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Léon Gambetta. 1870 ca

    Léon Gambetta. 1870 ca
    « di 2 »

    ETIENNE CARJAT & Clr PHOT
    10.RUE Ntre De DE LORETTE

    retro

    Gambetta[1]

    AU REZ-DE-CHAUSSÉE
    PHOTOGRAPHIE
    ETIENNE CARJAT & C.ie[2]
    MAISON FONDÉE EN 1867
    RUE NOTRE DAME
    10
    DE LORETTE

    EDAILLES MEDAILLES
    LONDRES
    1861
    PARIS
    1863-1864
    BERLIN
    1865
    EXPOSITION
    Universelle
    1867


    Data: 1870 c.a

    Autore: ETIENNE CARJAT & C.ie

    Soggetto: Ritratto di giovane donna

    B/N Colore: virato seppia

    Dimensioni: 8 x 10 cm (supporto primario)

    Materiale: cartoncino

    Tecnica:  albumina su una carta 

    © Archivio Sacchini


    Note

    [1] Léon Gambetta. Nel 1895-Uomo politico francese, nato a Cahors da padre genovese il 2 aprile 1838, morto a Ville-d’Avray presso Sèvres il 31 dicembre 1882. La difesa di L.-Ch. Delescluze, redattore capo del Réveil – processato nel novembre 1868 per avere aperto sulle colonne del suo giornale una sottoscrizione per un monumento al deputato A. Baudin, ucciso sulle barricate il 3 dicembre 1851 nel tentativo di resistenza al colpo di stato del principe Luigi Napoleone – fu una tremenda requisitoria contro l’Impero e portò il G. al primo posto tra gli oppositori repubblicani; e poco dopo, nel maggio 1869, veniva eletto al Corpo legislativo per Parigi e Marsiglia. Egli optò per Marsiglia e continuò la sua vivace campagna di opposizione in. quell’assemblea. Insieme coi suoi compagni della minoranza, votò contro la dichiarazione di guerra alla Prussia; ma, scoppiato il conflitto, si separò dai suoi amici politici e votò per la concessione dei crediti necessarî alla condotta della guerra. Alla notizia del disastro di Sedan, di fronte all’inazione del Corpo legislativo e al pericolo di avvenimenti che avrebbero indebolito la difesa della Francia invasa, prese l’iniziativa di proclamare decaduto Napoleone e la sua dinastia e costituita la Repubblica (4 settembre 1870), ed entrò a far parte del governo della difesa nazionale, come ministro dell’Interno. Il 7 ottobre, uscito in pallone da Parigi assediata, si recò a Tours, donde, divenuto l’anima della delegazione del governo nelle provincie, si prodigò per porre in campagna nuove truppe; e da Bourges prima, dove si era recato dopo la sconfitta di Orléans del 4 dicembre per riorganizzare gli eserciti, da Bordeaux poi, dove il 27 dicembre aveva raggiunto la delegazione quivi trasferitasi, continuò la sua opera. Dopo aver protestato contro la capitolazione di Parigi, il G. decretò l’esclusione dal voto per l’elezione della Assemblea nazionale degli ex-funzionarî e dei candidati ufficiali dell’Impero; avendo Bismarck protestato che così veniva violata la libertà di voto prevista dall’armistizio, il governo di Parigi dovette invitare il G. a ritirare il decreto, ma egli preferì dimettersi. Eletto all’Assemblea nazionale da nove dipartimenti, optò per Strasburgo, e dopo aver votato e protestato contro il trattato di pace, abbandonò con gli altri deputati dei dipartimenti ceduti, l’Assemblea. Vi ritornò nel luglio del 1871, come deputato di Parigi. Fondò il 5 novembre 1871 il giornale La République Française e, affrontando le ire dei deputati più accesi dell’estrema sinistra, diede il suo appoggio a Thiers, che approfittava delle discordie tra i monarchici per consolidare in Francia il regime repubblicano. Dopo la caduta di Thiers nel maggio 1873 e l’avvento al potere del monarchico maresciallo Mac-Mahon, il G. indusse i repubblicani a una tattica di moderazione, che concorse al fallimento dei tentativi monarchici; e all’indomani del rifiuto del conte di Chambord di accettare le condizioni poste dall’Assemblea per la restaurazione della monarchia, il G. si adoperò per far votare anche dai radicali la costituzione repubblicana del febbraio 1875. La campagna iniziata dai clericali per il ristabilimento del potere temporale del papa fu denunziata dal G. come una sorgente di possibili conflitti con l’Italia, venendo così a creare una certa solidarietà tra i parlamentari di sinistra dei due paesi, segnatamente tra il G. e Crispi, che si trovava a Parigi nella primavera del 1876, quando il duca di Broglie cercò di riassumere il potere. Il G., che dirigeva la lotta contro il Broglie, fu largo di promesse al Crispi e cercò anche di valersene come di un intermediario presso il Bismarck. Il 4 maggio 1877 la sua campagna contro la destra culminò in un discorso, chiuso con le parole: Le cléricalismevoilà l’ennemi! Al tentativo del Mac-Mahon d’imporre al paese un governo di destra mediante lo scioglimento della camera, G. rispose col discorso del 15 agosto a Lilla, che conchiudeva con il dilemma rivolto al presidente della repubblica: se soumettre ou se demettre. Per questo discorso venne condannato in contumacia a 3 mesi di carcere e all’ammenda, ma la campagna elettorale da lui guidata finì con la vittoria dei repubblicani, e la sottomissione prima e le dimissioni poi del Mac-Mahon. In quello stesso anno il G. compì un breve viaggio in Italia e fu ricevuto da Vittorio Emanuele II. Nel gennaio 1879 fu eletto presidente della camera e continuò la sua campagna contro i bonapartisti, i monarchici e i clericali; rimase a capo della frazione temperata della sinistra, nota come “partito opportunista” ed esercitò una notevole influenza sulla maggioranza parlamentare, pur restando tra le quinte: perciò i suoi avversarî radicali e di estrema sinistra parlarono del suo “pouvoir occulte” e lo accusarono di aspirare alla dittatura. Nonostante i suoi andamenti al Crispi e al generale Cialdini, ambasciatore italiano a Parigi, il G. fu d’accordo con J. Ferry nell’accettare l’invito tedesco ad occupare la Tunisia; ma nell’autunno 1881 durante la discussione sull’applicazione del trattato del Bardo provocò la caduta del ministero. Questa volta non poté rifiutarsi di assumere il potere e il 14 novembre 1881 formò il gabinetto in cui si riservò il Ministero degli esteri; la sua lunga politica di astensione, per paura di perdere la popolarità, fu però causa della sua pronta caduta. Il ministero, che, preannunziato da lungo tempo come le grand ministère, aveva deluso le aspettative, si dovette dimettere il 26 gennaio 1882, dopo soli 66 giorni di governo, in seguito ai virulenti attacchi che da tutte le parti si movevano al G. e al rigetto della sua proposta di sostituire al collegio uninominale lo scrutinio di lista, da cui egli sperava una maggioranza più omogenea e disciplinata. Tornato al suo seggio di deputato, prese la parola per disapprovare la condotta di Ch.-L. Freycinet, che aveva respinto l’offerta inglese per una collaborazione militare in Egitto. I suoi amici preparavano già il suo ritorno al potere e parlavano della sua elezione a presidente della repubblica, quando il 27 novembre, nella sua villa di Ville-d’Avray, si feriva alla mano con un colpo di pistola partito accidentalmente; alla ferita seguì un’infiammazione intestinale che lo condusse prematuramente a morte. Il fatto che il G. si era ferito in presenza della sua amica Léonie Léon alla vigilia dell’annunziato matrimonio diede luogo a molte dicerie, ma oramai sembra assodato che la ferita fu accidentale.(fonte)

    [2] Étienne Carjat ( pronuncia francese: [etjɛn kaʁʒa] ; 28 marzo 1828 – 8 marzo 1906) è stato un giornalista, caricaturista e fotografo francese . Ha co-fondato la rivista Le Diogène e ha fondato la rivista Le Boulevard . È noto soprattutto per i suoi numerosi ritratti e caricature di personaggi politici, letterari e artistici parigini. La sua opera più nota è l’iconico ritratto di Arthur Rimbaud che ha scattato nell’ottobre 1871.  La posizione di gran parte delle sue fotografie è irreperibile dopo essere stata venduta a un certo signor Roth nel 1923.

    Biografia
    Carjat nacque a Fareins , un comune nel dipartimento dell’Ain nella Francia orientale. Quando aveva dieci anni, la sua famiglia si trasferì a Parigi e nel 1841, all’età di tredici anni, fu apprendista presso il signor Cartier, un produttore di seta. All’inizio fu impiegato in attività mondane, ma attirò l’attenzione del capo disegnatore, M. Henry, che fu soddisfatto dei disegni che aveva realizzato per divertire i bambini e fu trasferito al dipartimento di design. Rimase lì per tre anni. Interessato al teatro, nel 1854 Carjat pubblicò una serie di caricature litografiche di attori parigini, ciascuna accompagnata da un verso comico. Queste si rivelarono popolari e in seguito Carjat utilizzò le riproduzioni per realizzare cartes de visite e il fotografo Pierre Petit ne produsse versioni ingrandite.

    Nel 1858, Carjat apprese la professione di fotografo da Pierre Petit e nel 1861 si trasferì nel suo laboratorio al numero 56 di Rue Laffitte a Parigi. Era lo stesso luogo degli uffici del giornale Le Boulevard , da lui fondato e gestito dal suo amico Alphonse de Launay. Il poeta Charles Baudelaire collaborò a questa rivista settimanale.  Le capacità fotografiche di Carjat si svilupparono e produsse numerosi ritratti di personaggi famosi, le sue fotografie si distinguevano per l’assenza dell’elaborata ornamentazione che altri fotografi prediligevano.  Le sue fotografie catturavano lo spirito dei suoi soggetti attraverso le loro posture ed espressioni drammatiche. Il suo lavoro fu riconosciuto a livello internazionale e ricevette premi a Parigi (1863 e 1864), a Berlino (1867) e all’Esposizione universale di Parigi (1867) . La fotografia ritrattistica potrebbe essere stata il suo interesse principale in questo periodo, ma continuò con le sue attività di editing e la pubblicazione di vignette sulla stampa popolare.

    Nel 1865 vende il suo atelier a Légé e Bergeron. Dal 1866 al 1869 si trasferisce al numero 62 di rue Jean-Baptiste-Pigalle, poi al 10 di rue Notre-Dame-de-Lorette. È amico del pittore Gustave Courbet ;  (come Courbet) sostiene la Comune di Parigi nel 1871 e pubblica poesie politiche sul loro giornale La Commune . Prosegue la sua attività di caricaturista, pubblicata in particolare sul giornale Le Diogène di cui è co-fondatore. Pubblica anche un libro, Artiste et citoyen , nel 1883.

    Una delle sue fotografie più note è un ritratto di Arthur Rimbaud , scattato nell’ottobre 1871. Paul Verlaine , Rimbaud e Carjat facevano parte dei Vilains Bonshommes, un gruppo creato nel 1869, che riuniva poeti e artisti come André Gill , Théodore de Banville e Henri Fantin-Latour . Nel gennaio 1872, scoppiò una lite durante una cena organizzata da questo gruppo, e Rimbaud ferì Étienne Carjat con la canna-spada di Albert Mérat . Per reazione, Étienne Carjat cancellò le lastre fotografiche corrispondenti ai ritratti che aveva scattato di Rimbaud, e solo otto stampe delle fotografie originali sopravvivono. Un’altra fotografia ben nota è un ritratto meditabondo del poeta Charles Baudelaire.(fonte)