DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO EFFETTIVO
Alla Spettabile
Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
Sede Centrale – Piazza dell’Esedra, 10 – Roma (22)
Io sottoscritto, Legionario Garibaldino, Palazzesi Domenico
figlio di fu Carlo nato il 3 agosto 1840 a Narni
(Provincia di ) di professione
avendo fatte le Campagne di Guerra 1860 – 1866.
col grado di
a tenore delle decisioni adottate per l’ammissione alla Federazione Nazionale Italiana fra Vete-
rani Garibaldini, e presa esatta cognizione dello Statuto che regge la Federazione, domando di
essere inscritto come Socio.
Mi obbligo di pagare puntualmente e anticipatamente la quota annuale di lire cinque.
A richiesta fornirò prova delle Campagne di guerra fatte.
Invierò una fotografia adatta per tessera, firmata in modo visibile sotto la figura.
Dichiaro pure di sottopormi alle disposizioni tutte dello Statuto ed a quelle che potran-
no essere emanate dagli organi Direttivi della Federazione.
Roma addì 6 marzo 1926
FIRMA DEL DICHIARANTE
Palazzesi Domenico
Domiciliato a Roma (Provincia di )
Via Taranto N. 3
N. di iscrizione
Ammesso socio con deliberazione del Consiglio Nazionale il giorno
IL COMITATO DEI CENSORI
……………. …………….
…………….
IL PRESIDENTE
Nota a matita rossa 1709
On. Presidenza
della Federazione Nazionale Italiana Veterani Garibaldini
Roma
In replica alla lettera di codesta On. Federa=
zione, giuntami nei primi del corrente mese, debbo
con rincrescimento insistere perché mi venga
nuovamente corrisposto il sussidio di lire venti
mensili a decorrere dal primo novembre 1928.
Lungi dal volere menomamente adde=
bitare alla intenzione di codesta spett. Presidenza
il fatto di avermi tolto il sussidio predetto, non
posso d’altra parte nascondere essermi noto
che la causa di tale provvedimento deve risalire
ad un volgare ed interessato informatore, il quale,
avvalendosi del credito morale che gli conferisce il
servizio militare prestato, e profittando della buona fede di
Palazzesi Alfredo, presso il quale convivo, è possidente.
Nulla di più falso. Mio figlio Alfredo
vive della sua professione e delle sue braccia: lavora perché
ha bisogno. Voglia codesta On. Presidenza accertarsene
chiedendo informazioni in questa Città.
Intanto la mancanza del sussidio
di cui trattasi, oltre a danneggiare la mia già triste
condizione economica, costituisce una grave ingiustizia.
Infatti qui in Terni i veterani Garibaldini
Censi Tobia e Garofoli Augusto ambedue
proprietari di stabili e gestenti: il primo una
lucrosa azienda commerciale, ed il secondo
un altrettanto lucrosa azienda edilizia, perce=
piscono come tutti gli altri, meno io, il
ripetuto sussidio. Anche di questo voglia
accertarsi codesta spett. Federazione.
Non voglio discutere i meriti patriottici
dei due predetti commilitoni, ma tengo a di=
chiarare che io, il più anziano dei veterani
della Provincia, nato nel 1839, ho parteci=
pato alle campagne del ’59[1], del ’60[2] e del ’66[3].
Voglio quindi augurarmi che questo mio
reclamo venga preso in considerazione; e perciò
mi è grato ed onorifico interessare Ezio Garibaldi
affinché egli – che mi conobbe a Perugia,
auspici i suoi gloriosi fratelli Costante e
Peppino allorché quest’ultimo, mio carissimo
amico, prese il comando del 51° [4] Fanteria-
affinché egli, dicevo, si accerti delle mie
condizioni economiche e della grave ingiustizia
a cui fui fatto segno per colpa di un
irresponsabile.
Comunque, e malgrado i miei 90
anni, il cuore mi dà ancora la forza
di gridare: Viva l’Italia!-
Terni, 22 marzo 1929 . a . VII
Palazzesi Domenico[5]
(Palazzesi Domenico) – Tessera n° 1709 –
Via Piave – Città Giardino – Terni
Nota matita blu 1709
Note
[1] 1859
La seconda guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dalla Francia e dal Regno di Sardegna contro l’Austria dal 27 aprile al 12 luglio 1859.
La guerra ebbe come prologo gli accordi di Plombières del 21 luglio 1858 e l’alleanza sardo-francese del gennaio 1859 con i quali il Regno di Sardegna e la Francia prepararono la guerra all’Austria. (fonte)
[2] 1860
Dopo l’armistizio di Villafranca, la maggior parte dei volontari si congedò; il Ministero allora con un decreto del 6 settembre ordinò lo scioglimento del Corpo e la formazione di una Brigata Cacciatori delle Alpi, costituita l’11 ottobre con il 1º Reggimento (dai soppressi 2º e 5º Reggimento, e le 4 compagnie di bersaglieri) a Como ed il 2º Reggimento (con i soppressi 1º, 3º e 4º reggimento e parte del battaglione adolescenti) a Bergamo. Il 14 maggio 1860 la Brigata Cacciatori delle Alpi ebbe poi nome di Brigata Alpi, reggimenti 51º e 52º del Regio Esercito, posta al comando del maggior generale Luigi Bianchis di Pomaretto. Il 51º e 52º furono integrati con la truppa (metà a testa) del battaglione Valtellinese sciolto solo il 20 maggio 1860. Stesso destino ebbero il 30 novembre 1859 artiglieria, genio, ambulanza e treno. Nel novembre vennero licenziate le guide a cavallo, andate con Garibaldi a Bologna. Il battaglione adolescenti, passati al 2º reggimento i giovani di età superiore ai 17 anni, andò con i rimanenti a Biella.
Venne il 9 febbraio 1860 considerato succursale del battaglione figli dei militari e fu sciolto il 1º gennaio 1861.Nel 1860 i veterani Cacciatori ed i loro ufficiali avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille. (fonte)
[3] 1866
La Terza guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell’Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni. Dopo l’attacco della Prussia all’Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell’aprile 1866, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Passato il confine, una parte dell’esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l’Italia un’altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca. (fonte)
[4] 51° Reggimento Fanteria “Alpi”
Nel 1859, ai primi sentori di guerra, vengono istituiti in Piemonte depositi di emigrati presso i quali viene arruolato personale volontario: tali depositi si formano il 20 febbraio a Cuneo, il 17 ad Acqui ed il 20 marzo a Savigliano.
Con l’attuazione della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento dell’esercito, assume la denominazione di 51° Reggimento Fanteria “Alpi” ed a seguito della formazione delle Brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XXII Brigata di Fanteria unitamente al 52° “Alpi” e 81° “Torino”; rimane articolato su due battaglioni. (fonte)
[5] su Palazzesi Domenico
Il 19 giugno 1860 partono da Genova 930 uomini con il generale Giacomo Medici, tra cui i narnesi , Giuseppe Cardoli, Giovanni Caterini, Adamo Ficarelli, Giuseppe Forlani, Eleazzaro e Ercole Latini, Filippo Martucci, Cesare e Domenico Palazzesi , Fabio Ridolfi, Venceslao Rossi, Cesare Signorini , Francesco e Rinaldo Troili .
Questi narnesi combatteranno in Sicilia segnalandosi a Milazzo, Messina e poi in Campania nella battaglia del Volturno dove morì il narnese Eleazzaro Latini. Mentre Ercole Latini morirà nel 1867 a Montelibretti.
Queste informazioni vengono riportate oltre che dal Martinori anche con maggior dettaglio nel libro di Andrea Giardi” Risorgimento in Umbria nel triennio 1859-1861“. (fonte)
Ezio Garibaldi
Ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e dell’inglese Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) – prima di lui erano nati Rosa, Italia, Giuseppe, Ricciotti, Menotti, Sante e Bruno, Costante, dopo di lui Giuseppina –, nacque a Riofreddo, località situata a una sessantina di chilometri da Roma. Nel 1911 si iscrisse all’istituto industriale di Fermo, interrompendo gli studi per raggiungere la Legione garibaldina in Grecia nel 1912.
Ezio Garibaldi fu eletto deputato nel listone fascista nel 1929 e rieletto nel 1934.[9] Presidente della FNVG (Federazione Nazionale Volontari Garibaldini), aderì ufficialmente al Partito Nazionale Fascista, rompendo le relazioni con suo fratello Sante, emigrato in Francia, che aveva costituito alcune associazioni garibaldine di ispirazione antifascista nel paese transalpino. Subito dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Ezio Garibaldi sostenne vigorosamente i Gruppi d’Azione Nizzarda (G.A.N.), fautori della riunificazione di Nizza al Regno d’Italia.
Fonte: wikipedia.org