Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
SEDE CENTRALE – ROMA – VIA MURATTE 13
On.
Comando dei RR. CC. Di
Genova
Questa Federazione, dovendo procedere alla as-
segnazione di sussidi concessi da S.E. il Presidente del
Consiglio ai garibaldini bisognosi , desidera un rapporto
dettagliato sui quesiti in calce indicati , avvertendo che
la elargizione fatta in Consiglio dei Ministri , deve ser-
vire a lenire le vere e grandi miserie dei Veterani Gari-
baldini.
Codesto Comando potrà altresì interrogare il garibal-
dino sulla possibilità che egli venga ricoverato in una del-
le Case pro Veterani aperte dall’Istituto di Propaganda e
Assistenza fra Mutilati e Veterani ovvero in quella di Gae-
ta sorta a cura della Federazione Veterani Garibaldini.
Con osservanza
IL DELEGATO STRAORDINARIO
(firma)
N° 681 (sigla) da restituire
………………………………………………………………………………………….
STAZIONE CARABINIERI REALI
DI CARIGNANO GENOVA
Cognome e nome Musto Maria Giov. Batt.
Paternità fu Fortunato data di nascita a Genova li 6-4-1843
Domicilio Vico Mattamora 214 campagne di guerra 1860 – 1861 e 1866
professione giornaliere del porto il quale non esercita
la dì lui professione da circa venti anni.
se vive solo o a carico di chi vive con la figlia Luigia
d’anni 50 nubile la quale fa riparazioni di sarta
condizioni economiche del richiedente bisognose
condizioni economiche della famiglia bisognose
condizioni economiche delle persone presso le quali viva bisognose
vive interamente con la pensione di
L 2 al giorno e qualche piccolo guada=
gno della famiglia.
Genova lì 18 marzo 1926
IL MARESCIALLO D’ALLOGGIO
Comandante la Stazione
(Pietro Guglielmi)
P Guglielmi
Note in matita rossa 1469 e 50
in blu nelly
DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO EFFETTIVO
Alla Spettabile
Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
Sede Centrale – Piazza dell’Esedra, 10 – Roma (22)
Io sottoscritto, Legionario Garibaldino, Musto Maria Giov. Battista
figlio di fu Fortunato nato il 6/4/1843 a Genova
(Provincia di Genova) di professione…
avendo fatte le Campagne di Guerra dei Mille 1860[1] e 1866[2]
con il grado di soldato
a tenore delle decisioni adottate per l’ammissione alla Federazione Nazionale Italiana fra Vete-
rani Garibaldini, e presa esatta cognizione dello Statuto che regge la Federazione, domando di
essere inscritto come Socio.
Mi obbligo di pagare puntualmente e anticipatamente la quota annuale di lire cinque.
A richiesta fornirò prove delle Campagne di guerra fatte.
Invierò una fotografia adatta per tessera, firmata in modo visibile sotto la figura.
Dichiaro pure di sottopormi alle disposizioni tutte dello Statuto ed a quelle che potran-
no essere emanate dagli organi Direttivi della Federazione.
Genova addi 14 Ottobre 1929
FIRMA DEL DICHIARANTE
Croce X di Musto Maria G Battista
parte eseguita (?)
P
domiciliato a Genova (Provincia di ..)
N. di iscrizione
Ammesso socio con deliberazione del Consiglio Direttivo il giorno …..
IL COMITATO DEI CENSORI IL PRESIDENTE
Note
[1] 1860
Dopo l’armistizio di Villafranca, la maggior parte dei volontari si congedò; il Ministero allora con un decreto del 6 settembre ordinò lo scioglimento del Corpo e la formazione di una Brigata Cacciatori delle Alpi, costituita l’11 ottobre con il 1º Reggimento (dai soppressi 2º e 5º Reggimento, e le 4 compagnie di bersaglieri) a Como ed il 2º Reggimento (con i soppressi 1º, 3º e 4º reggimento e parte del battaglione adolescenti) a Bergamo. Il 14 maggio 1860 la Brigata Cacciatori delle Alpi ebbe poi nome di Brigata Alpi, reggimenti 51º e 52º del Regio Esercito, posta al comando del maggior generale Luigi Bianchis di Pomaretto. Il 51º e 52º furono integrati con la truppa (metà a testa) del battaglione Valtellinese sciolto solo il 20 maggio 1860. Stesso destino ebbero il 30 novembre 1859 artiglieria, genio, ambulanza e treno. Nel novembre vennero licenziate le guide a cavallo, andate con Garibaldi a Bologna. Il battaglione adolescenti, passati al 2º reggimento i giovani di età superiore ai 17 anni, andò con i rimanenti a Biella.
Venne il 9 febbraio 1860 considerato succursale del battaglione figli dei militari e fu sciolto il 1º gennaio 1861.Nel 1860 i veterani Cacciatori ed i loro ufficiali avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille. (fonte)
[2] 1866
La Terza guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell’Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni. Dopo l’attacco della Prussia all’Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell’aprile 1866, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Passato il confine, una parte dell’esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l’Italia un’altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca. (fonte)
Ezio Garibaldi
Ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e dell’inglese Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) – prima di lui erano nati Rosa, Italia, Giuseppe, Ricciotti, Menotti, Sante e Bruno, Costante, dopo di lui Giuseppina –, nacque a Riofreddo, località situata a una sessantina di chilometri da Roma. Nel 1911 si iscrisse all’istituto industriale di Fermo, interrompendo gli studi per raggiungere la Legione garibaldina in Grecia nel 1912.
Ezio Garibaldi fu eletto deputato nel listone fascista nel 1929 e rieletto nel 1934.[9] Presidente della FNVG (Federazione Nazionale Volontari Garibaldini), aderì ufficialmente al Partito Nazionale Fascista, rompendo le relazioni con suo fratello Sante, emigrato in Francia, che aveva costituito alcune associazioni garibaldine di ispirazione antifascista nel paese transalpino. Subito dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Ezio Garibaldi sostenne vigorosamente i Gruppi d’Azione Nizzarda (G.A.N.), fautori della riunificazione di Nizza al Regno d’Italia.
Fonte: wikipedia.org