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Distretto Militare di Caserta. 1948

    Distretto Militare di Caserta. 1948
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    DISTRETTO MILITARE DI CASERTA
    Compilato ai sensi della circ. 5000/AIE del Min. Dif. Esercito[1]
    VERBALE DI IRREPERIBILITA’

    L’anno millenovecento quarant otto addì 15 del mese
    di ottobre in Caserta si constata quanto appresso :
    In data (1) 6-10-948
    il (2) Com. stazione dei C.C. di Castelvolturno
    con (3) foglio 24/31
    segnalava a questo Distretto che la (4) Camicia Nera T..******.. fu
    ******… e di ..******..a nato il 29-10-913 a Castelvolturno –
    effettivo al (5) XI° legione M.V.S. N. 3° Btg 2° Cp.
    iscritto al n. 25674 di matricola di questo Distretto, in occasione
    di (6) eventi bellici
    avvenuto il (7) gennaio 941[2]
    in (8) Addis Abeba A. O. scomparve, e che dopo
    tale fatto non venne riconosciuto tra i militari dei quali fu legalmente
    accertata la morte o la prigionia.
    Essendo ora trascorsi più di tre mesi dalla data della segnalazione
    della sua scomparsa, e risultando che le ulteriori ricerche e indagini
    esperite in ogni campo e sotto ogni forma, sono riuscite infruttuose
    dei di lui riguardi , e che pertanto non è stato possibile , nel frattempo ,
    conoscere se egli sia tutt’ ora in vita o sia in effetti deceduto , viene
    redatto il presente processo verbale di irreperibilità a norma dell’ ar-
    ticolo 124 della Legge di Guerra, per gli effetti che la legge ad esso
    attribuisce.

    IL COLONNELLO COMANDANTE S.V.
    – (P. Ruggiero) –
    1335

    N. B. Il presente verbale non è valido agli effetti civili.

    (1) in tutte le lettere (2) ente che effettua la segnalazione (3) se tale segnalazione viene effettuata dal Comune « …………….. » il Comune di …………… con atto notorio confermato e convalidato al Comando Carabinieri di ………… «oppure» con foglio n. ……….. (quando viene effettuata da altri enti) (4) nome e cognome, paternità e maternità, luogo e data di nascita, residenza del militare scomparso (5) reparto e corpo di appartenenza (6) combattimento, affondamento piroscafo, internamento, eventi bellici, ecc. ecc (7) data in cui è avvenuta la scomparsa (anche approssimata) (8) località dove si è verificato l’evento che ha determinato la scomparsa.

    Caserta – Stab. Tip. E. Farina

    retro

    COMANDO DISTRETTO MILITARE -CASERTA
    UFFICIO MATRICOLA SOTTUFFICIALI E TRUPPA
    Caserta li 15/10/48

    N° 1797 / M. V. / 5 / M. S.

    Al Ministero Difesa Esercito
    – Direz. gen. leva sottuff. e truppa – uff. ric. Disp. – stato civ. ed albo d’oro –
    Rif. F. 682654/2/A/D del 16-9-48-  Roma

    All’ufficio Amministrazione
    Sede
    Si trasmette il verbale d’irreperibilità n° 1335 relativo
    alla Camicia Nera T..******.. fu .******.cl. 913 –

    Il Ten. Col Com/te S. V.
    (P. Ruggiero)  


    Note

    [1] In: “Norme principali riguardanti la liquidazione delle competenze spet­tanti ai partigiani combattenti”, emanato il 1° ottobre 1946, dal Ministero della Guerra, al punto n 9: “Partigiani combattenti dispersi” si legge:
    Ai partigiani combattenti dichiarati dispersi in seguito ad eventi bellici, sono applicabili le dispo­sizioni previste per i militari dispersi. Come è noto, tali disposizioni (circolare 5000/AIE del 1° luglio 1946) prevedono la redazione nei riguardi dei dispersi del verbale di irreperibilità.
    Alla compilazione di tale verbale provvederanno, con le consuete norme. i distretti militari di resi­denza dell’interessato, in base all’attestato di riconoscimento della qualifica dal quale risulti la posizione di «disperso» e ad un atto notorio ricevuto dal Sindaco, dal Pretore o dal Notaio, col quale si confermi che del partigiano disperso in azioni belliche non si siano più avute notizie.
    In base al suddetto documento gli assegni che spetterebbero al partigiano dovranno essere corri­sposti agli eredi, equivalendo il verbale di irreperibilità, a tali effetti, al certificato di morte; al ri­guardo si osserveranno le norme di cui al successivo n. 10).
    Si tenga presente che gli assegni suddetti non potranno essere corrisposti per periodi posteriori al 30 luglio 1946, data fissata dalla richiamata circolare 5000/AIE per la sistemazione dei militari di­chiarati dispersi.
    Agli aventi diritto sarà rilasciato inoltre, nel più breve tempo possibile e con le norme in vigore, il libretto di «presenti alle Bandiere».
    Gli interessati richiederanno contemporaneamente al Ministero del Tesoro la concessione della pensione di guerra.

    Il documento intitolato “Norme principali riguardanti la liquidazione delle competenze spettanti ai partigiani combattenti”, emanato il 1° ottobre 1946 con Protocollo n. 1180/O-pa dal Ministero della Guerra, stabiliva le linee guida per il pagamento delle competenze dovute ai partigiani combattenti e ai loro eredi. L’obiettivo era disciplinare in modo completo la materia relativa al pagamento delle competenze spettanti ai partigiani combattenti e ai loro eredi. (fonte)

    Immagini e Memoria

    Il documento affrontava vari aspetti, tra cui le modalità di riconoscimento delle qualifiche partigiane, la liquidazione delle competenze e il riconoscimento dei gradi partigiani ai fini amministrativi. Ad esempio, il Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 6 settembre 1946, n. 93, equiparava i partigiani combattenti ai militari volontari delle forze armate nella guerra di liberazione, riconoscendo loro gli stessi diritti e benefici.

    Partigiani d’Italia

    Per ulteriori dettagli sul contenuto specifico del documento, è possibile consultare l’archivio dell’Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (IVESER), che contiene fascicoli relativi al riconoscimento dei gradi partigiani e alla liquidazione delle competenze.

    iveser.it

    Inoltre, il sito “Partigiani d’Italia” offre una panoramica completa della legislazione relativa al riconoscimento della Resistenza e dei partigiani, fornendo contesto storico e normativo utile per comprendere le disposizioni dell’epoca.

    Partigiani d’Italia

    [2] La conquista britannica dell’Africa orientale italiana fu la grande offensiva combinata delle forze imperiali britanniche diretta ad occupare i possedimenti italiani in Etiopia, Eritrea e Somalia ed a restaurare l’Imperatore Hailé Selassié sul regno d’Abissinia.
    La campagna ebbe inizio nel gennaio 1941; le forze imperiali britanniche, ben equipaggiate e molto mobili, superarono la resistenza delle numerose ma deboli forze italiane e coloniali sia in Eritrea che in Somalia; entro aprile 1941 caddero Massaua ed Addis Abeba. L’intera Africa Orientale Italiana venne conquistata e tutte le truppe italiane furono catturate. Le ultime resistenze vennero superate nel novembre 1941.
    Storia

    Forze in campo

    Il generale Archibald Wavell, comandante in capo del teatro del Medio Oriente (che comprendeva il Corno d’Africa), progettò una vasta controffensiva da parte delle forze inglesi, indiane, sudafricane e africane a sua disposizione, diretta su due fronti:
    il fronte settentrionale, guidato dal tenente generale William Platt, con la 4ª e la 5ª Divisione fanteria anglo-indiana. L’attacco prevedeva l’avanzata dal Sudan in Eritrea.
    il fronte meridionale, guidato dal tenente generale Alan Cunningham, con la 11ª e la 12ª Divisione africana e la 1ª Divisione fanteria sudafricana. L’attacco prevedeva l’avanzata dal Kenya attraverso la Somalia italiana.
    Un terzo fronte sarebbe creato dalle forze anfibie che avrebbero riconquistato il Somaliland dal mare. Secondo il piano, tutte e tre le forze avrebbero dovuto convergere nella capitale: Addis Abeba.

    Fronte settentrionale

    Nel gennaio 1941, iniziò la pressione inglese che portò alla evacuazione italiana di Cassala e dei villaggi sudanesi conquistati; le due divisioni indiane coinvolte nella manovra, la 4ª e la 5ª, mossero verso Cassala e la linea Cherù-Aicotà inoltrandosi poi nel territorio della colonia italiana. Vista la precarietà delle linee di rifornimento e l’assoluto dominio dell’aria da parte inglese, il 20 gennaio il comando italiano decise il ripiegamento dei 17 000 uomini disposti sulla linea del fronte. La ritirata fu però intempestiva, espondendo le due colonne che dovevano ripiegare su Agordat agli attacchi aerei avversari e al successivo attacco terrestre degli anglo-indiani, molto meglio forniti di mezzi di trasporto degli italiani. La colonna proveniente da Aicotà dovette pertanto distruggere i materiali e le armi prima della resa mentre quella di Cherù arrivò ad Agordat dissanguata dai combattimenti protratti tra il 27 e il 30 gennaio.
    Successivamente le truppe rimaste ripiegarono su Cheren, dove si combatté la successiva battaglia, decisiva per le sorti dell’Africa Orientale Italiana.

    Fronte meridionale
    Il generale Alan Cunningham assunse il comando in Kenya nel novembre 1940 e nei mesi seguenti riorganizzò e concentrò le sue forze dietro il fiume Tana; grazie all’afflusso di ingenti rinforzi dal Sudafrica e di grandi quantità di armamenti, mezzi motorizzati ed equipaggiamenti il comandante britannico costituì una forza combattente molto mobile. Winston Churchill fin dal mese di novembre 1940 aveva esercitato pressioni sul generale Wavell perché utilizzasse attivamente le forze schierate in Kenya che stavano per essere rinforzate con l’arrivo di una brigata sudafricana inviata dal generale Jan Smuts, ma in un primo tempo il generale Cunningham propose di rinviare l’offensiva sul fronte meridionale fino a maggio o giugno 1941 e durante la riunione al Cairo del 2 dicembre il generale Wavell apparentemente concordò con queste indicazioni. Dopo ulteriori pressioni del Primo Ministro, infine il comando britannico del Medio Oriente decise di accelerare le operazioni e il generale Cunningham ricevette ordine di sferrare la cosiddetta “operazione Canvas” tra il 10 e il 15 febbraio 1941, prima della stagione delle piogge.
    Il corpo di spedizione britannico era formato inizialmente da due divisioni, la 11ª Divisione africana del generale Harry Wetherhall e la 12ª Divisione africana del generale Alfred Reade Godwin-Austen, costituite da quattro gruppi di brigate con 20 000 soldati di provenienza sudafricana, britannica, nigeriana, rhodesiana oltre ai reparti neri della Costa d’Oro. Si trattava di un contingente poco numeroso ma dotato di armamenti potenti: 300 moderni pezzi d’artiglieria e soprattutto oltre 10 000 automezzi che consentirono la completa motorizzazione di tutti i reparti; erano disponibili alcune squadriglie aeree modernamente equipaggiate dell’aviazione sudafricana.(fonte)