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Ospedale san Giacomo degli Incurabili, 1800 c.a

    ANIME PIÙ BISOGNOSE DEL PURGATORIO. Ospedale san Giacomo degli Incurabili, 1800 c.a
    ANIME PIÙ BISOGNOSE DEL PURGATORIO. Ospedale san Giacomo degli Incurabili, 1800 c.a

    ANIME PIÙ BISOGNOSE DEL PURGATORIO [1]

    Carissima Sorella, farà la carità d’assistere le po-
    vere Inferme dell’Ospedale di S. Giacomo dell’In-
    curabili[2], ed alla Custodia della biancheria, e tutt’al-
    tro, che esiste nel Credenzone, come dalla Nota,
    che le sarà consegnata, essendo stata scelta dalla
    nostra Madre Priora la Sig. Principessa
                                      per Infermiera da inco-
    minciare la terza Domenica del corrente Mese di
                 , a quella di              18         , portando
    seco all’Ospedale il presente, ad effetto che l’an-
    tecedente Sorella le dia la consegna sì della chiave
    di detto Credenzone, che della biancheria, e sia
    riconosciuta per esercente di detto tempo, che di
    tal Opera pia, ne avrà merito grande presso l’Al-
    tissimo &c.

    Fr.

    carta intestata con timbro a secco


    Note

    [1] Una edizione del volume: Privileggi e statuti della venerabile Archiconfraternità dell’Anime più Bisognose del Purgatorio eretta in Roma, etc (fonte)

    [2] L’Ospedale di San Giacomo in Augusta, detto “degli Incurabili” (noto anche come Arcispedale di San Giacomo degli Incurabili), era uno storico ospedale situato nel centro di Roma, all’indirizzo via del Corso 499, adiacente alla Chiesa di San Giacomo in Augusta. Di origine medievale, fu rifondato nel Cinquecento, nello stesso periodo di altri ospedali degli Incurabili presenti in altre città italiane.

    L’edificio è situato tra via del Corso e via di Ripetta (ex via Leonina). A sud l’edificio costeggia via Canova (ex via di San Giacomo, poi via delle Tre Colonne), lungo la quale era situato lo studio romano del celebre scultore Antonio Canova.

    Esso venne rivalutato da Ospedale, solo per gli incurabili, e presidio omnitaumaturgico nel 1339, per volontà del cardinale Pietro Colonna (discendente della famiglia Colonna, già vassalli dell’imperatore Federico Barbarossa), che lo aveva requisito rivendicandolo come bene inalienabile in virtù del legame vassallatico con la dinastia imperiale. In seguito il cardinale ristrutturò l’edificio in onore di suo zio Giacomo Colonna, deceduto nel 1318. L’appellativo “in Augusta” deriva dalla vicinanza ai resti del Mausoleo di Augusto, nel Medioevo divenuti roccaforte della stessa famiglia Colonna.

    Nella seconda metà del XV secolo la gestione dell’ospedale venne affidata alla Compagnia del Divino Amore, già impegnata nella fondazione di altri ospedali italiani degli Incurabili. La rifondazione cinquecentesca, con la promozione ad Arcispedale, fu ordinata nel 1515 da papa Leone X, mentre l’organizzazione fu riformata dall’attività di san Camillo de Lellis che qui concepì e fondò il suo Ordine. Tra i benefattori si distinse Anton Maria Salviati, che nel 1593 riedificò la grande struttura e la dotò di un fondo patrimoniale destinato esplicitamente alla sua autonomia economica: donò infine la struttura stessa alla città con il vincolo perpetuo di destinazione all’ospedalità.

    Al San Giacomo Camillo de Lellis fondò l’Ordine dei Ministri degli Infermi (detti anche “Camillani”) e ne redasse le Regole. Presso il San Giacomo operarono anche altri santi: Filippo Neri, Gaetano Thiene e Felice da Cantalice. Inoltre, secondo la tradizione cattolica, presso il San Giacomo avvenne un episodio della vita mistica della Serva di Dio Giuseppina Berettoni, nel 1909.

    Dopo un’attività ininterrotta di 670 anni, nel 2008 la giunta regionale del Lazio dispose la chiusura dell’ospedale, con un ordine inatteso perché giunto appena dopo lavori di ristrutturazione. Da allora la chiusura è stata contestata da diversi comitati e associazioni, tra cui Italia Nostra, insieme a molti cittadini, che del San Giacomo rivendicano l’importanza sanitaria, istituzionale, culturale e storica.

    Nel 2021 il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la chiusura del San Giacomo con la sentenza N. 02802/2021, come risultato della lunga battaglia legale condotta da Oliva Salviati, discendente del cardinal Salviati, che ha rivendicato la volontà dell’avo della destinazione ospedaliera originaria. Tale sentenza è stata poi confermata definitivamente dalla Corte suprema di Cassazione, a Sezioni Unite, con Ordinanza Numero 4386 del 13 febbraio 2023.(fonte)