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Alberto Neppi. 1934

    Alberto Neppi. 1934

    IL LAVORO FASCISTA
    POLITICO QUOTIDIANO
    Organo delle Confederazioni Nazionali dei Sindacati Fascisti
    dei Lavoratori e dei Professionisti ed Artisti

    REDAZIONE

    Roma li 30 Aprile 1934 XII
    Piazza Montecitorio, 127
    Talef. 67751-2-3-4

    Gentilissimo Di Pasquale[1],
    La ringrazio infinitamente per l’omaggio
    della sua armoniosa impressione nomentana
    da cui rilevo il suo costante progresso, e che
    conserverò con molto piacere, ricordando spes-
    so il gentile e modesto offerente.
    Mi auguro di vederla presto vittorioso e
    contento si sé e dell’accoglienza del pubblico
    e frattanto mi è caro esprimerle ancora u-
    na volta la mia sincera stima e simpatia
    cordiale. Sempre di Lei obbligato

    Alberto Neppi

    Alberto Neppi, 1934 busta

    busta
    IL LAVORO FASCISTA

    ROMA – Piazza Montecitorio, 137

    REDAZIONE

    Chiar mo Pittore
    Alfonsi Di Pasquale

    Via degli Scipioni 175

    Roma

    Timbro ROMA DISTRIBUZIONE 16-17
    30 . IV
    34.XII

    Affrancato POSTE ITALIANE 25 Cent.


    Note

    [1] Alfonso Di Pasquale. Rimasto orfano all’età di sette anni, cresce in condizioni di precarietà economica. Nel 1917 viene arruolato in artiglieria ed assiste alla disfatta di Caporetto. Notato per la sua abilità nel disegno, viene incaricato di disegnare le tavole di tiro. Dopo aver combattuto sul Piave (era uno dei ragazzi del ’99) si trasferisce a Roma, dove viene assunto come disegnatore tecnico nel Servizio Geologico del Ministero dell’Agricoltura. Contemporaneamente si dedica all’attività artistica e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma e la sua attività, iniziata all’inizio degli anni ’20 si protrae per mezzo secolo. Di Pasquale inizia così un’attività artistica che porterà a un ampio curriculum di mostre, dalle Quadriennali di Roma, al Premio Michetti, collaborando con riviste d’arte. Diventa consulente, critico d’arte e illustratore di periodici. Chiamato a periziare un quadro di Giorgio De Chirico, avrà occasione di conoscere e frequentare il grande pittore, che ne apprezza la capacità di dare alla sua pittura ad olio la luminosità dell’acquarello. Intanto, l’artista ha sposato la moglie Incoronata, originaria di Lavello: e la cittadina lucana rimarrà soggetto ricorrente dei suoi quadri. Di matrice figurativa realista, trova i suoi momenti migliori nei paesaggi, nei ritratti e nelle scene di vita quotidiana. Alla sua morte ha lasciato il corpus delle sue opere alla città di Andria.(fonte)
    Alfonso Di Pasquale (1899-1987) è un personaggio della cultura del Novecento italiano che incarna la fusione tra due forme di raffigurazione del territorio: l’espressione artistica tramite la pittura paesaggista e la rappresentazione scientificotecnica nella cartografia geologica. Due modalità diverse di ricondurre la visione tridimensionale della realtà ad una proiezione in due dimensioni. Appassionato di pittura sin dall’infanzia, fu funzionario pubblico, lavorando per oltre quaranta anni con qualifica di disegnatore presso il Regio Ufficio Geologico (poi Servizio Geologico d’Italia). In parallelo egli condusse però una carriera artistica che gli valse numerosi riconoscimenti. In questa nota si ripercorre la vicenda umana, professionale e pittorica del Di Pasquale, comparando per ciascun periodo la produzione artistica e i contributi cartografici. Un altro tassello a comporre il mosaico della storia della geologia italiana del XX secolo, di cui Alfonso fa parte a pieno titolo. Da L’artista della cartografia geologica: Alfonso Di Pasquale, pittore e disegnatore. Di Alessio Argentieri (fonte)

    [2]Alberto Neppi (1890 – 1965) Nasce a Ferrara il 24/05/1890, uno dei sei figli di Graziadio Neppi, ingegnere e libero docente universitario. Poiché la famiglia possiede una farmacia, occorre che uno dei figli compia gli studi relativi: per questo, terminato il liceo, Alberto si iscrive all’Università; a Bologna e si laurea in Chimica, compie poi una specializzazione nella famosa Scuola di Farmacia ferrarese. Nel frattempo, però partecipa ai movimenti culturali degli anni Dieci, pubblica dal 1913 al 1915 saggi su riviste di cultura, tra cui “Pagine d’arte” (Milano-Roma), e “Myricae” (Ferrara). La farmacia della famiglia viene venduta poco dopo la sua laurea. Durante la Prima guerra mondiale Alberto è ufficiale farmacista addetto agli ospedaletti da campo in prima linea. Terminato il conflitto, Alberto assume a tempo pieno la direzione della Casa Editrice Taddei che Graziadio Neppi aveva acquistato nel 1912, per consentire ai figli Alberto e Giulio (1878-1961) di svolgere un’attività a loro congeniale. La Casa Editrice è poco più di una tipografia e si è limitata fin lì ad editare testi locali: i due fratelli Neppi danno nuovo impulso alla Casa, ospitando nuovi autori di tutte le tendenze, anche debuttanti. Vedono così la luce opere di letterati quali Corrado Govoni, Diego Valeri, Filippo De Pisis. Lo stesso Alberto Neppi pubblica volumi da lui scritti.
    Dal 1915 al 1923 vengono pubblicati oltre 120 volumi, in maggioranza opere di narrativa e di poesia, critica letteraria, arte e storia. Nel 1920 la Casa inizia a stampare testi di letteratura infantile e testi per le scuole. Anche a seguito della riforma Gentile, tuttavia, la Casa ebbe serie difficoltà economiche, essendosi impegnata nella pubblicazione di testi non più adeguati ai nuovi programmi di insegnamento, e dovette chiudere i battenti tra il 1922 e il 1923. Alberto Neppi si trasferisce a Roma, dove persegue la più duratura delle sue vocazioni: quella di critico e storico dell’arte; collabora ai quotidiani Il Lavoro d’Italia e L’Osservatore Romano, nonché a numerosi periodici (Dedalo, Illustrazione Italiana, Arti figurative, Studium, Fiera Letteraria, etc.). Pubblica saggi e monografie, dedicate in particolare alla pittura ferrarese del Rinascimento. Nel 1920 Alberto Neppi sposa Ines Fanello; la famiglia risiede a Ferrara, dove nel 1921 nasce il figlio Giorgio, ma nel 1923 la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma, dove nasce il secondo figlio, Lionello. Tratto da: Alberto Neppi e Ines Neppi Fanello. Su www.letteraturadimenticata.it.(fonte)

    Alberto Neppi (1890 Ferrara – 1965 Ferrara) venne destinato dai propri genitori a studi rigorosamente scientifici: si laureò, infatti, in chimica a Bologna e lavorò per qualche tempo nella farmacia di famiglia prima di essere arruolato dal Regio esercito.
    Dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale farmacista-sanitario, Alberto Neppi si dedicò alle sue vere passioni: la letteratura, l’arte e l’editoria.
    La famiglia Neppi era proprietaria di una piccola tipografia nel centro storico di Ferrara. Alberto, con gran piglio imprenditoriale, avviò da quella tipografia una propria casa editrice, la Casa editrice Taddei, che diede alle stampe un considerevole numero di volumi di autori destinati, in parte, ad essere dimenticati e, in parte, ad assurgere all’Olimpio degli imperituri.(fonte)