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Esercitazioni del Corpo d’Armata di Roma, 1938, Oricola

    Esercitazioni del Corpo d'Armata di Roma, 1938, Oricola
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    – ORICOLA – Grandi esercitazioni sperimentali del
    Corpo d’Armata di Roma – Osservatorio
    di Oricola[1] – estate 1938 – le missioni
    estere . Ten. Francardi[2]

    timbro

    Cav.  G. LANDRISCINA
    Galleria Umberto I. 84-85
    NAPOLI – Tel. 31592

    Agfa Brovira[3]

    Esercitazioni del Corpo d'Armata di Roma, 1938, Oricola
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    timbro

    Cav.  G. LANDRISCINA
    Galleria Umberto I. 84-85
    NAPOLI – Tel. 31592

    Agfa Brovira

    Esercitazioni del Corpo d'Armata di Roma, 1938, Oricola
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    timbro

    Cav.  G. LANDRISCINA
    Galleria Umberto I. 84-85
    NAPOLI – Tel. 31592

    Agfa Brovira

    AUTORE Cav. G. Landriscina
    DATA 1938
    SOGGETTO Ufficiali commissione estera
    B/N COLORE Bianco/Nero
    DIMENSIONI 17,5×12 cm
    MATERIA E TECNICA solfuro d’argento / Carta

    © Archivio Sacchini


    Note

    [1] L’11 agosto 1938 Benito Mussolini fece tappa nella città di Oricola per assistere alle “Grandi esercitazioni sperimentali” organizzate nella piana del Cavaliere. Le manovre militari sancirono un importante cambiamento all’interno del Regio Esercito: la trasformazione dalla divisione ternaria a quella binaria. In altre parole, si verificò il passaggio da tre reggimenti di fanteria e uno di artiglieria a due reggimenti di fanteria e uno di artiglieria potenziata.

    La riorganizzazione del 1938 aveva portato alla costituzione di divisioni di fanteria cosiddette binarie, poiché erano composti da due reggimenti di fanteria (invece dei precedenti tre), oltre ad uno di artiglieria. Nel corso della guerra diverse divisioni di fanteria attivarono un terzo reggimento di fanteria (contraddistinti da numerazioni superiori a 300) per meglio svolgere incarichi di guarnigione o per conversione di unità già di Camicie Nere.

    A partire dal 1º marzo 1940, alle divisioni di fanteria ordinarie e da montagna venne aggregata una Legione d’Assalto della MVSN, composta da due battaglioni di CC.NN. e una compagnia mitraglieri. L’effettiva assegnazione avvenne abbastanza a rilento per problemi addestrativi e per la limitata disponibilità di materiali, ed era ancora largamente incompleta al momento dell’entrata in guerra.

    Numerose sulla carta, in realtà al momento della dichiarazione di guerra la maggior parte delle divisioni italiane era incompleta sia in termini di uomini che di materiali, difatti su 75 divisioni appena 35 potevano dirsi complete di organico e materiali. Questa situazione non venne mai interamente rettificata durante il corso della guerra e una parte considerevole delle divisioni sul territorio metropolitano o impegnate in compiti di guarnigione in Francia e nei Balcani rimasero incomplete dal punto di vista dei materiali, dovendo anzi spesso cedere parte delle proprie dotazioni per sostenere le divisioni impegnate nelle zone di operazioni.

    Successivamente all’ingresso in guerra, verranno costituite numerose altre unità di livello Divisionale. Tra queste, vi erano anche divisioni di paracadutisti (due, con una terza mai completata) ed oltre venti divisioni costiere. Queste ultime erano essenzialmente di reparti di seconda linea, di consistenza variabile a seconda della zona di impiego.(fonte)

    Alle truppe della Divisione “Torino”
    (11 agosto 1938)
          L’11 agosto, concludendosi le manovre del Corpo d’Armata di Roma, dall’osservatorio nella Piana del Cavaliere, il Duce così parla alle truppe della Divisione «Torino»:

          Ufficiali, sottufficiali, caporali, soldati e camicie nere!
          Sua Maestà il Re Imperatore mi ha dato l’incarico di comunicarvi il suo augusto elogio.
          Voi tutti, soldati di leva e richiamati, lo avete ampiamente meritato. Durante questi giorni di esercitazioni voi avete dato prova di salda disciplina, di grande resistenza alle fatiche, e di un alto grado di addestramento.
          Non poteva essere diversamente. Voi appartenete alla nuova gioventù italiana inquadrata dal Littorio, conquistatrice dell’Impero.
          Come i vostri camerati voi non avete che un’ambizione, non tenete che a un privilegio: portare le armi in difesa della Patria.
          Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non prepararsi è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo.
          Ufficiali, sottufficiali, caporali, soldati è camicie nere!
          Saluto al Re!

    Benito Mussolini- Le opere i discorsi e gli scritti (1914-1942)

    Nel video della PATHÉ TV la data è 1937. Si legge nella didascalia:
    Materiale non usato / non emesso – nessuna documentazione – date non chiare o sconosciute
    Carsoli, Italia.
    Grande parata militare. Truppe e artiglieria depositata. Rapida inquadratura di Benito Mussolini. Le truppe vengono ispezionate. Le truppe fanno un grande saluto fascista a Mussolini (Il Duce) e al re italiano Vittorio Emanuele III. Altre riprese delle truppe ispezionate da Mussolini. Mussolini controlla il mirino del mortaio. Altre riprese delle truppe.
    Mussolini pronuncia un discorso. Tagli su soldati e ufficiali che ascoltano.

    [2] Emilio Francardi.(probabilmente l’autore degli scatti) Nato il 30 giugno 1901 a Capoliveri (Livorno)
    Gradi: Capitano di Fregata
    Decorazioni: 12 dicembre 1942: Croce di guerra al valore militare
    Informazioni sulla carriera
    DANDOLO (CFCO): dal 25.03.1939 al 27.06.1939.
    A Maristat dal 01.07.1939.
    Dal 01.04.1942, Capo del 2° GRUPPSOM (Napoli).
    OTARIA (CF resp.): dal 05.09.1942 al 30.10.1942 (refit a Napoli).
    Fu al comando dell’incrociatore leggero SCIPIONE AFRICANO dal 28.04.1945 al 08.06.1945.
    Emilio Francardi comandò il sottomarino Otaria (OA, I.25) dal 5 settembre 1942 al 30 ottobre 1942.
    Già comandante del sommergibile Serpente, con il quale svolse missioni durante il conflitto spagnolo, e del Dandolo, con il quale partecipò al notevole evento della “Rivista H” del 5 maggio 1938, al momento dell’armistizio si trovò nella sua città natale, l’isola d’Elba, da cui riuscì a fuggire verso il sud. Nel corso del 1945, assunse il comando dell’incrociatore leggero Scipione Africano.
    In seguito, venne collocato nella riserva, raggiungendo il prestigioso grado di contrammiraglio. Per un lungo periodo, ricoprì il ruolo di insegnante di storia navale presso l’Accademia, dove il suo libro di testo divenne un punto di riferimento durante gli anni ’60 e ’70.
    “(fonte)

    [3] Aktien-Gesellschaft für Anilin-Fabrikation”, il cui acronimo è AGFA è stata fondata nel 1867 a Berlino.
    L’Agfa fu fondata nel 1867 a Rummelsburg, presso Berlino, da Paul Mendelssohn Bartholdy, figlio del compositore Felix Mendelssohn, e da Carl Alexander von Martius. Nel 1873 prese il nome di Aktien-Gesellschaft für Anilin-Fabrikation, il cui acronimo è AGFA. L’azienda produce inizialmente prodotti chimici per il trattamento delle pellicole fotografiche. Nel 1880 entra a far parte della società Franz Oppenhaim, che nel 1909 avrebbe creato a Wolfen la “Agfa Film Company”. Nel 1925 l’Agfa inizia a produrre macchine fotografiche per la Bayer, l’anno successivo esce la prima fotocamera con il suo marchio, l’Agfa Standard.(fonte)

    Agli albori della società producevano solo composti chimici per la carta fotografica. La carta fotografica è stata la più utilizzata dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Le carte fotografiche più utilizzate dai soldati furono Agfa brovira e Agfa Lupex.(fonte)