autorità protetti, resi questi entri la convinzione che l’autorità voglia agire indipendentemente da prevenzioni, e costrizioni

     ……………………………retro…………………………..

    Finalmente non è vel chiesi che io raccomando a v. la riservatezza confidando di questi miei confidenziali referti, sarò ad ella non ignaro che io dovendo colpa restarmi se li sapessero quella mia comunicazioni mi attirerei l’odio dei parenti amici ed aderenti del s.u Giudice, non potrei goderne di quella pace che ho sperando bramato, e che desidero di comparsione anche non mancando a miei doveri di buon Cattolico e di Giudico.

    leggervoglia

    Fabbrico li 12 Aprile 1865

    Bellesia

    Senato della Repubblica

    Nicola De Luca

    Prefetto di Reggio Emilia (23 ottobre 1864)

    Atti Parlamentari – Commemorazione
    Giacomo Durando, Presidente

    Onorevoli colleghi! Nel periodo d’interruzione dei nostri lavori il Senato ha subito gravi e pur troppo numerose perdite, di cui adempio oggi l’ingrato ufficio di darvi partecipazione. […]
    Il giorno 12 di agosto scorso era l’ultimo della mortale carriera del collega nostro barone Nicola De Luca. Egli si spegneva in Campobasso dove era nato nel giugno del 1811. Prese parte ai primi movimenti insurrezionali per l’indipendenza italiana pei quali ebbe a scontare lunghi anni di catena insieme con altri benemeriti cittadini che professavano la medesima fede politica. Nel principio del 1860 presiedette il Comitato rivoluzionario del Molise e nel settembre dello stesso anno, sotto la dittatura del generale Garibaldi, venne nominato governatore generale di quella provincia con pieni poteri soprattutto per la repressione del brigantaggio nella quale si distinse per coraggio e sagacia. Fu poscia prefetto di varie altre province riscuotendone fama di esperto amministratore. Faceva parte di questo Alto consesso dal dicembre del 1868. Ultimamente in omaggio alle sue benemerenze Sua Maestà lo investiva del titolo nobiliare di barone.
    Uomo di carattere integro e di gran cuore lascia di sé nobile esempio e grata ricordanza. […]
    E qui termina la lunga serie delle nostre sciagure. Mandando un mesto saluto alla memoria dei compianti colleghi, faccio caldi voti perché mi sia allontanato il calice amaro di esservi apportatore di nuovi dolori.

    Senato del Regno. Atti parlamentari. Discussioni, 25 novembre 1885.

    Note: Partecipò ai moti del 1848.
    Secondo altra fonte risulta nato il 3 giugno 191.
    Ringraziamenti: -Sindaco di Avellino Giuseppe Galasso
    – Direttore dell’Archivio storico del comune di Avellino Andrea Massaro
    – Dott.ssa Elisabetta Bidischini e Dott.ssa Diana Ascenzi della Biblioteca Unioncamere
    Archivi: Documenti sono conservati presso i discendenti

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    DE LUCA, Nicola

    Nacque a Canipobasso il 1º giugno 1811 da Lorenzo, farmacista, e Maria Giuseppa Presutti. Laureatosi in lettere e filosofia ed in giurisprudenza presso l’università di Napoli (“cedolato” in entrambe nel settembre 1839), esercitò l’avvocatura, e dal 1840 fu patrocinatore del ministero delle Finanze presso i tribunali del Molise. Intanto si era messo in luce per capacità amministrative e preparazione scientifica (aveva studiato all’università anche agraria e chimica): nel 1836 fu membro della commissione sanitaria di Campobasso e direttore della disinfestazione per l’epidemia colerica, nel 1840 professore di agricoltura teorico-pratica in Campobasso, socio di varie società economiche, nel giugno 1841 fu nominato segretario perpetuo della Società economica del Molise. Consigliere provinciale dal 1842 al 1847, fece parte della deputazione per le Opere pubbliche e fu chiamato più volte come supplente nel Consiglio d’intendenza.

    Segue…

    di Alfonso Scirocco – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 38 (1990)

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    De Luca, il prefetto che combattè contro i briganti

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    Del Tagliasacchi Giovanni è conosciuto il suo parente prossimo (fratello?) Luigi.

    Luigi Tagliasacchi, nativo di Fabbrico (fino al 1859 sezione del comune di Novellara) nel 1848 si arruolò nel corpo universitario di Modena che poi abbandonò. Dal febbraio del ’49, all’età di circa 16 anni, abbandonò gli studi e la famiglia. Due anni dopo comunicò ai familiari di militare sotto la bandiera francese in Algeria; da lì passò in Crimea dove partecipò alle battaglie di Alma e Inkerman. Trasferitosi a Tolone fu impiegato in quell’arsenale. Gli fu consentito il rientro nel 1856 a condizione che accettasse di essere sorvegliato politico. Nel 1888 la sottoprefettura di Guastalla segnalava al sindaco di Novellara l’arresto a Savona di Biagio Incerti per disordini; alla richiesta di informazioni sulla sua condotta morale e politica, il sindaco poteva solo rispondere che l’Incerti era stato uno dei volontari del ’59, e che da allora non aveva più fatto rientro a Novellara.
    Da: L’almanacco rassegna di studi storici e di ricerche sulla società contemporanea a. XXXI, n. 60 Dicembre 2012

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