SABAUDIA[1]
Municipio – Particolare dell’ingresso. Proprietà Riserv. Fascio Sabaudia
Edizioni «Opera Nazionale Combattenti[2]»



Data: 1934
Autore: Opera Nazionale Combattenti
Soggetto: SABAUDIA
B/N Colore: Virato seppia
Dimensioni: 9 x 14 cm (supporto primario)
Materiale: cartoncino
Tecnica: cromolitografia
© Archivio Sacchini
Note
Il Serbatoio Idrico fu progettato nel 1934 dall’architetto Oriolo Frezzotti, noto per il suo ruolo nella progettazione delle città di Latina e Pontinia, nonché di numerosi edifici nelle Città di Fondazione dell’Agro Pontino. La documentazione del suo lavoro è oggi conservata e consultabile presso il Museo Civico Duilio Cambellotti di Latina. La struttura del serbatoio, caratterizzata da un doppio guscio, ospitava due silos distinti: uno destinato alla conservazione dell’acqua e l’altro alla raccolta del grano.
La realizzazione del Palazzo delle Poste e Telegrafi di Sabaudia segna il punto di massimo avvicinamento dell’architetto Angiolo Mazzoni al Futurismo. Figura di spicco dell’architettura italiana tra le due guerre, Mazzoni fu funzionario, architetto e ingegnere del Ministero delle Comunicazioni, l’ente che all’epoca accorpava la gestione delle poste e delle ferrovie. A partire dagli anni ’20 fino ai primi anni ’40, progettò decine di stazioni ferroviarie e uffici postali in tutta Italia.
Questo edificio rappresenta un caso unico a Sabaudia: fu infatti l’unico edificio pubblico della città a non essere realizzato dall’Opera Nazionale Combattenti.
Progettato nel 1932 e completato nel 1934, il Palazzo delle Poste si distingue per la sua struttura articolata, con un volume principale a un solo piano e un secondo volume, più piccolo, sopraelevato e accessibile tramite una scenografica scalinata in travertino e marmo rosso. L’intero edificio è rivestito con tessere musive color Blu Savoia, conferendogli un aspetto raffinato e distintivo. Il piano terra ospitava gli uffici postali, la sala per il pubblico e la rivendita di francobolli, mentre al piano superiore era situata l’abitazione del custode.
L’Azienda Agraria dell’Opera Combattenti, progettata dall’architetto Angelo Vicario, è un esempio emblematico di architettura razionalista, caratterizzata da volumi essenziali disposti in modo armonico. Il complesso è costituito da sei edifici disposti intorno a una palazzina centrale di quattro piani, collegata agli edifici adiacenti tramite terrazze e portici, creando un insieme architettonico equilibrato e funzionale.
L’azienda agraria svolgeva un ruolo fondamentale nel fornire assistenza tecnica ai coloni, garantendo il supporto necessario per le attività agricole. Con l’ampliamento dell’area destinata al coordinamento delle varie aziende, venne istituito un apposito ispettorato per gestire in modo più efficace l’organizzazione e il controllo delle attività produttive.
Informazioni su eventiculturamagazie e radiondablu
[1] Sabaudia. La posa della prima pietra di Sabaudia venne effettuata il 5 agosto 1933 e la nuova città inaugurata il 15 aprile del 1934 da Benito Mussolini, alla presenza di circa ventimila persone; particolare fu in seguito la presenza di Mussolini, il 27 giugno 1935, dove prese parte a quella che fu definita la prima trebbiatura di Sabaudia, ripreso inoltre dalle cineprese dell’Istituto Luce mentre operava a petto scoperto.
Fu la seconda città, dopo Littoria, ad essere voluta dal regime nel territorio delle Paludi Pontine bonificate.
Il concorso per il piano urbanistico di fondazione della città era stato bandito dall’Opera nazionale combattenti il 21 aprile 1933 e fu vinto dal gruppo di Piccinato con gli architetti Cancellotti, Montuori e Scalpelli, che la immaginarono predisposta per divenire un importante centro sportivo, in particolare per ospitare gare nautiche sul lago di Paola.
Sabaudia è una delle città espressione del razionalismo italiano in architettura (Gruppo 7 e MIAR).
La città venne intitolata alla famiglia reale e posta sotto la protezione della Santissima Annunziata, protettrice di Casa Savoia.
La denominazione è rimasta quella originaria, nonostante la necessità di rimuovere i toponimi fascisti delle città che erano state istituite e che terminavano quasi tutti in “-inia”.
Così mentre il capoluogo assunse nel 1944 la denominazione di Latinia e, successivamente, quella attuale di Latina (il 7 giugno 1945 a seguito della pubblicazione del decreto luogotenenziale del 9 aprile 1945, n. 270), non è ancora avvenuta tale variante per Sabaudia, che andrebbe corretto in Sabauda, e Pontinia, che andrebbe corretto in Pontina.
I primi abitanti insediati a Sabaudia furono coloni di origine veneta e friulana selezionati dal Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna ed inviati, insieme alle loro famiglie, a sviluppare l’agricoltura nei poderi dell’Opera nazionale combattenti.
Nell’inverno del 1944 anche Sabaudia venne coinvolta nelle operazioni belliche seguite allo sbarco di Anzio del 22 gennaio e fino alla liberazione, avvenuta nel maggio dello stesso anno, fu occupata dalle truppe tedesche.
Il territorio di Sabaudia comprende gran parte del parco nazionale del Circeo di cui Sabaudia è sede amministrativa.
Il 5 agosto 2020, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Sabaudia il titolo di Città.
Simboli
Lo stemma, il gonfalone e la bandiera di Sabaudia sono stati concessi con regio decreto del 12 marzo 1936. Nella parte superiore dello scudo, troncato, è raffigurata la palude pontina prima della bonifica, con la tipica capanna dei pastori detta “lestra”; nella sezione inferiore, su fondo dorato, campeggiano sei spighe di grano ed un elmetto della Prima guerra mondiale. Il gonfalone è un drappo di azzurro.(fonte)
[2] Opera Nazionale Combattenti (ONC) Ente morale e assistenziale, attivo in Italia dal 1917 al 1977. Dopo che la Prima guerra mondiale e la sconfitta di Caporetto avevano evidenziato lo scarto drammatico tra le condizioni delle truppe e quelle delle classi dirigenti italiane, queste ultime, sotto la spinta di F.S. Nitti e A. Beneduce, decisero di istituire, nel dic. 1917, l’ONC, volta a provvedere all’assistenza dei reduci. Nel 1919 l’ONC fu suddivisa in tre sezioni: mentre quella sociale proseguiva l’attività assistenziale e quella finanziaria garantiva l’accesso al credito degli ex combattenti, la sezione agraria assumeva l’importante funzione di coordinare un’attività di esproprio di terre e di loro colonizzazione da parte degli ex combattenti. Tuttavia i contrasti in seno al Collegio arbitrale tra l’Associazione nazionale combattenti (ANC) e la Lega proletaria tra mutilati, invalidi, feriti e reduci di guerra, ostacolarono seriamente l’operazione. Durante il fascismo, il regime si servì dell’ONC sia in occasione della cd. battaglia del grano (1926) sia nella bonifica dell’Agro pontino avviata nel 1928. Nel secondo dopoguerra, l’ONC beneficiò della gestione di due vasti comprensori agricoli grazie alla riforma agraria del 1950.(fonte)