67.
VEN. ARCHICONFR. DI GESÙ, MARIA,
E GIUSEPPE DELL’ANIME PIÙ BISO-
GNOSE DEL PURGATORIO[1]
Carissimo Fratello sarà contento doma-
ni che saremo alli primo del presente
Mese di Marzo questuare per l’Ani-
ma di Luigi di Vincenzo Ponetti[2] Romano
d’anni 33. Placchista[3] reo di omicidio qualificato
condannato alla Giustizia alla pena della Ghigliottina nella piazza del popolo
per la qual’Opera Pia ne acquisterà merito grande appresso Iddio.
Per carità si prega questuare con modestia, e senza battere la Bussola, e ripo-
rtare subito la Cassetta, ed il presente Bollettino alla nostra Archiconfraternita.
Farà la Carità di presentare il presente a chi lo ricercherà.
e di non firmarsi in tempo della Giustizia nella Piazza del Patibolo.
Fra. Ant.o Combi Dep.o
in ovale VENER ARCHIE SUB NOMINE JESUS MARIAE JOSEPH ANIMAR DE PURGAT MAGIS INDICET
retro 1
Fr. A. Paolo Canco Corsi Palazzi
Bajocchi no t
retro 2
Fr. Franc.o Masetti Palazzi
Baj 34
Note
[1] L’ Arciconfraternita di Gesù, Maria e Giuseppe delle Anime più bisognose del Purgatorio nacque per opera di un gruppo di devoti il 14 luglio 1687 su approvazione del Pontefice Clemente VIII. Fra i suoi uffici, vi era anche quello di assistere i condannati a morte.
Il giorno prima dell’esecuzione, dalle ore venti fino alla mezzanotte, e dalle prime ore dell’alba fino al momento dell’esecuzione, si recitavano preghiere a sollievo dei condannati.
Il giorno seguente veniva celebrata una messa cantata, la quale prevedeva la partecipazione di 33 vedove, precedentemente invitate, che venivano ricompensate ciascuna con una moneta di un giulio.
Il denaro necessario veniva raccolto mediante la questua e a tal fine veniva distribuito “alle persone pie” un foglietto, sul quale era incisa un’immagine religiosa, ovvero lo stemma della Confraternita, e sul quale si chiedeva di “questuare per l’Anima” del condannato a morte.(fonte)
[2] Da:
DIARIO DI ROMA
Numero 17. ANNO 1826.
Num. 9.
NOTIZIE DEL GIORNO
(ROMA, Giovedì, 2 marzo 1826.
AMICA VERITAS.
Roma, 2 marzo.
Il numero de’ forestieri, specialmente inglesi, venuti a godere questo bel clima e quest’ augusta città, è ragguardevole anche nell’ anno presente. Falsa è poi la notizia recata da un giornal francese sull’arresto di molti carbonari seguito ultimamente in questa capitale come è falso altresì che sia tornata ad essere pericolosa la strada che da Roma conduce verso Napoli, perché grazie alle ultime vigorose operazioni del nostro governo, delle quali abbiamo altre volte parlato in questo Foglio, la nosira Comarca e tutta la provincia di Marittima e Campagna sono affatto libere dalle incursioni d’ogni sorta di malviventi.
–Jeri sulla piazza del Popolo subì l’estremo supplicio, col taglio della testa, Luigi Ponetti romano, artigiano, d’anni 33, reo convinto e confesso di barbaro premeditato omicidio in persona, della conjugata Teresa Tolli. Egli in quell’ultimo fine diede chiarissimi segni di cristiana rassegnazione e di pentimento.(fonte)
Da Memorie di Giambattista Bugatti, detto Mastro Titta (1779 -1869), boia dello Stato Pontificio dal 1796 al 1864.
Nell’elenco dei giustiziati: esecuzione n. 262 Luigi Ponetti, “decapitato” al Popolo, il primo marzo 1826, per omicidio con qualità gravanti.(fonte)
N.b. Le memorie di Giambattista Bugatti risultano in realtà essere state scritte da un anonimo autore del XIX secolo quindi una finta autobiografia. Le note originali redatte dal Bugatti in Wikipedia non appare, forse una sintesi delle esecuzioni compiute, sono però confermate sia dal documento originale qui pubblicato, sia dalla cronaca (Jeri sulla piazza del Popolo subì …) riportata nel numero 17 del 1826 della gazzetta Diario di Roma (“Chracas“, 1808 – 15 gennaio 1848), con interruzioni: 1809-1814 e 1831. Periodico trisettimanale: martedì, giovedì e sabato. Nella giornata di giovedì esce con la testata Notizie del giorno, che dal volume “Le Giustizie a Roma” pubblicato nel 1881 da Alessandro Ademollo, lo scopritore della lista originale del Bugatti, dove l’esecuzione viene numerata “264” e non “262”. Alla pagina 122 si legge:
“264. Luigi Ponetti, decapitato al Popolo il primo marzo 1826, per omicidio con qualità gravanti”. (fonte)
[3] “Si fabbricano in Roma anche il vetriolo verde e azzurro, bronzi, ottoni, orpello, tanto che le botteghe d’ottonaj, metallari, placchisti sono 20, e ascendono a 16 le Fonderìe di bronzo, a 2 le fabbriche di piombo;”. pag 205
da “TOPOGRAPHIA STATISTICA DELLO STATO PONTIFICIO, OSSIA, BREVE DESCRIZIONE DELLE CITTÀ E PAESI LORO MALATTIE PREDOMINANTI
COMMERCIO, INDUSTRIA, AGRICOLTURA, ISTITUTI DI PUBBLICA BENEFICENZA SANTUARJ, ACQUE POTABILI E MINERALI , POPOLAZIONE NOMI DI QUEI BENEMERITI CHE SI SEGNALARONO IN SCIENZE, LETTERE, ED ARTI ED ALTRE NOZIONI UTILI PER I MEDICI, CHIRURGI, IMPIEGATI, VIAGGIATORI, COMMERCIANTI E PER OGNI ALTRO CETO DI PERSONE COMPILATA DAI. CAV. ADONE PALMIERI
ROMA 1857. DALLA TIPOGRAFIA FORENSE, Via della Stamperia Camerale N. 4 (fonte)