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Maria Giuliani Di Pasquale. 1924

    Maria Giuliani Di Pasquale. 1924
    b
    « di 2 »

    Andria, 16 maggio 1924

    Carissimo Nipote,
    Grazie al cielo, sono perfet=
    tamente guarita e ricomin=
    ciata la mia vita di lavoro.
    Anche tutti di casa benis=
    simo, così ci auguriamo sen=
    tire di te che è da un bel
    pezzo che non riceviamo tue
    notizie. Emanuele non ti ha
    scritto, perché non ha saputo
    ancora nulla da Bari, non ap=
    pena saprà qualche cosa subi=
    to ti scriverà. Speravo che
    fossi venuto per la metà (co=
    me dicesti) di questo mese, ma
     ci siamo già e nulla ancora.
    Anzi nel venire dovevo
    farti vedere una discreta sof=
    fitta, che il padrone ha fatto
    fabbricare sulla camera ultima
    della casa nostra. Io avevo pen=
    sato se era buona per te
    così potevi a tua disposizione

    Lavorare e
    mettere i tuoi
    lavori, per dor=
    mire, dormire
    sti qui con noi.
    In questi giorni
    si deve affittare
    e l’affitto è di
    £; 250, se tu (in
    caso ti conviene) ri=
    spondimi subito su=
    subito, così dal padro=
    ne farò trattenere
    il contratto con altri
    Bacioni da
    tutti Aff sa Zia
    Maria Giuliani Di Pasquale

    All Egregio Prof=re
    Alfonso Di Pasquale[1]
    Via Ezio N: 19.
    Roma

    CARTOLINA POSTALE ITALIANA

    Stampa su cartolina:

    NOI,
    I SOPRAV-
    VISSUTI,
    NOI I RI-
    TORNATI,
    RIVENDI-
    CHIAMO IL
    DIRITTO DI
    GOVERNA-
    RE L’ITALIA

    MUSSOLINI[2]

    Timbri ANCONA CENTRO
    16 5 24
    17 51

    Affrancatura POSTE ITALIANE 30 Cent.


    Note

    [2] Alfonso Di Pasquale. Rimasto orfano all’età di sette anni, cresce in condizioni di precarietà economica. Nel 1917 viene arruolato in artiglieria ed assiste alla disfatta di Caporetto. Notato per la sua abilità nel disegno, viene incaricato di disegnare le tavole di tiro. Dopo aver combattuto sul Piave (era uno dei ragazzi del ’99) si trasferisce a Roma, dove viene assunto come disegnatore tecnico nel Servizio Geologico del Ministero dell’Agricoltura. Contemporaneamente si dedica all’attività artistica e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma e la sua attività, iniziata all’inizio degli anni ’20 si protrae per mezzo secolo. Di Pasquale inizia così un’attività artistica che porterà a un ampio curriculum di mostre, dalle Quadriennali di Roma, al Premio Michetti, collaborando con riviste d’arte. Diventa consulente, critico d’arte e illustratore di periodici. Chiamato a periziare un quadro di Giorgio De Chirico, avrà occasione di conoscere e frequentare il grande pittore, che ne apprezza la capacità di dare alla sua pittura ad olio la luminosità dell’acquarello. Intanto, l’artista ha sposato la moglie Incoronata, originaria di Lavello: e la cittadina lucana rimarrà soggetto ricorrente dei suoi quadri. Di matrice figurativa realista, trova i suoi momenti migliori nei paesaggi, nei ritratti e nelle scene di vita quotidiana. Alla sua morte ha lasciato il corpus delle sue opere alla città di Andria.(fonte)
    Alfonso Di Pasquale (1899-1987) è un personaggio della cultura del Novecento italiano che incarna la fusione tra due forme di raffigurazione del territorio: l’espressione artistica tramite la pittura paesaggista e la rappresentazione scientifico-tecnica nella cartografia geologica. Due modalità diverse di ricondurre la visione tridimensionale della realtà ad una proiezione in due dimensioni. Appassionato di pittura sin dall’infanzia, fu funzionario pubblico, lavorando per oltre quaranta anni con qualifica di disegnatore presso il Regio Ufficio Geologico (poi Servizio Geologico d’Italia). In parallelo egli condusse però una carriera artistica che gli valse numerosi riconoscimenti. In questa nota si ripercorre la vicenda umana, professionale e pittorica del Di Pasquale, comparando per ciascun periodo la produzione artistica e i contributi cartografici. Un altro tassello a comporre il mosaico della storia della geologia italiana del XX secolo, di cui Alfonso fa parte a pieno titolo. Da L’artista della cartografia geologica: Alfonso Di Pasquale, pittore e disegnatore. Di Alessio Argentieri (fonte)

    [2] Dal discorso pronunciato a Bologna da Benito Mussolini, al Teatro Comunale, il 19 maggio 1918, in occasione della consegna della nuova bandiera ai mutilati bolognesi (Da II Popolo d’Italia, N. 142, 24 maggio 1918, V):
    Diranno, diremo: ” Qui nel solco che ritorna alla messe, qui nell’officina che forgia lo strumento di pace; qui nella città sonante, qui nella silenziosa campagna, ora, che il dovere fu compiuto e la méta raggiunta, piantiamo i segni del nostro nuovo diritto. Indietro le larve! Via i cadaveri che si ostinano a non morire ed ammorbano, col lezzo insopportabile della loro decomposizione, l’atmosfera che dev’essere purificata. Noi, i sopravvissuti, noi i ritornati, rivendichiamo il diritto di governare l’Italia, non già per farla precipitare nella dissoluzione e nel disordine, ma per condurla sempre più in alto, sempre più innanzi; per renderla – nei pensieri e nelle opere – degna di stare fra le grandi nazioni che saranno le direttrici della civiltà mondiale di domani “.(fonte)