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Roche, 1940

    Redoxon
    « di 17 »

    L’Italia e le sue regioni
    nell’atlante cinquecentesco
    THEATRUM ORBIS TERRARUM
    di A. Ortelio

    I

    ITALIA
    di Giacomo Gastaldi

    II
    PIEMONTE E LIGURIA
    di Giacomo Gastaldi

    III
    STATO DI MILANO
    di Giovanni Settala

    IV
    TERRITORIO VERONESE E TRENTINO
    di Bernardo Brognolo

    V
    FRIULI E VENEZIA GIULIA
    di Giovanni Sambuca

    VI
    TOSCANA
    di Gerolamo Bellarmato

    VII
    TERRITORIO DI PERUGIA
    di Ignazio Danti

    VIII
    TERRITORIO DI ROMA
    di Paolo Giovio

    IX
    ABRUZZO ULTERIORE
    di Natale Bonifacio da Sebenico

    X
    REGNO DI NAPOLI
    di Pizzo Ligorio

    XI
    ISOLE MEDITERRANEE
    di Giacomo Gastaldi

    P 2069

    risguardo


    Nelle bronchiti croniche sec-
    che, nelle forme influenzali,
    nelle affezioni in genere
    dell’albero respiratorio, la
    SIROLINA ROCHE 1
    balsamo inimitabile è grata al palato
    dei bambini più delicati e dei vecchi
    più sofferenti.

    PRODOTTI ROCHE S.A.
    MILANO

    Carta MILANO

    Fosforo, fava di S. Ignazio,
    cola, arsenico, manganese,
    potenziano sinergicamente
    i rispettivi effetti nel
    TONICO ROCHE 2
    che manifesta la sua azione “sferzante”
    fin dai primi giorni di cura.

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    P 2059


    L’azione di molti analgesici
    è spesso dovuta ad alcaloi-
    di dell’oppio: l’antidolori-
    fico noto al Medico col no-
    me di
    SÀRIDON 3
    deve invece i suoi pronti effetti
    ad un nuovo farmaco l’isopropil-
    antipirina, associato a sostanze
    dotate di azione sedativa centrale
    e regolatrice della circolazione.

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    carta VERONA

    Il trattamento bromico ri-
    chiede dieta ipoclorurata:
    è facile ottenerla se si so-
    stituisce al brodo, o al con-
    dimento normale, il bro-
    do al
    SEDOBROL ROCHE 4
    che, grato al palato, evita al pa-
    ziente diffidente l’impressione di
    “prendere la medicina”.

    PRODOTTI ROCHE S.A.
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    In molte affezioni intesti-
    nali quali diarree, forme
    dissenteriche, intossica-
    zioni alimentari, fermen-
    tazioni anormali, dispepsie
    acute e croniche, il latte al

    LAROSAN ROCHE 5
    produce rapidi miglioramenti per
    la sua azione antispasmodica sia
    negli adulti si nei bambini e nei
    lattanti.

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    carta. ROMA

    La causticità e tossicità
    del guaiacolo e il suo sa-
    pore bruciante non con-
    sentono cure intense spe-
    cie nei vecchi, nei malati,
    indeboliti, nei bambini. Il problema
    della terapia guaiacolia fu risolto
    brillantemente col
    THIOCOL ROCHE 6
    che non è irritante, non ha sapore
    ingrato, e – nelle affezioni delle vie
    respiratorie – consente trattamen-
    ti intensivi anche in pazienti iper-
    sensibili.

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    P 2064


    Negli stati di carenza di vita-
    mina B1 (aneurina) il ricam-
    bio dei carboidrati avviene ir-
    regolarmente, il che produce
    particolari alterazioni del
    tessuto nervoso: sono notevoli gli
    effetti del
    BENERVA ROCHE 7
    nelle polineuriti di varia eziologia,
    nelle nevralgie intercostali, nelle neu-
    riti crurali e del trigemino e nelle af-
    fezioni varie da ipovitaminosi B1

    PRODOTTI ROCHE S.A.
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    carta NAPOLI

    Anche un lieve “deficit” organico di
    vitamina C può favorire, specie
    durante l’inverno, una minor
    resistenza alle malattie sta-
    gionali quali raffreddore, in-
    fluenza; un trattamento di una o due
    compresse giornaliere di
    REDOXON ROCHE 8
    mantiene l’organismo in perfette con-
    dizioni di resistenza alle malattie.

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    P 2067


    NOTE SU L’ORTELIO

    A. Oertel, chiamato Ortelio[1] secondo l’uso uma-
    nistico, nato da famiglia bavarese in Anversa il 4 apri-
    le 1527, mortovi il 28 gennaio 1598 fu uno dei più im-
    portanti geografi e cartografi del sec.XVI. L’opera sua
    principale, che gli valse il titolo di nuovo Tolomeo, è il
    THEATRUM ORBIS TERRARUM che comparve nel 1570
    ed ebbe numerose edizioni in Anversa ed altrove ed
    in tutte le lingue; se ne contano venticinque vivente
    l’autore.
    Vi è anche una redazione in lingua italiana curata nel 1612
    dal Pigafetta. Si compone di carte geografiche riguar-
    danti tutto il mondo allora conosciuto; da sessanta che
    erano già nella prima redazione si accrebbero sino a cen-
    todieci in quella del 1595. L’incisione delle tavole è
    opera di Francesco Hogenberg.
    Quest’atlante è la prima raccolta di carte moderne
    organica ed omogenea chè le antecedenti o dedicavano
    molto spazio alla riesumazione delle carte del famoso
    Tolomeo od erano miscellanee di carte di diversi
    editori, tipi e formati.
    L’Ortelio si valse di numerosi collaboratori i cui nomi
    figurano onestamente nelle singole tavole e che gli fu
    agevole procurarsi dato il suo largo cerchio di cono-
    scienze tra geografi, eruditi, editori ed artisti. Gli
    giovarono assai nella sua opera anche i numerosi vi-
    aggi compiuti all’estero, dei quali ben tre in Italia.
    La cartografia del nostro paese vi ha appunto lar-
    go sviluppo ed è elaborazione dei migliori geografi
    nazionali del tempo.

    UFFICIO SCIENTIFICO PRODOTTI ROCHE S.A MILANO

    P 2068


    A cura dell’Ufficio Scientifico
    PRODOTTI ROCHE S.A.[2]
    MILANO

    Dalla Raccolta delle Stampe
    A. Bertarelli – Castello
    Sforzesco di Milano

    Esecuzione e Stampa
    dell’Istituto Italiano
    d’Arti Grafiche-Bergamo

    DISTRIBUZIONE AUTORIZZATA DALLA QUESTURA DI BERGAMO
    in data 23-12-1940


    Note

    [1]Abramo Ortelio. Uno dei maggiori geografi e cartografi del sec. XVI, nato ad Anversa il 4 aprile 1527 da famiglia originaria di Augusta, morto ad Anversa il 28 gennaio 1598. Rimasto a dieci anni orfano di padre, dopo alcuni anni di studî umanistici e particolarmente storici, fu, appena ventenne, impiegato in un laboratorio cartografico, dove s’iniziò all’arte nella quale più tardi doveva eccellere. Dal 1550 circa fece frequenti viaggi, specie a Parigi e più ancora a Francoforte, la cui fiera aveva importanza sia per la ricerca sia per lo smercio delle carte, e dove nel 1554 conobbe il celebre Mercatore. Con questo fece nel 1560 un viaggio in Francia; negli anni precedenti aveva visitato più volte l’Italia, dove allacciò amicizie e corrispondenze. Sin dal 1558 era entrato in relazione con Cristoforo Plantin, il celebre stampatore di Anversa, del quale divenne poi amico intimo. Sembra che per l’incitamento e l’esempio di Mercatore si volgesse direttamente alla elaborazione di carte geografiche.

    Nel 1564 terminò il suo mappamondo, Typus Orbis Terrarum, per il quale egli, non nutrito di studî matematici, imitò la proiezione ovale di Benedetto Bordone; nel 1565 pubblicò una carta dell’Egitto, nel 1567 una grande carta dell’Asia, attinta in parte a quella di G. Gastaldi. Ma a quest’epoca l’O. lavorava già alla sua massima opera, cui si era accinto per consiglio del suo amico J. Rademaker: un atlante moderno, che apparve nel 1570 col titolo di Theatrum Orbis Terrarum in 70 carte (su 53 fogli) incise da Francesco Hogenberg. In esso, come in precedenti raccolte italiane (venete e romane), sono eliminate le carte tolemaiche e incluse soltanto carte di autori contemporanei, dei quali è quasi sempre indicato il nome su ciascuna carta; le carte fatte dall’Ortelio stesso, all’infuori del mappamondo, sono pochissime. A differenza delle raccolte italiane, le carte sono ridotte tutte a formato uniforme e organicamente coordinate. Ciò bastò ad assicurare il successo dell’opera, la cui richiesta fu tale che l’anno stesso essa si dovette ristampare. Non meno di 25 edizioni si susseguirono nei varî paesi d’Europa, vivente l’autore, e molte di esse sono integrate da Additamenta (17 carte nuove nell’ediz. 1573; 26 nell’edizione 1580; 24 in quella del 1590), mentre non di rado carte vecchie furono sostituite da nuove migliori. Anche dopo la morte dell’autore si ebbero fino al 1612 altre edizioni ampliate; un’edizione italiana fu curata da F. Pigafetta. Un Catalogus auctorum di carte geografiche note all’Ortelio è premesso a ogni edizione. La grande opera assorbì tutte le cure dell’autore fino alla morte, cosicché le carte pubblicate a sé dopo il 1570 sono pochissime. Ma poiché il Theatrum, composto di carte interamente moderne, non poteva più servire agli studiosi di antichità classiche, l’Ortelio in servigio di questi pubblicò prima, nel 1578, una Synonimia geographica (elenco di concordanze fra i nomi geografici classici e i moderni), poi nel 1583 un supplemento al Theatrum col titolo di Parergon sive veteris geographiae aliquot tabulae, contenente carte storiche (10 nella 1ª edizione, altre 10 in quella del 1595), infine, nel 1587, un Thesaurus geographicus, ampliamento della Synonimia, in forma di vero e proprio dizionario di geografia storica. L’Ortelio si può pertanto considerare come uno dei fondatori della geografia storica, alla quale ha contribuito anche con un suo Itinerarium per nonnullas Galliae Belgicae partes pubblicato nel 1584, mentre, come autore di carte moderne, la sua fama è dovuta soprattutto al fatto che egli fu il primo a comporre un atlante vero e proprio, che sostituì le meno organiche raccolte italiane di carte moderne.

    Bibl.: C. Wauwermans, Histoire de l’école cartographique belge et anversoise du XVIe siècle, Bruxelles 1895, II; J. Denucé, Oud-nederlandsche kaartmakers in betrekking met Plantijn, II, Anversa 1913; E. Brandmair, Bibliographische Untersuchungen über Entstehung und Entwicklung des Ortelianischen Kartenwerkes, Monaco 1914; Abrahami Ortelii et virorum eruditorum ad eundem epistulae, a cura di J. H. Hessels, Cambridge 1887; L. Bagrów, A. Ortelii Catalogus cartographorum, I, Gotha 1928 (con elenco delle carte dell’O.).(fonte)

    [2] La storia di Roche. Tre secoli di futuro: dallo sciroppo per la tosse alla codifica del genoma umano. 125 anni di storia in Italia, tra Diciannovesimo, Ventesimo e Ventunesimo secolo, alla continua ricerca di soluzioni per il benessere e la cura dei pazienti

    Una start-up ante litteram
    Probabilmente oggi lo definiremmo uno startupper, Fritz Hoffmann-La Roche. Perché la sua storia ha come punto nodale un’intuizione: il futuro della lotta alle malattie, dal Novecento in poi, sarebbe passato necessariamente attraverso la produzione su larga scala dei prodotti farmaceutici. E lo chiameremmo anche un lungimirante imprenditore, perché aveva appena 28 anni quando – agli sgoccioli dell’Ottocento e in piena rivoluzione industriale – fonda a Basilea, in Svizzera, la F. Hoffmann-La Roche & Co. Col senno del poi, conoscendo le nuove sfide di salute che il mondo avrebbe affrontato di lì a poco, non si può negare che ci abbia visto lungo.
    È curioso che fin da subito l’avventura scientifica e imprenditoriale di Fritz Hoffmann-La Roche si intrecci con l’Italia. Correva l’anno 1897, e tutto ha inizio da un giovane commesso impiegato in una farmacia milanese, August Steffen. Metti assieme due menti intraprendenti e scatta la scintilla: Steffen convince Fritz Hoffmann-La Roche a concedergli la rappresentanza dei suoi prodotti per il nostro Paese. Viene aperta così, 125 anni fa, la prima filiale italiana Roche nel cuore di Milano, in via Stazio 4 e non lontano dalla stazione Centrale.

    I primi successi
    Ricerca scientifica, preparazioni e formulazioni innovative hanno rappresentato fin da subito la cifra distintiva di Roche. A pochi mesi dall’avvio dell’attività viene commercializzato per la prima volta uno sciroppo per la tosse al gusto di arancia. Il 1904 è la volta del primo farmaco per il cuore. Poi arrivano in successione un cicatrizzante ad azione antisettica, un medicinale per l’epilessia e le malattie nervose e un analgesico. Nel frattempo Roche espande i suoi orizzonti anche geografici con sedi anche a New York, San Pietroburgo e Londra. Prima che il Vecchio Continente diventasse teatro della Prima guerra mondiale Roche contava già oltre 700 dipendenti nella sede di Basilea e nelle filiali da Milano a Parigi, da Berlino a Vienna e Yokohama.

    Le conseguenze della Grande Guerra
    Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1915 ha avuto ripercussioni anche su Roche. A peggiorare la situazione si somma, nel 1920, la morte del fondatore Fritz Hoffmann-La Roche. Dopo alcuni anni molto duri, le ricerche del biochimico Markus Guggenheim sulle ammine biologiche riaccendono le speranze dell’azienda. Inizia, così un percorso che porterà alla commercializzazione di amminoacidi, peptidi, proteine, glucosidi cardiaci, vitamine e ormoni. E il successo di questi prodotti, frutto della ricerca interna e arrivati in una fase storica in cui la malnutrizione e le carenze alimentari erano particolarmente diffuse e impattanti dal punto di vista sociale, genererà grande autorevolezza per Roche presso la comunità scientifica.
    L’autorevolezza innesca un circolo virtuoso: Tadeusz Reichstein (Nobel per la medicina nel 1950) trova nel 1933 un metodo per sintetizzare la vitamina C e lo propone a Roche. Prende il via così quel sistema di produzione di vitamine che farà di Roche un leader nella fornitura di questi prodotti.(fonte)