I°. CONGRESSO NAZIONALE DI URBANISTICA
Roma 5 – 7 Aprile 1937 – XV
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LE NUOVE METE DELL’URBANISTICA
E LA FUNZIONE DELLA PROVINCIA
Avv. Giovanni Lorenzo Imbriaco
Segretario Generale della Provincia di Roma
I* CONGRESSO NAZIONALE DI URBANISTICA
Roma 5 – 7 Aprile 1937 – XV
LE NUOVE METE DELL’ URBANISTICA
E LA FUNZIONE DELLA PROVINCIA
Se l’urbanistica dovesse essere intesa — in un significato letterale
della parola — come studio dei problemi attinenti allo sviluppo dei centri urbani e più
specialmente dei moderni grandi agglomerati cittadini, ad essa dovrebbe ritenersi
completamente estranea la Provincia : chè la Provincia è un Ente che studia, in
definitiva, i problemi della vita dei centri rurali.
Senonchè questo concetto dell’urbanistica appare ormai superato : perchè
oggi, accanto allo studio dell’adattamento, o della trasformazione graduale delle
nostre città — onuste di meravigliosi tesori artistici, rifulgenti di superbe vestigia
di antichi’ monumenti — alle moderne esigenze della vita sociale, sta il problema
della espansione delle città stesse, inteso non nel senso dell’espansione perimetra-
le, ma del collegamento coi centri minori che le circondano, i quali debbono
offrire loro più ampio respiro e facilitarne i rifornimenti essenziali per la vita ma-
teriale o per la soddisfazione di necessità supplementari, o che rappresentano
delle città un’indispensabile integrazione, colle loro amenità climatiche o turistiche,
artistiche o panoramiche. E non si dimentichi neppure che il facile collegamento
di questi centri minori alle città è richiesto oggi, anche, da ragioni di indole mili-
tare, che consigliano Io sparpagliamento della popolazione nei piccoli paesi e
nelle campagne per la difesa dall’aggressivo chimico in tempo di guerra.
Ma ancora più ampio si profila il compito dell’urbanistica, secondo l’attuale
tendenza fascista che ne estende la funzione allo studio dell’ambiente in cui deve
svolgersi la vita della popolazioni rurali, e quindi della possibilità di creare, nei
Tip. Osp. S. Maria della Pietà
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centri paesani, condizioni di vita tali da legare sempre più le popolazioni alla terra
in cui esse vivono e producono, senza lasciarsi attrarre dai bagliori della città,
più spesso fomentatori di illusioni e di disillusioni che non stimolatori di sane
energie. Favorire, attraverso la realizzazione di queste condizioni di vita, il ritorno
del paesano al paese, del contadino alla terra, ove occorre che egli trovi non
solo pane e decorose abitazioni ma quanto oggi è indispensabile per la soddisfa-
zione dei bisogni imposti da una vita civile; disciplinare e realizzare lo sviluppo
dei centri minori; attuare piani regolatori che rispondano a queste alte finalità so-
ciali e politiche, questi i nuovi compiti dell’urbanistica, e quindi ad essi collegato
intimamente ed indispensabilmente quello dei piani regolatori stradali extra urbani
e più propriamente della creazione, dell’assetto e dello sviluppo della rete stra-
dale che deve essere ed è primo mezzo, fondamento essenziale, per cosi dire,
per la realizzazione degli altri scopi. Dappoichè non è concepibile un giusto e
razionale avvicinamento della campagna alla città e di questa alla campagna —
l’una all’altra indispensabile — senza vie ordinarie di comunicazione adatte al-
l’ incremento dei traffici moderni, sempre più orientati verso i mezzi di trasporto
automobilistici.
Se il campo dello sviluppo edilizio e quello della creazione di moderne,
razionali condizioni ambientali di vita e di benessere sono di competenza, preva-
lentemente, dei Comuni o dello Stato o dei Consigli Provinciali dell’ Economia
Corporativa o degli Enti Turistici — sulla base di opportune provvidenze legisla-
tive —, il campo delle comunicazioni stradali è proprio della Provincia che resta
ancor oggi l’ente più adatto a svolgere, in questa materia, un’attività nella qua-
le è sicuramente provato.
Dappoichè è la Provincia, nella nostra legislazione e nell’ordinamento am-
ministrativo dello stato italiano, specie in regime fascista, alla quale è affidato
il compito di curare le vie di comunicazione ordinarie fra capoluogo e centri mi-
nori o fra i vari agglomerati urbani esistenti nel suo territorio, e di svolgere opera
integratrice, coordinatrice e anche surrogatrice di quella dei Comuni appunto in
materia di strade.
Sfugge, è vero, alla competenza diretta della Provincia la cura delle gran-
di arterie nazionali, ma queste meno interessano il problema dell’espansione pe-
ri-urbana, perché servono ad altri e ben diversi scopi; e quello dei mezzi di comu-
nicazione, ferroviari, tranviari, automobilistici; ma anche in questo campo la Provincia
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è chiamata spesso ad intervenire ed anzi essa deve intervenire, accanto agli orga-
ni preposti più direttamente alla soluzione di questi problemi, appunto per la sua
funzione coordinatrice ed integratrice degli interessi comunali.
Il problema dei piani regolatori extra urbani, — problema senza dubbio di
pura urbanistica moderna — è dunque, per una grande parte, problema provinciale.
È logico perciò che l’attività della Provincia nel settore delle strade, non
possa prescinderne, nei riguardi del collegamento dei centri più prossimi alle gran-
di città, specie dove queste grandi città hanno funzione prevalente nella vita
della Provincia, o rappresentano agglomerati urbani di primaria importanza sia
dal punto di vista quantitativo — popolazione —, che da quello qualitativo —
economico, storico, tradizionale. —
Siamo anzi convinti che non sia possibile trattare problemi urbanistici, nel-
l’epoca presente e in proiezione verso il futuro, prescindendo dall’ intervento del-
la Provincia.
Si è auspicato, per lo studio e la soluzione di questi problemi, la crea-
zione di Enti particolari che ne siano specificamente incaricati e sono stati infat-
ti creati i Comitati urbanistici : riteniamo utile la costituzione di simili Enti, ma
ci sembra che essi debbano esser formati con la partecipazione di tutte le
amministrazioni pubbliche statali, parastatali e locali che il problema urbanistico
osservano, studiano e trattano : quali sono, principali, il Comune, la Provincia,
l’Azienda Statale della Strada, i Consigli Provinciali dell’Economia Corporativa,
i Circoli Ferroviari, gli Enti Provinciali per il Turismo.
Le Provincie hanno già compresa l’ importanza di questa loro funzione
ed hanno dimostrato già le loro possibilità in materia. Se la loro azione non si
è fatta ancora abbastanza notare ciò è perchè è rimasta per lo più, uno sforzo
isolato e non sempre coordinato con quello degli altri.
L’azione riservata alle Provincie in questo campo è anzitutto quella che si
estrinseca nella loro funzione di costruttrici e manutentrici di strade. Spetta al-
l’Amministrazione Provinciale di creare intorno alle città capoluogo quella rete
stradale che consenta lo sviluppo della città in determinate direzioni, opportuna-
mente e ragionevolmente prescelte, e lo diriga, quasi, verso le zone più adatte ;
e, nel tempo stesso, di collegare centri urbani minori prossimi alla città — i cosidetti
centri satelliti — colla città stessa, secondo uno studiato piano regolatore extra
urbano, tale che renda possibile alla città di andare verso la campagna ed a
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questa di andare verso quella. Perché non é soltanto l’abitante del grosso centro
urbano che aspira a godere le gioie del paese vicino, ove la tranquillità dell’am-
biente e la salubrità dell’aria valgano a temprarne le energie, ma è anche il produt-
tore del paese prossimo alla grande città che ad essa deve poter fare affluire gli
indispensabili approvigionamenti.
A nostro avviso il piano regolatore extra-urbano, per quanto si riferisce
alle strade, deve soddisfare appunto a queste esigenze vitali dei grandi centri : e
qui appunto interviene la Provincia nella sua funzione di «magistra viarum».
* * *
Ma se è vero gli studi urbanistici devono essere diretti, come crediamo,
alla più alta finalità di creare negli agglomerati urbani minori, ossia nei centri
rurali, condizioni di vita sana e moderna, noi vediamo in questo una finalità ben
più elevata : quella della vera lotta all’urbanismo e di conseguenza un potente
ausilio alla soluzione del problema dell’ incremento demografico, problema che, vi-
sto per primo dal Duce nella sua alta e reale importanza, è oggi posto in primo
piano da tutte le Nazioni europee, compresa la bolscevica Russia. Poichè noi pen-
siamo che le energie produttrici, nel settore demografico come nel settore econo-
mico, siano ancora da ricercarsi nelle campagne ; che proprio nei rurali vada
riposta ogni nostra maggiore speranza per l’ incremento della popolazione — le
cifre a tutti note lo dimostrano —; che siano la vita sana e semplice dei campi
ed il lavoro dell’aratro a temprare il corpo e le anime, i muscoli e lo spirito,
ad alimentare il vero amore della famiglia, la gioia del procreare, l’orgoglio
della figliolanza.
Dobbiamo dunque far sí che l’uomo dei campi viva sui campi e non sia
tentato ad urbanizzarsi ; dobbiamo far sì che il figlio del contadino che ha visto
la città quando è stato alle armi e ha partecipato agli effimeri godimenti che
essa offre, non la rimpianga allorchè torna al suo paese ; dobbiamo creare nelle
campagne un ambiente che renda la vita gradita e con quel minimo di agio tale
che colui che vi abita non debba sentirsi in condizioni di inferiorità materiale e
morale rispetto a colui che vive in città. Occorre dare ai rurali case sane e co-
mode, acqua pura, servizi igienici, paesi lindi e ariosi, rifornimenti facili, vie di
comunicazione agevoli e ben tenute, mezzi di trasporto rapidi ed economici, scuole
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ed istituti di istruzione, e, da ultimo, assistenza sanitaria e sociale, intese nel più
ampio significato della parola, onde la sanità della razza sia preservata e difesa,
perchè la salute fisica non deve essere considerata soltanto come bene prezioso
dell’ individuo, ma come bene della società : individui sani procreano figli sani ;
sono gli individui sani che formano e perpetuano la razza sana ed una razza
sana di corpo è sana pure di spirito e quindi è forte, lavoratrice, generosa.
Nel discorso alla seconda assemblea quinquennale del Regime il Duce
diceva : « La parola d’ordine è questa : entro alcuni decenni, tutti i rurali italiani
devono avere una casa vasta e sana, dove le generazioni contadine possano vi-
vere e durare nei secoli, come base sicura e immutabile della razza. Solo così
si combatte il nefasto urbanesimo, solo così si possono ricondurre ai villaggi e a
campi gli illusi e i delusi che hanno assottigliato le vecchie famiglie per inseguire
i miraggi cittadini del salario in contanti e del facile divertimento ».
E altrove diceva ancora il Capo : « Il villaggio deve avere la luce, il
cinema, la radio, il telefono ed un sistema di strade che facilitino i traffici delle
derrate rurali, il movimento degli uomini. Se il villaggio ha l’aspetto di una pri-
gione il contadino tenterà di evadere ».
Questa è pura urbanistica rurale : ed è in questo settore che la Provincia
può operare su larga scala e con proficue iniziative. Abbiamo già detto che alla
Provincia compete, anzitutto, lo studio e la soluzione dei problemi stradali : la
strada è necessità indispensabile per Io sviluppo dell’agricoltura e della produzione
in ogni campo, poiché la produzione è legata indissolubilmente al consumo e
quindi allo scambio. Ma la strada non dovrà servire al contadino per fargli rag-
giungere più facilmente la città allo scopo di trovarvi quanto occorre a soddisfare
le sue necessità più elementari, non dovrà essere mèta indispensabile per i suoi
modesti rifornimenti, o per trovare la scuola per i propri figli o l’assistenza sani-
taria o le provvidenze sociali, nelle campagne troppo spesso ignorate ; non dovrà
costituire la via di un volontario esilio, ma dovrà essere invece mezzo indispen-
sabile per eccitare la produzione, per facilitare il lavoro e gli scambi, per avvi-
cinare la produzione al consumo.
Nel campo della scuola non sono riservate alla Provincia, nell’attuale stato
della legislazione, iniziative particolari ; ma essa potrà agevolare e favorire quegli
istituti di istruzione media tecnica agraria e professionale che si rivelano ora come
più aderenti all’ indirizzo culturale e pratico moderno.
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Alla Provincia compete invece la realizzazione di gran parte dell’assistenza
sanitaria e sociale. Profilassi antitubercolare ed antimalarica, profilassi delle ma-
lattie infettive, azione surrogatoria delle attività comunali nel campo della difesa
da queste malattie, e, genericamente, nel campo sanitario ed igienico ; creazione
di dispensari e di ambulatori, di preventori e di colonie permanenti, — e perché
no ? — creazione di ospedali consorziali, di sale di pronto soccorso ; più ancora
assistenza alla madre ed al bambino, attraverso le Federazioni dell’O. N. M. I.
Questi sono i nuovi grandi importantissimi compiti delle Provincie, che
esse svolgono con sempre più vigile cura, con sempre più entusiastico slancio,
con sempre più fervida passione, a sollievo e a difesa della salute delle popo-
lazioni rurali.
La Provincia — dopo quanto abbiamo detto — deve concorrere così,
quale elemento indispensabile, alla soluzione dei problemi dell’urbanistica e in
particolare dell’urbanistica rurale in Regime Fascista. Le iniziative realizzate e le
opere compiute da molte di esse sono prova ed esempio.
Val la pena di accennare fugacemente a quanto ha fatto e fa la Provincia
di Roma.
Anzitutto un piano di rinnovamento stradale, iniziato su modesta scala,
quasi timidamente, nel 1928, in tre anni perveniva alla sistemazione delle arterie
principali verso i Castelli e verso il mare, con 118 chilometri di strade cilindrate
e bitumate ; proseguiva poi con alacre ritmo nel quadriennio 1932-36, fino a rag-
giungere in questo ultimo anno la sistemazione con manti bituminosi di ben 595
chilometri di strade provinciali su un totale di Km. 827 e cioè il 72 per cento
della rete ; il lavoro continua e fra un paio di anni tutta la rete stradale provin-
ciale sarà modernamente sistemata. Questa opera di risanamento delle vecchie
strade — che non si limitava alla superficie ma che si completava con correzioni,
varianti di tracciati, alberature, rifiniture —, rappresenta un capitolo del programma
tendente a facilitare le comunicazioni fra paese e paese e fra centri minori e
città, a fornire alle popolazioni rurali facili e comode vie per il collegamento fra
loro e con Roma.
Ma, contemporaneamente, il problema del collegamento dei centri satelliti
dell’ Urbe non era trascurato : si aprivano nuove strade, se ne studiavano altre.
La Via dei Laghi è la prima di esse : strada di enorme valore turistico, strada
che costituisce la valorizzazione di una zona magnifica, prossima a Roma, desti-
nata ad un grande sviluppo di iniziative, strada che ha riallacciato alla vita dei
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Castelli e dell’ Urbe Nemi pittoresca e produttiva, che ha dato ai castagneti della
Faiola ed ai fertili altipiani dei Pratroni la via facile e rapida per il trasporto dei
prodotti alla Capitale.
La Via dei Laghi sarà completata : e questo completamento, seguendo sem-
pre la stessa direttiva, rappresenterà il più diretto e il più agevole collegamento
dei Laghi e dei Castelli con l’Urbe perchè la nuova strada si snoderà, — come
è noto — sotto Marino, superando la Valle Licia fino ad allacciarsi con quella
strada Marino Frattocchie che — eliminati gli ostacoli dei passaggi a livello —
sarà la più rapida e comoda congiungente dei colli Albani con Roma. Marino
risentirà da questa via enorme beneficio tanto più che a questa opera si accop-
pierà l’altra — da eseguirsi a cura della Provincia per conto del Comune stesso
— della via dei Due Santi, strada di alto interesse agricolo locale, tra il paese e
l’Appia, attraverso fertili plaghe a coltivazione intensiva.
E verrà poi la Via Latina. Essa, sul tracciato di un’antica Consolare, ser-
virà a completare la rete delle comunicazioni coi Castelli Romani e coi paesi
di là della catena dell’Artemisio, servirà cioè a collegare alla Capitale, in un
razionale piano regolatore stradale peri-urbano, paesi laboriosi e produttivi, de-
terminando così in essi nuove possibilità di sviluppo agricolo, commerciale,
sociale.
Passando al campo dell’assistenza sanitaria, la Provincia di Roma ha at-
tuato una rete di dispensari d’igiene sociale che portano nelle campagne il sussidio
medico prezioso nella profilassi della più terribile delle malattie, la tubercolosi ; con
una azione di difesa meticolosa, costante, estesa in profondità, attraverso le ricer-
che diagnostiche più pazienti, attraverso la vigilanza più assidua. Ed ha istituito
ancora una rete di policonsulenza ambulatoria in vari centri, che offrono alle
popolazioni delle campagne la possibilità di consultare specialisti provetti nel-
le varie materie senza bisogno di ricorrere alla città; tali ambulatori fra poco
saranno estesi ed aumentati con la creazione di veri ” centri sanitari provincia-
li „ ove le popolazioni rurali potranno trovare assistenza e presidio per tutte le
specialità mediche.
Queste iniziative e questa attività, completate colla vigilanza igienica, coi
servizi di disinfezione nei paesi, con l’incoraggiare, anche mediante contributi finan-
ziari, il sorgere di ospedali consorziali e di sale di pronto soccorso, varrà a
determinare, pure nelle campagne, condizioni di ambiente, per quanto concerne
l’assistenza sanitaria, non troppo dissimili da quelle delle città.
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Ma non meno attiva e fervida si rivela l’attività della Provincia di Roma
nel campo dell’assistenza all’infanzia, attraverso la Federazione dell’ O.N.M.I.[1]
Infatti, essa ha costituito in ogni comune un centro assistenziale composto
dell’ufficio di assistenza e dei consultori ostetrico e pediatrico, nei quali i medici
locali, e periodicamente degli specialisti, appositamente incaricati, prodigano i loro
consigli alle gestanti, alle nutrici, alle madri : cosi essa è penetrata fino nei più
piccoli paesi e, attraverso l’opera delle assistenti visitatrici dell’infanzia, è giunta
a portare fin nelle più isolate abitazioni, nelle più povere capanne, !a sua azione
vigilatrice, l’amorosa assistenza, il consiglio igienico, l’insegnamento pratico onde
siano risparmiate alla morte tante esistenze preziose.
In molti comuni la Federazione Provinciale dell’O.N.M.I. ha impiantato
refettori materni: provvida istituzione per gestanti e nutrici povere, le quali tro-
vano in tali refettori un sano, abbondante, razionale pasto giornaliero, ed i cui
effetti benefici sono stati riscontrati nelle nascite di bimbi sani e robusti, nella
floridezza dei figli allattati dalle madri frequentanti i refettori. Altrove la Federa-
zione ha fatto sorgere dispensari latte, Case della madre e del bambino, sale
da parto ; anche queste ultime, provvidenziali istituzioni, per offrire alle gestanti
più misere un ambiente igienico in cui compiere il divino atto della procreazione.
Quante madri e quanti bimbi non sono stati così salvati dai pericoli del parto
in ambiente infetto !
Questa rapida enunciazione delle attività che la Provincia di Roma svolge
nell’ambito delle mansioni ad essa demandate ha un solo scopo : quello di con-
fermare quanto si è detto innanzi.
E cioè che la Provincia è e deve essere inserita, come elemento essenzia-
le ed indispensabile, nell’attività della urbanistica moderna e fascista, specie
dell’urbanistica rurale, in quanto, per la sua funzione, essa, è in grado di con-
correre efficacemente alla risoluzione dei problemi più alti sotto il profilo
dell’interesse sociale e nazionale — cui i cultori di questa nuova disciplina
rivolgono l’appassionato fervore dei loro studi.
Avv. Giovanni Lorenzo Imbriaco
Segretario Generale della Provincia di Roma.
Note
Citato su ArchiVista 3.0.0(fonte)
[1] L’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia (in sigla ONMI) è stato un ente assistenziale italiano fondato nel 1925 allo scopo di proteggere e tutelare madri e bambini in difficoltà, e sciolta nel 1975. Attiva anche in campo sanitario, si occupava infatti di profilassi, gravidanza, parto, puerperio.(fonte)