“ MERCURIO “[1]
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Pubblicato nel Popolo d’Italia[2]
di Milano
N. 189 del 7 – 8 – 22
Leggete “SERENISSIMO” il più vivace giornale satirico italiano
L’opera del deputato Corgini
durante lo sciopero
Alcuni amici di Reggio Emilia ci scrivono
e noi pubblichiamo di buon grado, rilevan-
do che la omissione lamentata non può
non essere stata « involontaria », come è
detto in questa lettera:
Nel Popolo di domenica non abbiamo tro-
vato alcun accenno all’opera svolta dall’on.
Corgini[3] nei moti di Parma[4] e neppure ve-
demmo menzionato il suo nome fra i depu-
tati che parteciparono direttamente e per-
sonalmente alle azioni controrivoluzionarie
dei passati giorni.
Riteniamo involontaria l’ommissione o do-
vuta ad errore tipografico. L’on. Corgini si
portò nel mattino di venerdì 4 corrente da
Roma a Parma, dove rimase costantemente
fino alla notte di domenica 6.
Fu fra i dirigenti del movimento fascista[5],
tanto nelle trattative colle autorità politi-
che e militari della città, quanto nell’azio-
ne combattiva. Anzi, nel pomeriggio di sa-
bato 5, mutatosi in semplice squadrista agli
ordini del dott. Balbo[6] e comandante egli
stesso dei fascisti reggiani, partecipò all’a-
zione d’assalto delle barricate e delle trin-
cee costruite dalla teppa rossa in Oltre Tor-
rente.
L’assalto, come è noto, fu poi arrestato
perché i comandanti delle truppe regolari
(fanteria e bersaglieri) dichiararono d’avere
avuto ordine perentorio dall’autorità gover-
nativa di fare fuoco « anche sui fascisti ».
Il Comandante fascista, di fronte a tali or-
dini, desistette dall’azione soltanto per non
venire a guerra coi « fratelli » dell’esercito.
L’on. Corgini, giorno e notte, benché ma-
landato in salute, fu instancabilmente « in
piazza », compagno, consigliere e animatore
degli squadristi, pronto a tutto.
Lasciò Parma solo quando, passati i po-
teri all’autorità militare, il Comando fasci-
sta ordinò la smobilitazione delle squadre e
il ritorno degli squadristi alle rispettive
sedi.
Note
La notizia raccolta dall’agenzia “MERCURIO” è indirizzata a Ottavio Corgini.
[1] Si richiama l’Agenzia nelle seguenti note.
in: Un «privato editore dilettante» nel sistema internazionale. Angelo Fortunato Formiggini e la diffusione della cultura italiana nel mondo – Elisa Pederzoli – “Mercurio di Roma, ossia grande raccolta d’indirizzi e notizie de’ pubblici e privati stabilimenti, dei professori di scienze, lettere, ed arti, de’commercianti, degli artisti (Tip.delle Scienze, Roma, 1843) tra i «Negozianti librai» (p. 371)“(fonte)
in: LUIGI EINAUDI (1874-1961) Sezione 2. Corrispondenza: ANNUNCIATORE (L’). UFFICIO STAMPA PER TUTTI. ROMA, 1 lett. a E., 1922.(fonte)
[2] Popolo d’Italia, Il Quotidiano politico fondato nel 1914 da B. Mussolini, che lo diresse fino alla marcia su Roma. Dalle posizioni dell’interventismo rivoluzionario, il giornale seguì l’evoluzione politica del suo direttore. Dopo la presa del potere da parte dei fascisti, sempre ispirato da Mussolini, fu diretto dal fratello di lui, Arnaldo, e alla sua morte (1931) da suo figlio Vito. Generalmente considerato organo ufficioso del PNF e del governo, ebbe supplementi mensili quali Rassegna illustrata del Popolo e Gerarchia, quest’ultimo diretto da M. Sarfatti. Cessò le pubblicazioni con la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943.(fonte)
[3] Ottavio Corgini, funzionario di banca ed esperto economista, sedette alla Camera del Regno d’Italia nella XXVI legislatura. Il 31 ottobre 1922 venne nominato sottosegretario al Ministero dell’agricoltura del governo Mussolini. Fu uno dei deputati fascisti dissidenti contrari al cambiamento di rotta della politica di Mussolini dopo il 1922, insieme a Cesare Forni e Alfredo Misuri, e rassegnò le dimissioni da sottosegretario il 7 giugno 1923*, in seguito alle minacce ricevute dopo il discorso d’opposizione tenuto alla Camera da Misuri. Partecipò alla fondazione di Patria e Libertà, in vista delle elezioni politiche del 1924, ma si ritirò dalla corsa per timore delle ripercussioni da parte dei fascisti. Fece parte della Massoneria in esilio in Francia, compagno di Mario Bergamo al centro massonico di Emile Kahn.(fonte)
[4] Con la locuzione fatti di Parma s’intende l’assedio operato dagli squadristi, comandati prima da un quadrumvirato locale e successivamente da Italo Balbo, alla città di Parma, in cui si trovavano asserragliati gli Arditi del Popolo e le formazioni di difesa proletaria, all’inizio dell’agosto 1922.(fonte)
[5] Il Partito Nazionale Fascista (PNF) è stato un partito politico italiano, espressione del movimento fascista. Nato nel novembre 1921 dalla trasformazione in partito del movimento Fasci italiani di combattimento, guidò la cosiddetta marcia su Roma che nell’autunno del 1922 portò Benito Mussolini a divenire presidente del Consiglio dei ministri. Nel 1923 si fuse con l’Associazione Nazionalista Italiana e tra la metà e la fine degli anni 1920 diventò, prima de facto e poi de iure, il partito unico del Regno d’Italia fino alla caduta del regime fascista, avvenuta il 25 luglio del 1943.
L’organo ufficioso del partito era Il Popolo d’Italia, quotidiano fondato da Mussolini nel 1914. L’inno era Giovinezza, nella versione di Salvator Gotta del 1925, qualificato come Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista. La legge 20 giugno 1952, n. 645 (detta «legge Scelba»), in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, ne vieta la ricostituzione.(fonte)
[6] Italo Balbo (Quartesana, 6 giugno 1896 – Tobruch, 28 giugno 1940) è stato un politico, generale e aviatore italiano.
Iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 1920, fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma, diventando in seguito comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, quindi nel 1925 sottosegretario all’economia nazionale e poi alla Regia Aeronautica. Nel 1929 assunse l’incarico di ministro dell’aeronautica, veste in cui promosse e guidò diverse crociere aeree come la crociera aerea transatlantica Italia-Brasile e la crociera aerea del Decennale. Fu insignito del grado di Maresciallo dell’aria. Considerato un potenziale rivale politico di Benito Mussolini a causa della grande popolarità raggiunta, Balbo fu nominato nel 1934 governatore della Libia. Allo scoppio della seconda guerra mondiale organizzò voli di guerra per catturare alcuni veicoli del Regno Unito, e proprio durante il ritorno da uno di questi voli, il 28 giugno 1940, fu abbattuto per errore dalla contraerea italiana sopra Tobruch.