fronte:
25-XI-915
Campoluzzo di Mezzo[1]
Ricordando
Alfredo
retro:
9-XII-915
Lucietta carissima,
T’invio questa mia
fotografia fatta prima di ab=
bandonare la nostra alpestre
dimora, prima che la gillet[2]
mi avesse ringiovanito di dieci
anni. Sarà un ricordo di questi
primi sette mesi di guerra.
Riguardo alle licenze si sa
ormai di positivo che ricomin
ceranno nella seconda quin=
dicina del corr. mese; ancora
però non posso fissarti esatta=
mente il giorno che potremo
finalmente rivederci.
Saluti cordiali a tutti ed
a te affettuosissimi dal tuo
Alfredo
stampa
CARTOLINA POSTALE
MISURE 9×14 cm
COPYRIGHT Archivio Sacchini
Note
[1] 2° Reggimento-bersaglieri, è stata un’unità del Regio Esercito Italiano e poi dell’Esercito italiano di stanza come sua ultima sede a Legnano.
Origini
Il reggimento, costituito il 31 dicembre 1861 traeva le sue origini dal Comando bersaglieri del 2º Corpo d’armata con sede a Como e all’atto della sua costituzione ha incorporato il II battaglione, costituito nel 1848, nel cui ambito era compresa la 2ª Compagnia antica del Corpo che aveva partecipato alla 1ª Guerra d’indipendenza meritando tre Medaglie di bronzo al valor militare, alla campagna di Crimea del 1855, conseguendone nel corso delle Guerre d’indipendenza una quarta.
Il reggimento tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo prese parte alle guerre coloniali italiane, partecipando, con la formazione di quattro battaglioni, alla guerra in Eritrea nel 1895 e alla campagna di Libia del 1911.
Prima guerra mondiale
All’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, il reggimento, che aveva la sua sede in tempo di pace a Roma, dopo aver costituito un nuovo battaglione, il II battaglione bersaglieri bis, in sostituzione del II battaglione bersaglieri dislocato in Libia, era costituito anche dal IV, dal XVII e dal II battaglione bersaglieri ciclisti; il reggimento, partito a scaglioni da Roma il 31 marzo 1915, si trovò riunito, all’inizio delle ostilità, nella Conca di Gosaldo ad eccezione del II battaglione ciclisti, partito il 30 maggio da Roma diretto in ferrovia alla volta di Bassano Veneto, dove giunse il 1º giugno.
Il 24 maggio, iniziata l’avanzata delle truppe italiane, il reggimento occupò i villaggi di Mis e di Sagron, rafforzandosi dopo essere giunto al passo di Cereda. Il giorno successivo, mentre il XVII battaglione rimase ivi in riserva, il IV ed il II bis presero rispettivamente a prendere posizione sul Dalaibol e sulle pendici nord di Sasso Padella. Dopo avere occupato il 5 giugno la stretta di Siror e dopo alcuni spostamenti necessari per proteggere la conca di Primiero da eventuali azioni controffensive del nemico, il 2º Reggimento bersaglieri si stabilì sulla linea del Cimerlo – sorgente fondo val Cismon – forcella di Calaita – Col Santo, sostenendo solo qualche piccolo scontro di pattuglie.
Il 12 giugno venne trasferito nella zona Mezzano – Imer – Gobbera, per poi trasferirsi ai primi di luglio a Primolano e poi per ferrovia a Rocchette e il 7 luglio ad Arsiero, provvedendo tra il 7 e l’11 luglio a completare i lavori di rafforzamento nella zona di Monte Campomolon – Monte Toraro – Monte Gusella.
Il 1º agosto venne dislocato nella valle Campoluzzo ed il 20 ricevette ordine di conquistare quota 1823 contro la quale, il 18 era già fallito un attacco del battaglione alpini “Vicenza”. Nella stessa notte il IV battaglione si lanciò sulla ridotta austriaca ubicata sulla quota riuscendo, nonostante la viva reazione dei difensori ed il violento fuoco dell’artiglieria nemica, ad impadronirsene, e nella stessa giornata parte del XVII battaglione prese parte ad un attacco contro il Monte Coston. Il 25 agosto il IV battaglione si impossessò del Monte Maronia, mantenendolo saldamente nonostante gli attacchi nemici.
Nel mese di settembre il 2º bersaglieri prese parte alle operazioni per l’isolamento del presidio austriaco del Monte Coston, che ormai quasi completamente circondato per lotte precedenti, il 22 settembre cedette lasciando in mano italiana numerosi prigionieri.
Il 5 gennaio 1916 il battaglione II bis divenne LIII e alla fine di gennaio il reggimento raggiunse ed occupò le posizioni del sottosettore Vanoi – Cismon. Nel mese di marzo, dopo aver sofferto dolorose perdite per la caduta di grosse valanghe, lasciò il Trentino per raggiungere il fronte della 2ª Armata, trasferendosi prima a Feltre e poi a Cividale, dove giunse il 29 marzo e dislocandosi tra tale giorno ed il 2 aprile nella zona Serpenizza – Saga – Plužna a disposizione della Brigata “Aosta”, andando a presidiare nella seconda metà di aprile le posizioni del sottosettore Ravnilaz.
La sera del 28 aprile, dopo un violento bombardamento delle trincee del Ravnilaz occupate da riparti del LIII battaglione, la fanteria austriaca avanzò decisamente, ma i soldati italiani, fermi al loro posto, contrattaccano rigettando l’aggressore. Il 10 maggio, il IV battaglione prese parte all’attacco di Monte Cukla in sostegno dei riparti alpini che vi operavano. Passato il reggimento alle dipendenze del settore di Saga, nella notte sul 25 maggio il suo comandante assume la difesa del sottosettore sinistro dell’Isonzo: il IV battaglione si trasferì nel trincerone dello Slatenik, il LIII a Jama Planina e basso Slatenik, il XVII a Serpenizza alternando in frequenti turni di linea e di riposo.
Alla fine di ottobre del 1917 in seguito alla disfatta di Caporetto il reggimento fu costretto a ripiegare. Il mattino del 25 ottobre tutti i ponti dell’Isonzo erano interrotti e la difesa del Monte Nero stava per cedere; il reggimento quindi ripiegò ulteriormente e, di fronte a Ternova, solamente il comando reggimentale ed una sola compagnia del IV battaglione riuscirono a passare poiché il ponte bruciava. Distrutto il ponte, circa due battaglioni e mezzo, nella impossibilità di trovare un passaggio per il pronto accorrere dei reparti nemici, pur essendosi difesi vigorosamente, rimasero tagliati fuori e catturati. La parte rimasta del 2º Reggimento bersaglieri giunse verso sera a Bergogna e il 26 il reggimento insieme alla Brigata “Friuli”, occupò la posizione di Monte Jauer – Monte Camizza rimanendo a contatto col nemico fino al giorno 28 ottobre, ripiegando il 29 ottobre su Nimis e Fornace.
Il 2 novembre con elementi tratti dal reggimento uniti ad altri del 9º bersaglieri venne costituito un battaglione provvisorio messo il giorno stesso alla dipendenza del Corpo d’armata speciale “Di Giorgio” che concorse alla difesa della testa di ponte del Meduna.
Ricostituitisi a San Pietro di Morubio i tre battaglioni, il 2º bersaglieri, dopo il riordinamento e completamento dei reparti prese parte all’ultimo anno di guerra nella sua piena efficienza.
Il II battaglione ciclisti nel corso del conflitto si distinse a Oslavia sul Nad Logem e sul Monte Santo meritando una Medaglia d’argento al valor militare.
Il II battaglione bersaglieri partito per la Libia nel febbraio del 1915 e sbarcato a Misurata, il giorno 11 accampando nelle immediate vicinanze della città abitato, dopo avere effettua ricognizioni, a largo raggio, per la durata di più giorni, a scopo di polizia, ai primi di aprile formò con altri reparti la colonna speciale “Miani” che si scontrò con i ribelli arabi. Negli scontri cadde il comandante del battaglione mentre trascina ancora una volta all’attacco i suoi bersaglieri e con lui i tre comandanti di compagnia e restarono sul campo moltissimi gregari. I pochi superstiti, incalzati per qualche tempo dall’avversario, ripiegarono su Sirte con gli avanzi della colonna, rimanendo per una decina di giorni a presidio di tale località; imbarcati poi sulla nave ‘”America” raggiunsero Misurata, dove il battaglione, ricevuti complementi e nuovi quadri, venne ricostituito.
Il 24 maggio, nuovamente in efficienza, con il LV bersaglieri e con reparti di granatieri e di fanteria, prese parte alla liberazione di Misurata, caduta nelle mani dei ribelli.
L’8 settembre 1916 il battaglione venne trasferito nelle immediate vicinanze di Tripoli, mantenendo tale dislocazione fino al termine della guerra senza compiere operazioni degne di rilievo, limitando la propria attività a piccole azioni intese a respingere attacchi dei ribelli.
Nel corso della prima guerra mondiale alla guida del reggimento si sono avvicendati i seguenti comandanti:
- Colonnello Giuseppe Menarini: 31 marzo – 13 luglio 1915
- Tenente colonnello Oreste De Gasperi: 14 – 27 luglio 1915
- Tenente colonnello Giovanni Battista De Negri: 28 luglio 1915 – 19 novembre 1916
- Colonnello Pietro Anselmi: 20 novembre 1916 – 7 luglio 1917
- Colonnello Giuseppe Bucalo: 20 luglio – 5 ottobre 1917
- Colonnello Ernesto Richieri: dal 10 ottobre 1917 al termine della guerra
(fonte)
[2] King C. Gillette ha avuto la rivoluzionaria idea di lame usa e getta così sottili e così robuste che gli scienziati del MIT ritenevano fossero impossibili da realizzare. (fonte)
Figlio di George Wolcott Gillette (1824-1903) e Fanny Lemira Camp (1827-1926). Discendente da un ramo di antica famiglia yankee stabilitosi nel Massachusetts nel 1630, King Camp Gillette nacque il 5 gennaio 1855 a Fond du Lac, nel Wisconsin; poco dopo la sua nascita, la sua famiglia si trasferì a Chicago, dove trascorse la fanciullezza.
Terminati gli studi, negli anni 1890 Gillette lavorò nel Midwest americano come rappresentante della Crown Cork and Seal Company, azienda produttrice di imballaggi. Gli anni che trascorse vendendo per conto della Crown sigilli di sughero, immediatamente buttati dopo l’apertura della bottiglia, furono fondamentali nell’insegnargli il valore di un business basato sulla vendita di prodotti destinati al consumo immediato; fu così, infatti, che gli venne l’idea di concepire lame da barba usa e getta.
L’invenzione di un utensile apposito per la rasatura si data nel 1680, quando a Sheffield si ideò il rasoio a mano libera: si trattava, tuttavia, di un attrezzo assai pericoloso e improduttivo. La lama, infatti, era talmente affilata da essere in grado di tagliare la gola ad un essere umano, e per di più andava affilata periodicamente. Lo stesso Gillette, detestando questo sistema che riteneva una fonte di pericoli e di perdita di tempo, inventò nel 1895 il rasoio di sicurezza; rispetto al suo predecessore, questo nuovo apparecchio non doveva essere affilato, era più economico ed era delle dimensioni adeguate per la rasatura del viso di un uomo adulto (il rasoio a mano libera, pur essendo assai esteso, impiegava solo un tratto brevissimo della lama aperta).
Consultatosi con il meccanico William Emery Nickerson, che gli fornì suggerimenti per perfezionarne la forma (affinché incernierasse meglio la lama), Gillette il 28 settembre 1901 fondò la American Safety Razor Company, brevettando il suo rasoio (marchio di registrazione: 0056921) nello stesso anno. Dopo aver intitolato la propria azienda a sé stesso (Gillette Company), nel 1903 diede avvio alla produzione di rasoi.
Dopo un inizio deludente, Gillette decise di ricorrere a una massiccia campagna pubblicitaria, intesa per segnalare al pubblico americano l’esistenza della nuova invenzione; il reclame lo condusse ad uno sfolgorante successo, tanto che nel 1906 le vendite di rasoi si attestarono alle 90 000 unità, e quelle delle lamette raggiunsero quota 12 milioni. Il volto di Gillette iniziò ad essere effigiato su tutte le confezioni, e anche le milizie americane della prima guerra mondiale si radevano con il suo ingegnoso rasoio: l’uomo, ormai, era all’apice del successo.
King Camp Gillette morì il 9 luglio 1932 a Los Angeles, California; venne sepolto al Forest Lawn Memorial Park.
(fonte)