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Domenico Chinnici, 1942

    Generale Domenico Chinnici, 1 maggio 1942

    TRIBUNALE MILITARE DI GUERRA DI CETTIGNE[1]

    IL PROCURATORE MILITARE
    DEL RE IMPERATORE

    P.M. 48-M 1° Maggio 1942.XX°

    Caro Bolasco,

    Tornando dall’Italia, dove sono stato per servizio e in
    licenza, trovo la Vostra gradita lettera del 9 marzo alla quale mi
    affretto a rispondere.-

    Vi ringrazio delle parole che mi avete rivolte e più di
    tutto mi compiaccio con Voi per i sentimenti espressi e per i propo-
    siti manifestati.-

    Io non ho dubbio alcuno sul Vostro avvenire che sarà i-
    spirato ai più sani principi e ai più elevati e nobili sentimenti ;
    non può essere diversamente seguendo l’esempio di Vostro padre, del
    quale non sarò io a dirvi le virtù.-

    La parentesi dolorosa non sarà che un vago ricordo che il
    tempo cancellerà del tutto, non dico che sarà un ammonimento perché
    ormai sono convinto che non ne avete più bisogno.-

    Affrontate dunque l’avvenire con serenità e con quella ne-
    necessaria forza d’animo, che i tempi duri, ma eroici, che viviamo, e-
    sigono; Iddio Vi assista sempre e consenta ai Vostri genitori di es-
    sere sempre orgogliosi di Voi, come Io sono dei Vostri fratelli.-
    Fervidi auguri per il Vostro avvenire e cordiali saluti

    Gen. Domenico Chinnici[2]

    Al Signor
    Dott. Ernesto Bolasco[3]
    Via Livraghi 5
    Roma


    Note

    [1] Cettigne (MONTENEGRO)

    Capitale del Regno del Montenegro fino al 1918, Cettigne si trova 28 km ad ovest di Podgorica ed è situata sull’omonimo altopiano, ai piedi del monte Lovcen. Sede di un interessante monastero e dell’ex Palazzo Reale, oggi museo, la città è tuttora considerata la capitale culturale del paese. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il 16 aprile 1941, fu occupata dalle truppe italiane risalite dall’Albania e in seguito divenne capitale del regno indipendente di Montenegro dal luglio 1941 fino alla ricostituzione della Jugoslavia. Il 25 giugno 1942 a Cettigne, negli anni dell’occupazione italiana, le truppe del Regio Esercito operarono una rappresaglia fucilando 30 montenegrini, in seguito ad un attacco partigiano che aveva provocato la morte di 9 ufficiali italiani. Al momento dell’Armistizio italiano (8 settembre 1943) la valle del fiume Zeta con Podgorica e Cettigne era presidiata dalla Divisione di fanteria da montagna “Ferrara”, comandata dal generale Antonio Franceschini.(fonte)

    (Stanza segreta I) ELENCO SOMMARIO DI CONSISTENZA DELL’ARCHIVIO DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER I CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI SECONDO ALCUNI STATI ESTERI 

    di ALESSANDRO GIONFRIDA (gli elenchi di versamento con la rispettiva segnatura data dall’Ufficio storico sta in fondo Ar., b. 11, fasc. 123). Busta 2255 D (5) Fasc. 33. “1. 2255D. Magistrati, giudici e cancellerie del tribunale militare di guerra di Cettigne44”  cc. 204-1941 luglio 19 – 1946 novembre 27

    Documentazione, in copia, dello SME – Ufficio Informazioni. Riguarda il presidente e membri del tribunale di guerra accusati dal governo jugoslavo: generale di divisione Antonio Marotta, maggiore Nicosia Salvatore, maggiore Scalzo Michele, maggiore Seppilli Icilio, capitano Bianchi guido, capitano Landini Luciano; accusati dal governo iugoslavo ma, secondo gli accertamenti dell’Ufficio informazioni, non in servizio presso il medesimo tribunale: maggiore generale Chinnici Domenico, colonnello Toscano Gaetano, tenente colonnello Palma Cristoforo, maggiore  di Giovanni,  maggiore Nicosia Salvatore, capitano Frisari Vito, capitano Albertazzi Augusto, capitano Germani, capitano Giuseppe, capitano Cataldi G. Battista, capitano Montaruli Sabino, Tenente Pizzillo Giovanni, tenente Galtiero Enrico. – s. fasc. 1. “1. Magistrati, giudici e cancellerie del tribunale militare di guerra di Cettigne”.  
    Nota dell’Ufficio Informazioni sulla costituzione, funzionamento e compenenti del tribunale di Cettigne.   ins.1 “accuse jugoslave” (docc. 1-2). Stralci delle relazione della commissione di stato jugoslava nn. 2 e 36 (con 1 allegato). ins. 2. “ difesa degli interessati” (docc. 1-2) relazioni del generale Chinnici e del colonnello Toscano del 1945.

    44 Il Tribunale di guerra di Cettigne fu costituito con bando 13 maggio 1941 del comandante supremo delle forze armate e cominciò a funzionare completamente solo nella terza decade di luglio. Nei primi due mesi funzionarono solo gli uffici del procuratore militare e la cancelleria con sede a Budua. Dopo il 13 luglio 1941, a seguito dell’insurrezione del movimento partigiano titino, fu costituito un tribunale straordinario a Cettigne, ma, secondo l’Ufficio Informazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito, nessuno degli ufficiali appartenenti al citato tribunale militare di guerra di Budua fece parte del tribunale straordinario di Cettigne. Il 10 agosto 1941, comunque, il tribunale di guerra di Budua fu trasferito a Cettigne. Cfr. “Nota dell’Ufficio”, s. d.; in Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (da adesso in poi AUSSME), N-11, fondo Commissione d’inchiesta per i criminali di guerra italiani  secondo alcuni stati esteri, b. 22255c (5), fasc. 33.(fonte)

    [2] su:
    Chinnici Rocco (Magistrato). Nato a Misilmeri il 19 gennaio 1925 e morto a Palermo il 29 luglio 1983. Venne ucciso in un attentato mafioso davanti alla sua casa di Palermo, in via Pipitone Federico. Con lui perirono il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. Uditore giudiziario a Trapani e pretore di Partanna, poi giudice istruttore al Tribunale di Palermo, fu a capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Ideò e realizzò il coordinamento tra giudici, comunemente noto come pool antimafia, nell’intento di tutelare le indagini ed i magistrati esposti in delicate inchieste, e dove, insieme, si videro operare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta, Giuseppe Ayala ed Alberto Di Pisa.

    Rocco Chinnici fu persona di spiccata intelligenza e di elevatissime doti morali, ricercato e valente conoscitore della cultura greca e latina. Sulla scia dell’ amatissimo zio, Domenico Chinnici, magistrato e generale della Giustizia militare, ebbe un alto senso dello Stato, che seguì da uomo e da magistrato.

    Socialmente fu molto presente, si recava spesso nelle scuole e fra i giovani per contribuire alla crescita di una coscienza sociale diversa e della consapevolezza che il fenomeno mafioso andava combattuto a tutti i livelli. Nel 1984 gli è stata conferita la medaglia d’oro al valor civile, alla memoria.(fonte)

    [3] Bolasco Ernesto Quintino (Mario)
    È nato a Sassari il 7 novembre 1919 e si è laureato in giurisprudenza all’Università di Roma il 26 giugno 1941. È giornalista professionista dal 1937 al 1947. Entra in carriera diplomatica nel 1948. Nel 1950 viene destinato a Mosca dove rimane fino al 1953 quando viene trasferito a Jakarta. Dal 1956 presta servizio al Consolato di Tunisi. Nel 1959 rientra al Ministero e nel 1961 presta servizio, fuori ruolo, presso la Comunità Economica Europea. Rientrato nuovamente al Ministero nel 1963, vi rimane, con diversi incarichi, fino al 1975 quando viene nominato Ambasciatore a Bucarest. Dal 1981 al 1984 è Ambasciatore a L’Aja.
    È membro della Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici. Nel 1995 fonda e presiede l’Istituto per l’amicizia fra Italia e Romania. È scomparso il 6 giugno 2004 a Roma.(fonte)