Roma
Direzione generale di Polizia[1]
Sezione 2° N 1329: 55/4729
Li 9 Ottobre 1858 All. 2V 11°
In ossequio al venerando
dispaccio del 1° Settembre
decorso, il sottoscritto Diret-
tore generale di Polizia si pre-
gia di significare all’E nza. V.
che in ordine ai concorrenti al-
la cattedra delle malattie cutanee
non risultano sinistri rilievi a ca-rico né in linea morale né in li-
nea politica. Si eccettua solamente
il D.r Alessandro Angelucci[2] partito
per la guerra del Veneto e avendo lungo
tempo dimorato in Venezia durante
la ribellione di d.a città, si crede che
le sue opinioni sentano di liberalismo,
non presenta però sfavorevoli osserva-
zioni, il suo contegno religioso e mo-
rale.
Non deve anche omettersi che
il D.r Giuseppe Corsi fu indicato per
uomo alquanto equivoco in fatto di
politica, non risulta però che prendesse
parte attiva nelle turbolenze decorse.
Dell’ E. V.
Dev mo. Servo
A. Matteucci
a lato in alto a sinistra
Copia
a destra N 12
Note
[1] Direzione generale di polizia. La Segreteria di Stato costituiva, in materia di polizia, l’autorità superiore (artt. 10 e 11). Anche il corpo dei vigili di Roma dipese dal governatore, direttore generale di polizia, e per lui dalla Segreteria di Stato (notificazione della segreteria di Stato 29 giugno 1832 ; vedi anche dispaccio della Segreteria di Stato 11 agosto 1828 il quale sottolineava che il suddetto corpo non dipendeva dall’autorità militare) fino al 1847 quando il comando dei vigili passò al senato di Roma (motuproprio 1° ottobre 1847) . Dal direttore generale di polizia, sempre in rappresentanza del segretario di Stato, poi del segretario per gli affari di Stato interni, dipesero anche il corpo dei carabinieri, poi gendarmi, ed il corpo politico-militare dei bersaglieri, che esercitava il servizio armato di polizia nella legazione di Velletri e nelle delegazioni di Frosinone, Benevento, Rieti, Spoleto, Camerino, Ascoli e Fermo (regolamento della segreteria per gli affari di Stato interni 21 dicembre 1833). Il governatore di Roma, nella sua qualità di direttore generale di polizia, aveva competenze abbastanza ampie, non solo in materia di pubblica sicurezza ma anche di polizia amministrativa, di statistica, di edilizia e simili (vedi anche chirografo 20 febbraio 1833). Conservò le suddette attribuzioni anche con il motuproprio 12 giugno 1847 con il quale fu istituito il Consiglio dei ministri, del quale fece parte anche il direttore generale di polizia, che conservava la disciplina e direzione di tutte le carceri politiche e di quelle correzionali di Roma, e il comando superiore delle armi politiche e dei vigili. Il governatore cessava però dalle funzioni giudiziarie sia civili che criminali e con istruzione circolare della Segreteria di Stato 26 giugno 1847, come già ricordato, il Tribunale di governo assunse il nome di Tribunale criminale di Roma e la sua presidenza, attribuita al governatore dal regolamento organico di procedura criminale 5 novembre 1831, venne affidata al prelato vice presidente del primo turno. Anche la giurisdizione economica, già attribuita al governatore dal regolamento per gli affari civili 10 novembre 1834 per decidere sui ricorsi contro i decreti dei presidenti regionari di polizia, fu affidata allo stesso prelato.
Con il motuproprio 29 dicembre 1847 fu istituito un Ministero di polizia al quale fu trasferita tutta la materia e il titolo di governatore di Roma scomparve. Soppresso il 18 settembre 1848, le competenze del Ministero di polizia furono divise tra il Ministero dell’interno e il Ministero del commercio, belle arti, industria e agricoltura; competenze sull’annona e grascia, boschi e foreste, statistica della popolazione, industria e agricoltura rimasero al Camerlengato. Dopo la restaurazione del 1849 la Commissione governativa di Stato pubblicò un nuovo regolamento per la polizia (17 marzo 1850), ponendone a capo il ministro dell’Interno e polizia, poi ministro dell’Interno. La carica di direttore generale di polizia fu ripristinata il 7 novembre 1850 con la nomina di mons. Rufini.
Alla direzione generale facevano capo due tipi di uffici periferici: nelle province le direzioni provinciali di polizia (inserite organicamente negli uffici delle delegazioni apostoliche) ed in Roma le presidenze regionarie, ciascuna delle quali comprendeva uno o più rioni.(fonte)
[2] GAZZETTA DI ROMA
Num. 66 – 1848
Ieri, come fu annunziato da noi nella Gazzetta , partì da Roma la Sezione di artiglieria Civica mobilizzata, per raggiungere al più presto possibile la legione romana, già da parecchi giorni in marcia, e della quale debbe far parte.
Usciva la Sezione dal forte S. Angelo alle ore nove e mezza antimeridiane , diretta alla porta del Popolo, passando per la via dell’Orso, la piazza Borghese, e porzione del Corso. Essa si compone dei due Cannoni co’ loro affusti, dono degl’incliti Genovesi alla milizia cittadina di Roma; di due carri da munizioni, e di un carro a ridoli, col treno de’ respettivi cavalli (donati da parecchi cittadini romani, i cui nomi saranno pubblicati in seguito) e loro conducenti.
Il personale della Sezione è il seguente:
Tenente in prima, Torre Federico. — Tenente in seconda, Gabet Luigi.— Ufficiale sanitario, Uffreduzzi Giuseppe.—Maresciallo d’alloggio contabile, Pontani Carlo. Marescialli d’alloggio, capi pezzi, Pizzamiglia Pio, Petrucci Natale. —Brigadiere foriere provvisorio, Gasperini Luigi. — Brigadieri, Ricci Livio, Bianchi Edoardo, Viviani Alessandro.—Artiglieri, Marcangeli Mario, Vescovali Angelo, Degli Abati Francesco. — Cannonieri, Casini Filippo, Poggi Pio Giovanni, Ubaldini Achille, Boretti Raffaele, Silveri Pacifico, Celestini Enrico, Caroni Pieiro, Mariani Gaspare, Zavagli Ercole, Alessandrini Angelo, Leonardi Giuseppe, Marcucci Vincenzo, Selvaggi Salvatore, Bonoli Pietro, Altobelli Settimio, Angelucci Filippo, Dubbino Filippo, Galassini Francesco, Armellini Augusto, Gualdi Alesseindro, Eutizi Giovanni, Martinelli Luigi, Fortuna Augusto. — Maresciallo Capo de’ conducenti, Ranucci Adriano. — Brigadier tromba, Franceschetti Sante. — Conducenti, Baglioni Domarmele Franceschini Domenico, Cardinali Filippo, Alessandri Giovanni, Forti Luigi, Moghetti Luigi, Costa Giuseppe, Gambini Achille, Graziosi Giacomo, Castignani Domenico, Ghirotti Santino , ‘Furia Giacomo. La Sezione di artiglieria ha con se una scorta di Cavalleria Civica mobilizzata, di cui ecco il personale. – Tenente, Panzini Gaetano. – Sotto Tenente, Cancelli Giuseppe. – Maresciallo, Sozzi Pietro. – Brigadieri, Molajoli Camillo, Mosatti Luigi. – Vice-Brigadieri, Sterbini Giuseppe, Fortuna Ernesto. – Militi, Longhi Sante, Renazzi Emidio, &meni Alessandro, Poggi Luigi , Soldini Francesco, Clavari .Ermanno, Santini Pietro, Jannarelli Giuseppe, Del Nero Luigi, Mazzoni Pacelli Francesco, Sterbini Michele, ed. una tromba d’ accompagna. Lungo le vie percorse dalla Sezione, in ogni dove affollatissime, si udivano lunghi e sonori applausi alla prode artiglieria civica, che con marziale contegno marciava al suo destino ; e fra gli applausi si mescolavano non pochi evviva al Duca di Rignano , General di Brigata e Capo dello stato maggiore civico, il quale si adoperò a tuttuomo per ordinare e porre in punto questa bella sezione di artiglieri, cui volle accompagnare, assieme a parecchi uffiziali dello stato maggiore generale, per buon tratto di cammino fuori la porta della capitale, accommiatandosene quindi in mezzo alle acclamazioni unanimi di quei bravi militi.(fonte)
Antonio Matteucci – Anche detto Carlo (1833-1836) – Nato in Fermo (15 marzo 1792). Canonico coadiutore di S. Pietro in Vaticano (1821-1823). Giudice (1829-1836), economo e segretario (1837-1843) e prelato componente (1844-1863) nella S.C. della Rev. Fabbrica di S. Pietro. Ponente della S.C. del Buon Governo (1829-1830). Prelato domestico di S.S. (1829-1866). Prelato referendario dell’una e dell’altra Segnatura (7 maggio 1829, 1830-1866). Prelato protonotario apostolico soprannumerario non partecipante (1830-1860). Prelato aggiunto per ricevere ed esaminare le relazioni della S.C. del Concilio (1832-1847). Primo assessore del Tribunale del Governo (1832-1835). Assessore (1833-1843), prelato votante nel primo turno (1844-1846) nella S.C. Lauretana. Prelato ponente (1836, 1851-1853), segretario (1844-1853) nella S.C. della Consulta. Vice presidente della Congregazione speciale Sanitaria (1844-1847), poi Direzione generale di Sanità, carceri, case di condanna e luoghi di pena (1851-1853) e capo della sezione carceri e case di condanna (1851-1853). Prelato votante nel primo turno (1847), poi nel turno di appello per le cause civili e criminali (1851-1863) nella S.C. Lauretana. Direttore generale di Polizia (1853-1865). Membro del Consiglio dei Ministri (1853-1865). Vice camerlengo di S.R.C. (1854-1866). Sostituto del segretario di Stato al comando superiore (1855), membro del Comando superiore del corpo in Roma e nelle provincie (1857-1860) del corpo dei Gendarmi pontifici in Roma. Creato e pubblicato cardinale da Pio IX (22 giugno 1866), diacono di S. Giorgio in Velabro. Morto in Roma (9 luglio 1866), fu esposto in S. Salvatore in Lauro dei Piceni ed ivi sepolto per testamentaria disposizione.(fonte)
Governi Antonelli
12 aprile 1850 – 20 settembre 1870
– Segretario di Stato e presidente del Consiglio dei ministri card. Giacomo Antonelli
– Ministro dell’Interno
mons. Domenico Savelli, nominato cardinale il 7 marzo 1853;
mons. Teodolfo Mertel, dal 14 marzo 1853 al 15 marzo 1858, nominato cardinale;
mons. Andrea Pila, dal 18 marzo 1858 al 20 ottobre 1865, nominato uditore generale della R.C.A.;
mons. Luigi Antonio De Witten, dal 20 ottobre 1865 alla morte il 27 gennaio 1868;
mons. Augusto Negroni, dal 7 febbraio 1868.
– Ministro di Grazia e giustizia
avvocato Angelo Giansanti, fino al 10 marzo 1853, quando il ministero venne soppresso.
– Ministro delle Finanze
comm. Angelo Galli, pro-ministro fino al 30 novembre 1854;
mons. Giuseppe Ferrari, dal 30 novembre 1854 alla morte il 12 luglio 1870;
interim card. Giacomo Antonelli, presidente del Consiglio, dal 12 luglio 1870.
– Ministro del Commercio, agricoltura, industria, belle arti e lavori pubblici
comm. Camillo Jacobini, fino alla morte il 21 marzo 1854;
mons. Giuseppe Milesi Pironi Ferretti, dal 4 aprile 1854 al 15 marzo 1858, nominato cardinale;
mons. Camillo Amici, dal 18 marzo 1858 al 4 giugno 1860, nominato ministro senza portafogli;
barone Pier Domenico Costantini Baldini, dal 4 giugno 1860 al 22 febbraio 1868, rinuncia;
card. Giuseppe Berardi, pro-ministro dal 23 marzo 1868.
– Ministro delle Armi
barone generale Guglielmo de Kalbermatten, pro-ministro fino al 7 novembre 1850, rinuncia;
principe Domenico Orsini, dal 7 novembre 1850 al 7 agosto 1851, rinuncia;
colonnello, poi generale Filippo Farina, pro-ministro dal 9 agosto 1851, poi ministro dal 30 novembre 1854 alla morte il 9 luglio 1857;
interim card. Giacomo Antonelli, presidente del Consiglio dei ministri, dal luglio 1857 all’aprile 1860;
mons. Frédéric-François-Xavier de Mérode, pro-ministro dal 17 aprile 1860 al 20 ottobre 1865, esonerato; generale Hermann Kanzler, pro-ministro dal 27 ottobre 1865.
– Ministri senza portafogli
mons. Teodolfo Mertel, uditore della S. Rota, dal 27 giugno 1850 al 14 marzo 1853 nominato ministro dell’Interno; torna come card. Mertel dal 15 marzo 1858 al 29 agosto 1863, nominato presidente del Consiglio di Stato;
mons. Angelo Giansanti, avvocato generale del Fisco, ministro senza portafogli dal 10 marzo 1853 alla morte il 18 marzo 1865;
mons. Antonio Matteucci, direttore generale di polizia e vice camerlengo, dal marzo 1853 al 20 ottobre 1865;
mons. Camillo Amici, dal 4 giugno 1860 dopo la rinuncia al ministero per il Commercio;
mons. Lorenzo Randi, direttore generale di polizia dal 20 ottobre 1865;
barone Pier Domenico Costantini Baldini, ministro del Commercio emerito dal marzo 1868 fino alla morte il 23 aprile 1869.
– Segretario del Consiglio
sig. comm. Francesco Sabatucci.
Da “I processi verbali del Consiglio dei Ministri dello Stato Pontificio (1847-1870)”
di Luca Carboni. Archivio Segreto Vaticano. Department Member
(fonte)