Liebe Mariantonietta,
Spero avrai ricevuto le due mie
precedenti lettere che ti ò scritto dopo il mio arrivo
a Venezia. Da te non ò ancora ricevuto nulla, ma forse
non ci è stato il tempo materiale. Ignoro quanto
tempo impieghi normalmente la posta da Venezia
al tuo paesello. Lo sperimenteremo, spero, i prossimi
giorni.
Ritenevo di rivederti presto qua a Venezia, ma in
questi giorni bombardano con gran frequenza varie
località del Veneto – sarà quindi bene che sii molto
prudente[1]. Ad ogni modo aspetto la tua posta.
Come indirizzo ò pensato che fosse meglio
che spedisci presso l’ufficio, ove mi trovo tutto il
giorno (abbiamo l’orario spezzato!), anziché all’albergo,
ove non mi reco che alla sera. Per di più, è
notato che all’albergo sono poco ordinati e poi
nullo precisi.
Quindi l’indirizzo preferibile è:
Direzione Generale Turismo
S. Marco – Ascensione 1300 – Venezia.
In ufficio abbiamo molto lavoro, per la ragione
che poi ora siamo quattro gatti e si tratta di
riorganizzare (se mai saremo capaci di organizzare
qualche cosa noi italiani) tutto da capo.
Pare che facciano venire una terza e ultima
infornata di funzionari da Roma.
E tu che fai di bello?
Sempre “birboncella” come al solito, naturalmente.
Appena ti vedrò a Venezia, per prima cosa ti darò una
sculacciatina. Va bene?
Qua a Venezia, in questi giorni, è freschetto ma non
freddo. Tempo abbastanza buono insomma.
Non ò però, molta possibilità di andare a zonzo
perché quando esco dall’ufficio alla sera alle 7 è
già buio pesto e ogni sera finisco per perdermi. Devo
sempre chiedere la strada per rientrare all’albergo!
Ài ragione: si mangia molto bene a Venezia.
I colleghi mi assicurano che due mesi fa era
veramente una cosa strabiliante e che ora è già
intervenuto un gran cambiamento, in peggio naturalmente.
Questo l’avevo pensato – Pareto insegna ….
Oggi è l’ultimo dell’anno. Prende un po’ di
malinconia … Il tempo passa veloce, ahimè, e non
ritorna più. Constato e provo che Venezia d’inverno
è una città che immelanconisce … In questo
momento le campane suonano. Era già l’ora ….
Sono le 17.30 e mi trovo in ufficio ove sono dovuto
venire per una questione urgente, già sbrigata.
Fra poco mi ingolferò nel buio delle calli veneziane.
È una città ben strana, Venezia, a viverci la vita quotidiana!
Denk’an mich manch mal, liebes kind!
E che il 1944 lo sia apportatore di pace e serenità.
Viel, viel Glück wünscht dich
Vittorio
31 dicembre 1943
Sig na Maria Antonietta Basile[2]
Villa Carvu
(Treviso) Onè di Fonte
Francobolli POSTE ITALIANE ESPRESSO
VENEZIA 31 12 43
SAN MARCO
Bosotto
Divisione Generale Sport e Turismo
Venezia
31.12.43
2.1.43
TREVISO ESPRESSO
Note
[1] Venezia. L’annuncio dell’armistizio pronunciato da Badoglio l’8 settembre del 1943 provocò un’immediata reazione dei tedeschi, che già il 9 occuparono militarmente la città, mentre colse del tutto impreparati soldati ed ufficiali delle diverse caserme della città, lasciati completamente senza ordini.
A fronte dello sfascio dell’esercito vi fu da parte della popolazione un moto spontaneo e diffuso di appoggio e di solidarietà verso i prigionieri ed una prima forma – prepolitica e trasversale – di reazione alla prepotenza dell’occupante. Ai soldati in fuga in questa prima fase gli abitanti di Mestre e dei dintorni offrirono soprattutto abiti civili, cibo ed indicazioni per raggiungere le località di provenienza evitando le strade principali controllate dalle truppe tedesche.
In queste prime settimane, mentre il partito fascista e la Repubblica di Salò si andavano ancora ricostituendo, alcuni elementi attivi dell’antifascismo mestrino, che poi comanderanno le formazioni partigiane, si mobilitarono per organizzare il recupero delle armi sottraendole ai tedeschi in vista di una lotta armata e per estendere e rinsaldare i rapporti con gli operai della zona industriale di Marghera che consideravano come principale componente di un movimento di resistenza al nazifascismo.
Il regime poteva essere stato visto con benevolenza da quegli operai per i quali il lavoro in fabbrica aveva rappresentato una via d’uscita dalla miseria di un’agricoltura, in cui prevalevano i piccolissimi appezzamenti in proprietà o in affitto. Ma la guerra e la sua evoluzione avevano fatto precipitare quel consenso che aveva avuto con la guerra d’Etiopia il suo apice. Il clima di sfiducia e di malcontento avevano creato uno stato d’animo di disponibilità ed apertura alle proposte degli oppositori del regime che rispondevano al desiderio di porre fine alla guerra e alla speranza di costruire una società più giusta. Già prima dell’armistizio alcuni operai, in fabbriche come la Breda, si dichiaravano apertamente antifascisti; altri maturarono già in quell’autunno nel 1943 la loro adesione a questo embrionale movimento di Liberazione.(fonte)
[2] Maria Antonietta Basile, moglie di Luigi Marziani (Senigallia, 26 agosto 1900 – Roma 16 agosto 1977) Odontoiatra. Esperto in Chirurgia orale, di fama internazionale per aver sperimentato il primo impianto sottoperiosteo a griglia di Tantalio.(fonte)