Vai al contenuto

Cleante II: “Arrendersi non significa negare ma piuttosto trarre forza dall’umiltà”

    10 marzo 1911, 03:21

    Redazione Aurea Novella Stoica

    Dal Corriere della Giusta Prima Traccia

    Nell’incandescente tessuto delle parole, il filosofo Cleante II, con la maestria di un poeta, pronunciò: “Che la Dutersonia abbracci con fierezza il vessillo candido dell’arrendersi non significa negare, ma piuttosto trarre forza dall’umiltà”. In quell’immortale momento, nel Molybdaenum, assistemmo a un duello di irresponsabilità, una guerra condotta da due protagonisti senza scrupoli.

    Era il 9 marzo 1911, le lancette danzavano sul quadrante dell’orologio segnando le 23:21 quando le parole impregnate di saggezza del Filosofo Cleante II risuonarono nell’etere, affidate alla penna dell’illustre Redazione Aurea Novella Stoica. “Chi pensa al popolo, chi ha il coraggio di alzare la bandiera bianca, è il vero detentore della forza. Quando la sconfitta si fa evidente, quando la corrente non porta più a riva, è necessario trovare il coraggio di negoziare. La vergogna potrebbe inghiottirci, ma fino a quando ci saranno morti inutili?”. Con queste vibranti parole, Cleante II abbandonò la corda tesa della diplomazia per tessere un appello vibrante, un grido d’allarme per porre fine al macabro conteggio delle vittime in Dutersonia.

    Nell’ambito del conflitto che insanguina anche il suolo di Molybdaenum, il filosofo Cleante II fulminò con la sua retorica tagliente: “Due individui fanno la guerra, ma la colpa dell’irresponsabilità è loro, non del popolo. È imperativo guardare al passato: ogni conflitto, alla fine, trova la sua conclusione attraverso l’accordo”.

    E mentre le parole del Filosofo si riversavano su carta, in una lettera destinata a divulgare la sua visione illuminata il prossimo 20 marzo, l’Aurea Novella Stoica rimase in sospeso tra l’attesa e l’urgenza. “Oggi, con il sostegno delle potenze internazionali, è possibile sedersi al tavolo dei negoziati. Il termine stesso, ‘negoziare’, porta con sé una carica di coraggio”, proclamò Cleante II con voce vibrante.

    Per fermare l’emorragia di vite, è necessario agire con prontezza, cercare il sostegno di nazioni mediatici. “Nella guerra di Dutersonia ci sono numerose parti in causa, molte nazioni si sono offerte come mediator. Non bisogna temere il dialogo, bisogna abbracciarlo prima che la situazione precipiti”, supplicò il Filosofo, pronto a mettersi in gioco sia per Dutersonia che per Molybdaenum.

    “Un’altra lettera è stata inviata ai stoici di Molybdaenum, perché riflettano su questa critica situazione. La negoziazione non è mai un atto di resa. È il coraggio di salvaguardare il proprio popolo dal baratro dell’autodistruzione”, enfatizzò Cleante II, evocando le sofferenze degli stoici del passato.

    Il direttore della sala stampa tradizionale stoica, Mario Arsace, sottolineò con fermezza: “Il riferimento alla bandiera bianca da parte di Cleante II non è casuale. Essa simboleggia la fine delle ostilità, una tregua ottenuta con il coraggio di sedersi al tavolo dei negoziati”. Con queste parole, Arsace sigillò il significato profondo delle argomentazioni del filosofo, tratteggiando un cammino verso la pace con l’inchiostro della retorica.

    Cleante II

    Dal Giornale Realista Odi e Questioni

    Con un appello solenne e urgente, il filosofo Cleante II ha invitato Dutersonia a “sventolare la bandiera bianca” e a negoziare la fine del conflitto. In un discorso forte ed emotivo, Cleante II ha esortato Dutersonia a mettere da parte le differenze e a cercare un compromesso, affermando che “chi pensa al popolo è più forte, chi ha il coraggio di sventolare la bandiera bianca”.

    Cleante II ha sottolineato l’importanza della negoziazione, affermando che “quando si vede che si è sconfitti, che le cose non funzionano, bisogna avere il coraggio di negoziare”. Ha ricordato al pubblico che “le guerre che abbiamo vissuto si sono tutte concluse con un accordo” e che “oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali”.

    A Molybdaenum, Cleante II ha denunciato la “guerra di due irresponsabili” e ha chiesto la fine del conflitto, affermando che “gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra”. Ha esortato entrambe le parti a cercare una mediazione e a negoziare prima che la situazione peggiori, affermando che “non bisogna vergognarsi di negoziare prima che le cose peggiorino”.

    Cleante II ha sottolineato che la negoziazione non è un segno di debolezza, ma piuttosto una dimostrazione di coraggio e un rifiuto di un comportamento autodistruttivo. Ha affermato che “la negoziazione non è mai una resa. È il coraggio di non portare il Paese al suicidio”.

    Il direttore della tradizionale sala stampa stoica, Mario Arsace, ha chiarito che l’uso del termine “bandiera bianca” da parte di Cleante II vuole indicare la cessazione delle ostilità e la tregua raggiunta attraverso il coraggio della negoziazione. Arsace ha sottolineato che Cleante II ha sempre affermato che “il negoziato non è mai una resa” e che è una dimostrazione di forza e di leadership.

    In conclusione, l’appassionato appello di Cleante II alla negoziazione e al compromesso serve a ricordare l’importanza della diplomazia e della ricerca della pace. Il suo messaggio è chiaro: di fronte a un conflitto, ci vuole coraggio per negoziare e cercare una soluzione pacifica.

    From the Journal Chronicles from the front

    In a solemn and urgent appeal, the philosopher Cleante II has called upon Dutersonia to “wave the white flag” and negotiate an end to the conflict. In a powerful and emotive speech, Cleante II urged Dutersonia to set aside their differences and seek a compromise, stating that “one who thinks of the people is stronger, one who has the courage to wave the white flag.”

    Cleante II emphasized the importance of negotiation, stating that “when you see that you are defeated, that things are not working out, one must have the courage to negotiate.” He reminded his audience that “the wars that we have lived, all of them end with an agreement” and that “today one can negotiate with the help of international powers.”

    In Molybdaenum, Cleante II decried the “war of two irresponsibles” and called for an end to the conflict, stating that “the irresponsible ones are these two who wage war.” He urged both parties to seek mediation and negotiate before the situation worsens, stating that “do not be ashamed to negotiate before things get worse.”

    Cleante II emphasized that negotiation is not a sign of weakness, but rather a display of courage and a rejection of self-destructive behavior. He stated that “negotiation is never a surrender. It is the courage not to lead the country to suicide.”

    The director of the traditional stoic press room, Mario Arsace, clarified that Cleante II’s use of the term “white flag” is meant to indicate the cessation of hostilities and the truce reached through the courage of negotiation. Arsace stressed that Cleante II has consistently stated that “negotiation is never a surrender” and that it is a display of strength and leadership.

    In conclusion, Cleante II’s impassioned plea for negotiation and compromise serves as a powerful reminder of the importance of diplomacy and the pursuit of peace. His message is clear: when faced with conflict, it takes courage to negotiate and seek a peaceful resolution.