Progetto
Bagni Termominerali a’ Bagnoli del Sig.r Patamia[1]
Jconografia del pianterreno
Indicatore
- Bagni Termominerali
- Stufa parziale ed artificiale, e Cassa
d’Arcet. - Stufa a Gradazione.
- Bagni Russi ed Orientali.
- Idroterapia.
- Stanza per la reazione organica.
- Docciatura.
- Stanza del Custode
- Gabinetto del Direttor
Medico. - Cucina.
- Bagni di acqua dolce.
- Bagni di acqua marina.
Scala graduata in palmi
Lit. Richter e C.
retro
PROSPETTO DEL BAGNO
Lit. Richter e C.[2]
Tecnica: Litografia, 2 su un foglio
Dimensioni: 29.7 x 42 cm
Note
L’incisione proviene dall’archivio del giurista Francesco Ronchi.
N b. Sebbene la pianta dell’edificio, riportata nel progetto, sia oggi scomparsa, è ancora visibile il disegno del giardino interno, corrispondente a quello che oggi è il Parco San Laise (geomap)
[1] Carmelo Patamia (Bagnara Calabra, 13 aprile 1826 – Napoli, 12 novembre 1909) è stato un medico e politico italiano.
Laureato in medicina, specializzato in dermatologia e malattie veneree, è stato libero docente all’università di Napoli, cofondatore e primario del sifilocomio partenopeo e membro della Commissione sanitaria per la modificazione del regolamento sulla prostituzione. Nel 1865, riportata alla luce l’antica sorgente di Balneolo e un precedente stabilimento termale ivi esistito, promuove la costruzione dello stabilimento termale Patamia, che ha avuto una discreta fortuna fino alla scomparsa del fondatore. È stato inoltre uno dei fondatori della Banca Popolare Cooperativa di Bagnara, promossa per fronteggiare il fenomeno dell’usura nei confronti delle fasce più basse della popolazione calabrese.(fonte)
altre notizie sul Senatore Patamia(link)
Atti Parlamentari – Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Signori senatori! […]
Dalle Alpi il nostro lutto va al mare. In Napoli il 12 di questo novembre morì il senatore Carmelo Patamia, che era nato in Bagnara Calabra il 13 aprile 1826. Medico dei più dotti e stimati, aveva da moltissimi anni in Napoli esercitato, primario del Sifilicomio, e professato in Cattedra di libero docente all’Università nella specie, in cui un voluminoso trattato teorico-pratico pubblicò nel 1897. Contribuì all’onore della scuola medica meridionale, quando vi splendevano il Tommasi, Salvatore de Renzi, il Palasciano; fu de’ primi a far conoscere le ricchezze idrologiche del bacino termale di Napoli, e de’ più meritevoli della fondazione degli stabilimenti di terme tra Bagnoli e Pozzuoli.
Nell’amore della libertà fu dei più ardenti, fra i giovani, nel 1848; ed i sensi patrii senza tema di rischio ei mantenne sino al risorgimento italico, cui partecipò nel 1860 dando di poi al nuovo ordine di cose tutto l’animo; onde fu eletto deputato dal II collegio di Reggio Calabria per la quindicesima, sedicesima e diciottesima legislatura e da quello di Bagnara per la diciottesima. Non mancò alla Camera la sua voce negli argomenti a favore della sua Calabria, e fu autorevole nelle questioni d’igiene pubblica.
Nominato senatore il 14 giugno 1900, benché caldo ancora di spirito, nel fisico sofferente, non poté essere frequente ai nostri lavori. Nondimeno, raccogliendo le lodi de’ suoi meriti e della bontà e del carattere, che odonsi sulla sua tomba, uniamo il nostro al duolo della famiglia, dei calabri conterranei, dell’ordine medico napoletano, de’ discepoli dell’amato estinto. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 novembre 1909.(fonte)
I Bagni Balneoli, poi Terme Patamia
I Bagnoli, Balneoli o Bagnolo, più anticamente conosciuti come Balneum Plaga (Bagni della Spiaggia) erano un bagno termale, al confine con la via per Pozzuoli. L’acqua che alimentava questi bagni fu chiamata da Alcadino Aqua de Balneo Plage , seu Balneoli. Il primo nome fu dovuto alla sua posizione alla spiaggia, il secondo, secondo Eliseo, dalla poca lunghezza del bagno. La proprietà di questi bagni fu acquistata dal senatore calabro Carmelo Patamia (precedentemente fu di proprietà del Cav. Cavalcanti, Ufficiale della Reale Marina, poi di un tale Luigi Campagna) poi che nel 1861 si trasferì in Pozzuoli presso La Pietra e realizzò un nuovo, fortunato stabilimento termo-minerale.(fonte)
[2] L’impresa Richter & C., di origini svizzere, fu attiva a Napoli come casa editrice e tipografia, lavorando per il settore turistico negli anni della Belle Époque. La ditta aveva comunque avviato la sua attività intorno alla metà dell’Ottocento, quando aveva stampato singole incisioni e libri di diverso genere. Naturalmente la Richter produsse in particolare per una clientela napoletana, stampando guide per musei, cartoline di vedute e di usi e costumi realizzate artisticamente in splendida cromolitografia, detta “edizione artistica proprietà riservata” oppure in fotografia stampata in offset. Infatti, se la città di Napoli e i Campi Flegrei in età moderna erano stati per viaggiatori del Grand Tour una meta più a sud, dal secondo Settecento anche le località dell’an-sa meridionale del golfo di Napoli diventano importanti attrazioni per diversi motivi, tra cui il clima, il paesaggio e la natura, ma soprattutto la densità di monumenti storici e archeologici [Berrino, Kawamura 2014, pp. 75-90]. Il movimento incessante di viaggiatori, poi turisti, alimenta dunque una domanda di comunicazione commerciale molto interessante. L’epoca d’oro della Richter fu tuttavia il periodo tra il 1900 e il 1930, quando fu impegnata nella stampa di manifesti, cartoline pubblicitarie, dépliants ed etichette da valigia per il settore dell’industria alberghiera in tutta Italia e persino per i Paesi del Medio Oriente. Richter ebbe quasi il monopolio nell’ambito della pubblicità degli alberghi più importanti in Italia, per i quali produsse cartoline, stampate in offset a colori, che raffigurano il prospetto dell’edificio, in genere dipinto ad acquerello da pittori anonimi. L’iconografia nella produzione a stampa della Richter & C. per il settore turistico tra il 1900 e il 1930. Nei primi trent’anni del Novecento l’impresa Richter & C., attiva a Napoli come casa editrice e tipografia, produsse una cospicua iconografia per il settore turistico. In quei decenni la ditta riuscì a conquistare quasi un monopolio nell’ambito della pubblicità degli hotel di lusso di tutta Italia e di alcuni Paesi esteri. La Richter & C. produsse cartoline, etichette da valigia, dépliants e manifesti, avvalendosi della collaborazione di artisti raffinati. La sua produzione era connotata da un vedutismo singolare, che raffigurava i grandi alberghi secondo i bisogni commerciali e i gusti dell’epoca.(fonte)