Fotg a “La Moderna”
Bologna
Data: 1911 c.a
Autore: studio “La Moderna” di Bologna[1]
Soggetto: Ritratto di giovane donna
B/N Colore: virato seppia
Dimensioni: 24 x 17 cm (supporto primario)
Materiale: cartoncino
Tecnica: gelatina bromuro d’argento/ carta
© Archivio Sacchini
Note
[1] Nel 1895-1898 Alfredo Bolognesi, pittore e fotografo, apre uno studio in proprio in Via Indipendenza 41g, e poi in Via Altabella 14. Successivamente nel 1898, entra in società con il fratello Angelo. Nel 1911 la ditta prende il nome di FOTOGRAFIA LA MODERNA, con sede in Via Indipendenza 22. In seguito, i fratelli entrano in società con Armando Orsini dando vita alla ditta BOLOGNESI ORSINI, sempre con sede in Via Indipendenza 22.Date del sodalizio Bolognesi-Orsini: 1919 (?) / 1934 (anno di morte di Armando Orsini). Cristofori F.- Roversi G. (a cura di), Le Collezioni d’Arte della Cassa di Risparmio. Le Fotografie.1 Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Cassa di Risparmio in Bologna, Bologna 1980, p. 101. G. Zucchini, Vecchi fotografi e vecchie fotografie in La Mercanzia, aprile 1957, pp.330-334.Sul verso della fotografia è riportato un timbro tondo della Regia Soprintendenza Arte Medioevale e Moderna utilizzato a partire dal 1923 sino al 1939.Il dipinto, firmato dal pittore Luigi Bertelli nell’angolo in basso a destra, rappresenta una villa del territorio bolognese erroneamente identificata nella didascalia manoscritta come Villa Malvezzi alla Croce del Biacco. Cuppini G. – Matteucci A.M., Ville del bolognese, Bologna 1969, p. 355.Il Fondo Malaguzzi Valeri comincia a costituirsi per volere di Francesco Malaguzzi Valeri a pochi mesi di distanza dal suo incarico in qualità di Direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna. In una lettera indirizzata a Corrado Ricci datata 22 dicembre 1915, Malaguzzi Valeri scriveva: “Caro Ricci, secondo un tuo – e mio – desiderio ho iniziato con qualche fortuna la raccolta fotografica bolognese e dintorni con vedute antiche e piante dell’antica Bologna”. L’8 settembre del 1918, Malaguzzi Valeri informa Ricci di aver raggiunto, grazie all’incremento del Ministero, le 5000 unità, lamentandosene per la scarsità e chiedendo un appoggio per ottenere altri esemplari. Sommando il numero di fotografie segnalate nella lettera del marzo 1917, con quelle dell’aprile dello stesso anno, si osserva come l’archivio fotografico superi le 6500 unità. Inoltre, vi erano altre stampe subentrate nel fondo attraverso altri canali, ulteriori e probabili stampe di sua proprietà, e quelle donate l’anno successivo da Igino Benvenuto Supino. Al 1918 si ferma la documentazione scritta sul fondo malaguzziano, ma il fondo stesso ci testimonia come negli anni successivi la morte del Malaguzzi, avvenuta nel 1928, il fondo sia stato ampliato nei decenni successivi. Il Fondo Malaguzzi Valeri è costituito da 5720 positivi, stampati per lo più con la tecnica dell’albumina e gelatina bromuro d’argento e realizzati da 118 autori diversi, dalla seconda metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento. I soggetti predominanti riguardano opere di pittura di artisti europei, coprendo un periodo cronologico che va dal sec. XII al sec. XX. Il nucleo più corposo riguarda opere del Museo del Prado di Madrid con 495 stampe seguito dalla Galleria degli Uffizi con 263 stampe, la Pinacoteca di Brera (257), le Gallerie dell’Accademia di Venezia (224), il Museo Nazionale di Capodimonte (217)(fonte)