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Tempio di Marte Ultore, Arco dei Pantani. Roma 1890 ca

    Tempio di Marte Ultore, Arco dei Pantani. Roma

    508. ROMA – Tempio di Marte Ultore ed Arco dei Pantani nel Foro di Augusto (I Secolo).


    Data: 1890 c.a

    Autore: EDIZIONE EXTRA

    Soggetto: Roma – Tempio di Marte Ultore ed Arco dei Pantani nel Foro di Augusto. Via Bonella [1]

    B/N Colore: Seppia

    Dimensioni: 19 x 24,5 cm (supporto primario)

    Materiale: cartoncino

    Tecnica:  al bromuro argento stampata in  positivo

    © Archivio Sacchini


    Note

    La foto proviene dalla collezione di Enrico D’Ancona e fu realizzata dalla Edizione Inalterabile di Firenze. Carlo Brogi, uno dei promotori della Società Fotografica Italiana, commercializzò stampe fotografiche di paesaggi e opere d’arte italiane sotto il marchio Edizione Inalterabile. L’attività cessò intorno al 1950.(fonte)
    Enrico D’Ancona (1901-1982), marito di Beatrice Gulì, era figlio di Antonio D’Ancona, fondatore dell’Atelier Antonio D’Ancona a Fiume (Rijeka), situato presso l’AntikvariJat Mali Neboder in Ciottina 20B, Croazia, attivo già intorno al 1900.

    Antonio D’Ancona, fotografo di Fiume nell’Impero austro-ungarico, operò dal 1890 ed è menzionato nelle raccolte fotografiche del Museo Marittimo e Storico del Litorale Croato di Fiume (Museo Fiume). Il suo studio si trovava in Piazza Andrassy, come testimoniato da fotografie del 1904 conservate in album di famiglia locale (Coll. H. Conighi).(fonte)

    [1] Nella foto, risalente al 1890 circa, è visibile una scena di vita sulla strada, con l’Arco dei Pantani e, sulla destra, un muro. Via Bonella, oggi scomparsa, venne successivamente scavata per riportare alla luce il Foro di Augusto. Collegava via Alessandrina a via Baccina attraverso l’Arco dei Pantani; sulla sinistra si distinguono le colonne del Tempio di Marte Ultore.

    Le origini della strada risalgono al 1570, quando il cardinale Michele Bonelli, pronipote di papa Pio V e nativo di Alessandria (da cui il soprannome “l’Alessandrino”), promosse un intervento di riqualificazione dell’area nota come “i Pantani”. Il progetto portò alla creazione di due nuove vie che presero il nome dal cardinale: via Alessandrina e via Bonella. Il quartiere stesso divenne noto come Alessandrino, da non confondere con l’omonimo attuale quartiere di Roma.

    Via Bonella ottenne ufficialmente il suo nome solo alcuni anni dopo, quando papa Sisto V decise di istituirla per facilitare il passaggio dell’Acqua Felice verso il Campidoglio, dedicandola a Bonelli. La strada partiva dal Foro Romano, nei pressi della Chiesa dei Santi Luca e Martina, e raggiungeva via Baccina passando accanto ai resti monumentali del Tempio di Marte Ultore e attraversando l’Arco dei Pantani.

    Nonostante le trasformazioni urbanistiche avvenute dopo l’Unità d’Italia, via Bonella rimase intatta: non fu coinvolta né nel tracciato della nuova via Cavour (1873), né nella costruzione dell’Altare della Patria (iniziata nel 1900). Tuttavia, tra il 1931 e il 1933, fu definitivamente demolita per far posto a via dell’Impero, poi ribattezzata via dei Fori Imperiali dopo la caduta del fascismo.

    Il Tempio di Marte Ultore, situato all’interno del Foro di Augusto, fu inaugurato nel 2 a.C. dall’imperatore Augusto, come voto a Marte per vendicare la morte di Cesare, suo padre adottivo. Dell’antica struttura restano oggi il podio, la scalinata, l’altare, alcune colonne e l’arco di accesso al Foro, noto come Arco dei Pantani.

    Dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C., l’area dei Fori Imperiali venne spogliata dei suoi arredi e progressivamente abbandonata. Nel Medioevo vi sorsero abitazioni e orti, ma l’assenza di manutenzione del sistema fognario portò alla formazione di un’area paludosa, da cui il nome “i Pantani”.

    Nel 1566, il cardinale Bonelli promosse la bonifica del sito, interrando le rovine antiche per creare le fondamenta di un nuovo quartiere, dotato di un sistema fognario e di un impianto viario regolare. Il quartiere fu chiamato Alessandrino in onore del cardinale, la cui residenza si trovava in via IV Novembre, nell’attuale Palazzo Valentini. Un asse viario fondamentale era costituito dall’asse via Bonella-via Baccina, che collegava le pendici del Campidoglio con piazza Madonna dei Monti.

    Via Bonella deve il suo nome al cardinale Bonelli, mentre via Baccina prende il nome dalla famiglia fiorentina Baccini, proprietaria di un palazzo nella zona. Dopo aver lasciato la chiesa dei Santi Luca e Martina, il percorso attraversava l’Arco dei Pantani e incrociava via Tor de’ Conti, per poi proseguire lungo via Baccina fino a piazza Madonna dei Monti. La demolizione del quartiere iniziò negli anni Venti.(fonte) e (fonte)