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Curcelli Giovanni, Foggia 16 Settembre 1945

    Curcelli Giovanni. Foggia, 16 Settembre 1945
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    Mia cara Lina
    Ti scrivo col cuore in gola, perché
    oggi è domenica e non posso averti
    vicino a me. Tutti i fidanzati oggi
    escono, si divertono mentre noi siamo
    condannati a star lontano l’uno
    dall’altro e a soffrire questa sner=
    vante solitudine che ci fa san=
    guinare il cuore. Ti amo Linnuccia
    mia, e a volte mi dispero perdo il
    controllo dei miei nervi perché non
    vorrei che la mia bimba resti solo
    a Pisa, senza alcun svago e con
    la disperazione nell’anima. Lo so
    Lina sei giovane, meriti ogni atten=
    zione dovresti uscire, divertirti dopo

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    Tutte le sofferenze patite per la guerra
    e invece il destino è contro te e me.
    Non ti avvilire ti prego, il tempo
    passa presto e giungerà quel giorno
    in cui ci recheremo all’altare per affron=
    tare una vita serena e felice. Non
    ti lascerò mai Lina, tutte le sere uscirai
    con me, perché nessuno portà proi=
    bircelo e avrai accanto un uomo che
    non avrà altre cure che quelle di
    renderti felice e insieme di diventare
    un adorabile mammina di un
    bel bimbetto che sarà la nostra
    gioia. Non disperarti se tuo padre
    ti ha fatto capire che ha l’intenzione
    di farti sposare fra vent’anni, si

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    Dice sempre così ma poi vedrai che le cose cambieranno.
    Io in questa settimana andrò a Bari per sapere
    quando mi assumono in servizio; se dicono che
    debbo aspettare ancora mi recherò di nuovo a Roma
    stavolta con un gruppo di reduci della prigionia
    nelle mie stesse condizioni a reclamare di assumerci
    presto a lavorare. E quando comincerò a lavora=
    re, quando avrò raggranellato un gruzzoletto
    che mi permetterà di arredare modesta=
    mente una casetta, allora ti dirò Lina vuoi farmi
    felice, vuoi sposarmi? E non fra vent’anni ma
    fra un anno, perché sarò deciso a sistemarmi e a

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    Vivere felice accanto a chi voglio tanto
    bene. Sei contenta? Ora aspetto con im=
    pazienza che passino i giorni, mi srtug=
    go dal vederti. Quand’è che vieni
    a Foggia? Ho una voglia di darti
    tanti baci, di vederti con quel nastro
    rosso sui capelli che ti rende più bella
    e più sbarazzina. Ti prego scrivimi
    più presto. Hai ricevuto la mia
    raccomandata con le foto che ti inviai.
    Salutami tanto il babbo, la mamma
    e Luciano, ricevi i saluti di Tonino
    della commarella e dei miei di famiglia
    e tu che sei l’essere che amo di più
    al mondo ti mando tanti baci in —
    picchiato e abbracci a ondate successive
    ti adoro, vieni presto a Foggia[1] Tuo Giovanni

    Curcelli Giovanni, busta
    b
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    Alla Sig na Lina Russo
    Via Umberto I° n° 1
    Pisa

    m. Curcelli Giovanni
    Via Marchese De Rosa 84
    Foggia


    Note

    [1] Foggia … Dopo la proclamazione dell’armistizio tra l’Italia e le Nazioni Unite (8 settembre 1943), nonostante i tentativi di resistenza italiana, le forze tedesche s’impadronirono di Foggia, Manfredonia e Cerignola ma poi, sotto la costante pressione delle truppe alleate che continuamente sbarcavano nei porti di Taranto e di Brindisi, i Tedeschi, il 28 settembre 1943, si ritirarono da Foggia (che fu occupata dagli Alleati il 1° ottobre) oltre S. Severo e Lucera. L’intera provincia fu liberata il 10 ottobre 1943.

    Durante la successiva campagna d’Italia Foggia costituì la principale base aerea anglo-americana per il settore adriatico e balcanico. A questo si prestava, intorno, la piatta e disalberata pianura del Tavoliere: vi si attrezzarono non meno di 30 fra aeroporti e campi sussidiarî, soprattutto importante quello di Amendola (a circa 20 km. sulla nazionale per Manfredonia) con una pista di lancio principale larga oltre 200 metri e lunga km. 3,5, oltre le derivazioni.

    Il nodo ferroviario ha ripreso in gran parte la sua efficienza; ma le funzioni aero-portuali, nonostante progetti e tentativi, sono ritornate assai modeste. Nel campo industriale è da notare la ricostruzione del Poligrafico che ha ripreso la sua attività. La ricostruzione edilizia della città, ostacolata fino a tutto il 1945 dalle requisizioni alleate e da altre servitù di guerra, procede gradualmente, di pari passo col ritorno degli sfollati.

    La popolazione presente, che al 31 dicembre 1945 era stimata di 63.973 ab., al 31 dicembre 1947 era di 83.750 ab.(fonte)