Li 20 9mbre 1917 – Gniles* – (Macedonia)
Al Carissimo Emiliani
con affetto più di fratello
che di amico –
Aff mo Collega
P Capelli
Anni di guerra 915 – 916 – 917 –
DATA 20 novembre 1917
SOGGETTO Ufficiale della compagnia 61° Fanteria[1] a Gnileš in Macedonia
B/N COLORE Virato seppia
DIMENSIONI 8,5 x 13,5 cm
MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d’argento / carta
© Archivio Sacchini
Note
* Si tratta Gnileš, Novaci, Macedonia – nomi alternativi: Gniles, Gnilesh, Gnilez, Gnileš, Gnilež, Gnjiles, Gnjileš, Гнилеш (fonte)
Corpo di spedizione italiano in Macedonia
Il Corpo di spedizione italiano in Macedonia fu una spedizione militare inviata dal governo italiano in Macedonia allo scopo di contrastare le forze austro-ungariche e bulgare nel corso della Prima guerra mondiale e di controllare quel territorio.
Storia
Dopo il disastroso esito dello sbarco anglo-francese a Gallipoli, gli Alleati chiesero all’Italia d’intervenire nello scacchiere balcanico con 5 divisioni, per un’offensiva contro la Bulgaria, alleata della Germania. Il ministro Sidney Sonnino e il capo di Stato Maggiore dell’Esercito Luigi Cadorna decisero così d’inviare, nel 1916, in Macedonia un corpo di spedizione con la 35ª Divisione, formata dalle due brigate di fanteria “Sicilia” (brigadiere generale Giovanni Battista Chiossi) e “Cagliari” (maggior generale Giacomo Desenzani), al comando del generale Carlo Petitti di Roreto, il 2º Reggimento di artiglieria da montagna, il 1º Squadrone del 16º Reggimento “Cavalleggeri di Lucca”, 40 cannoni e battaglioni del genio zappatori e pontieri, sanità, trasmissioni e sussistenza. Un totale di 44.000 uomini.
A sostegno del Corpo di Spedizione fu predisposto il trasferimento di 438 tra ufficiali, piloti e specialisti dell’aviazione con diverse squadriglie di biplani da ricognizione armata Farman e SAML S.1 e SAML S.2.
Le truppe iniziarono a partire dal porto di Taranto nell’agosto 1916. Gli italiani arrivarono a Salonicco e il comando dell’Intesa affidò subito alle forze italiane l’incarico di difendere il settore di Kruscia-Balcan, ad est del lago Doiran: una linea di circa 50 chilometri, particolarmente esposta agli attacchi dei bulgari. Dall’agosto 1916 si formò l’Armata alleata in Oriente.
Il 19 ottobre 1916 giunse a Salonicco, assegnata alla 35ª divisione, anche la brigata di fanteria “Ivrea”.
A novembre, nell’ambito dell’offensiva di Monastir degli Alleati, fu conquistato il monte Velusina e la città di Bratindol. Dal 7 febbraio 1917 arrivò al campo volo di Dudular (vicino a Giannina) la 47ª Squadriglia Farman del Corpo Aeronautico che dal 7 marzo occupò anche il campo avanzato di Krumian. Tra il 26 aprile e il 24 maggio 1917 il comando del Corpo di spedizione fu retto dal generale Giuseppe Pennella, ma quest’ultimo entrò in forte disaccordo con il generale Sarrail, comandante dell’Armée d’Orient francese, e fu sostituito dal generale Ernesto Mombelli. Dal 1º giugno a Dudular arrivò anche la 1ª Sezione dell’83ª Squadriglia che l’8 giugno si spostò a Krumian con la 47ª ed il 10 novembre diventò 73ª Squadriglia. Dalla fine di dicembre del 1916 al settembre del 1918, le truppe italiane in Macedonia condussero una logorante guerra di trincea. Unica battaglia il 9 maggio 1917, sul fiume Cerna, contro le forze bulgaro-tedesche, con 2 800 tra ufficiali e soldati italiani che vennero feriti o uccisi. Il 6 giugno i Farman della 47ª Squadriglia bombardarono la stazione di Topolčani di Prilep. Il 17 agosto 3 Farman della 47ª Squadriglia parteciparono con i francesi al bombardamento sul Lago di Ocrida. A settembre riprese l’avanzata e gli italiani occuparono il massiccio del Cesma, le località di Karaul Kruska, Pribitzi e Sop. Dal 5 ottobre arrivò anche la 1ª Sezione della 111ª Squadriglia SAML a Dudular al posto della 47ª Farman sciolta e l’8 ottobre i primi SAML giunsero a Sakulevo (vicino a Florina). La 111ª con un SAML il 28 ottobre lanciò due bombe su Budakovo (vicino a Suva Reka) anche se attaccato da due caccia tedeschi. Tutti i giorni partivano almeno 4 missioni ed il 30 ottobre il SAML dei Tenenti pilota Eugenio Benaglio ed osservatore Emanuele Bariè venne attaccato da vicino a Nospal di Mogila da 4 caccia ma insieme ad un altro SAML ne abbatté uno che si abbassò in vite a nord di Budakovo. Il 15 novembre 5 SAML lanciarono 15 bombe sul campo volo di Kanatraci attaccati da 4 caccia che danneggiarono l’aereo dei Tenenti Benaglio e dell’osservatore Attilio Abbriata che, dopo averne abbattuto uno su Vlaklar, atterrò in emergenza nelle linee italiane.
Il 25 maggio 1918 nacque a Salonicco il XXI Gruppo (poi 21º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre) ed il 13 agosto la 111ª si spostò al campo avanzato di Bac (vicino a Novaci). Il 3 ottobre 1918 i comandi dell’armata bulgara e austro-tedesca-turca di Macedonia cedettero le armi. Solo il XXI Gruppo svolse 600 voli di guerra, 3 000 fotografie e 145 bombardamenti. La spedizione costò all’Italia, su 52 700 uomini, 8 324 tra morti, feriti e dispersi e circa 10 000 uomini vittime in inverno del gelo e in estate dell’ameba.(fonte)
Sullo svolgimento della guerra in Macedonia: Fronte Macedone 1916-18
[1] BRIGATA “SICILIA” (61° e 62° Fanteria)
Sede dei reggimenti in pace: 61° e 62° Fanteria: Parma.
Distretti di reclutamento: Nola, Pinerolo, Pistoia, Reggio Calabria, Roma,
Siracusa, Sulmona, Teramo, Venezia, Voghera.
ANNO 1915.
Allo scoppio delle ostilità la brigata trovasi già in zona di operazioni, tra Barghe e Crone (Lago d’Idro) alla dipendenza della 6a divisione.
Il 24 maggio sconfina ed occupa le alture di Cima Spessa, di Monte Stigolo, Cima Dei Visi e la fortezza d’Ampola, senza incontrare resistenze; ricognizioni inviate a Tiarno e Bezzecca, in Val di Ledro, rivelano la presenza di una debole linea di osservazione nemica; solo ai primi di ottobre, avvengono i primi scontri con piccoli reparti nemici lungo le pendici di Cima Melino, di Cima Palone e di M. Giovo.
Il 18 e 19 ottobre reparti della brigata riescono a conquistare la Cima Palone, catturando una ottantina di prigionieri. In Valle Ampola il 62° occupa, quasi senza resistenza, l’abitato di Tiarno di Sotto, distaccando avamposti verso Malga Vies, M. Vies e Cima la Cingla.
Il 7 dicembre, il II/62° muove su Cima la Cingla, il I/62° ed una compagnia del battaglione alpini Vestone iniziano l’attacco di M. Vies; dopo parecchi tentativi, rinnovati tenacemente nei giorni successivi, il giorno 11 i reparti riescono ad occupare definitivamente Cima Vies e Cima la Cingla; nei giorni 12 e 13, per meglio collegare le posizioni di M. Palone, Cima la Cingla e M. Vies, il III/61° ed il II/62° tentano la conquista del M. Nozzolo, ma per l’ostinata resistenza del nemico, favorita dalle difficoltà del terreno e della stagione, riescono solo a stabilirsi sulle pendici del monte.
ANNO 1916.
Fra il 7 ed il 15 aprile il II/62°, concorrendo con altri reparti all’attacco di M. Sperone (sud ovest di Riva), conquista alcuni trinceramenti.
Il 25 aprile, la brigata inizia il trasferimento nella zona di Brescia, ove giunge il 30 per recarsi quindi nel settore di Val Lagarina. Il 18 maggio pronunziatasi l’offensiva austriaca, il 61° reggimento si schiera sulla linea di Serravalle, alla dipendenza della 37a divisione. Il II e III/62° e due compagnie (9a e 12a) del 61° salgono, il 19 maggio, a rinforzo delle difese di Passo Buole e vi resistono con strenuo valore ai violenti attacchi ripetuti dal nemico fra il 26 ed il 30 maggio, subendo perdite considerevoli.
In luglio reparti della brigata concorrono ad alcune azioni intese ad ampliare la nostra occupazione sulla Zugna Torta.
Il 29 luglio la brigata viene sostituita in linea e raccolta in zona arretrata a disposizione del Comando d’Armata; in seguito, posta alla dipendenza della 35a divisione, si trasferisce per ferrovia a Taranto e 1’8 agosto imbarca i primi reparti per Salonicco, ove trovasi tutta riunita il 18 nella zona di Dzuma; il 21 agosto muove verso la zona Sarigol – Arkelise – Sarikoj, ove giunge, dopo aver percorso brillantemente in brevissimo tempo 180 chilometri, in zona desertica e malarica.
Inviata sulla fronte Krusa – Bulcan, in sostituzione di truppe francesi, la brigata si schiera, il 10 settembre, nel tratto Akbuzalik – Poroj alto Sokolovo per partecipare all’offensiva franco – russa – serba nella regione di Ostrovo. Avuto incarico di agire, lungo la direttrice Butkovo – Dzaferli – Mandradzik, verso le pendici dei Monti Beles, all’alba dell’11 settembre escono pattuglie di cavalleria e di fanteria che incontrano le prime resistenze sulla linea Butkovo – Dzuma; contro questa viene inviato il giorno 12 il II/61° che, esaurito il suo compito dimostrativo, ripiega sulle posizioni di partenza, oltre il fiume Butkovo.
Nella notte sul 17 settembre, reparti bulgari, discesi dai Monti Beles, attaccano le posizioni avanzate di Poroy alto e Matnica, presidiate dal II/62°: i reparti, sensibilmente lontani dalla linea principale di difesa, opposta una prima resistenza, ripiegano sulle posizioni retrostanti, dopo aver riportato notevoli perdite.
Segue un periodo di relativa calma in tutto il settore; la brigata, alla fine di novembre riceve il cambio e si sposta, con successive tappe, nella regione Negocani, ove giunge il 20 dicembre.
Nella notte sul 29 dicembre entra di nuovo in prima linea nel tratto Cerna – Sukodol – Meglence.
ANNO 1917.
Allorchè l’Armata francese di oriente, della quale fa parte la 35a divisione, prende l’offensiva dalla destra della Cerna, in direzione di Prilep, e le armate serbe devono attaccare ad est del fiume stesso, operando sulla destra dell’Armata francese, alla 35a divisione viene assegnato l’attacco della cresta del Seleka Planina. La brigata Sicilia, destinata all’operazione, deve puntare col 61° fanteria in direzione del tratto detto Point A e A’, ad ovest di q. 1050, e col 62° per il contrafforte C e Vlakan.
Dopo un tiro di preparazione delle nostre artiglierie, svoltosi nei giorni 5-6 maggio, i reparti simulano tentativi di attacco, alternati da violente riprese di preparazione di artiglieria; il nemico reagisce nella notte sul 9, sferrando contro la fronte occupata da due battaglioni di marcia (64° e 40°), contigui a quelli della brigata, un attacco, preceduto da lancio di gas asfissianti; l’attacco, nonostante che arrechi sensibili perdite (circa 250 uomini), è nettamente respinto. Alle ore 6,30 del 9 l’azione predisposta ha principio: il I e III/61° ed il I/62° assaltano vigorosamente le posizioni ad ovest di q. 1050 e del saliente di Vlaklar. Le prime linee nemiche sono oltrepassate, ma non si può procedere oltre per il violentissimo fuoco di sbarramento che arreca sensibili perdite; un nuovo assalto lanciato col rinforzo di un battaglione della “Cagliari”, non riesce.
Nella giornata del 10, lo sforzo offensivo è concentrato sulla fronte della brigata Cagliari (a sinistra della “Sicilia”) verso il Piton Brulé; sulla fronte della brigata l’azione è soltanto dimostrativa e viene attuata a mezzo di numerose pattuglie esploratrici. L’11 l’attacco viene sospeso.
Nelle notti del 2 e 3 agosto la brigata Sicilia è sostituita dalla “Cagliari” e, passando in riserva, occupa gli alloggiamenti della zona Gniles, ove fino al 1° settembre attende al riordinamento ed istruzione dei reparti ed a lavori difensivi.
Il 5 settembre ritorna in linea nel settore est di Jaratok — q. 1050, sostituendovi la brigata Ivrea: i battaglioni si alternano nel servizio di trincea in prima linea fino al 4 novembre, giorno in cui la brigata, ricevuto il cambio dalla “Cagliari” si trasferisce negli alloggiamenti della zona di Gniles, per un periodo di riposo.
Dal 5 al 7 dicembre sostituisce sulla linea del settore ovest le truppe della brigata Ivrea; ii 61° si schiera nel tratto N-O Sukodol – Ravin della Melissa e il 62° a Ribati – Novak e saliente di Vlakan.
ANNO 1918.
Il 9 marzo, mentre la brigata è in linea nel settore est Jaratok – q. 1050, il nemico attacca la q. 1050, ma viene respinto dal II/61°, anche il 19 e 20 aprile altri assalti vengono respinti brillantemente dal III/61°. Il 4 maggio la “Sicilia”, sostituita dalla “Cagliari”, si trasferisce in riserva nella zona Gniles – Jaratok.
Il 5 giugno ritorna in linea nelle posizioni del settore ovest (Vranovoi) ed il 4 agosto, ricevuto il cambio dalla brigata Cagliari, torna di nuovo agli alloggiamenti della zona tra Gniles e Jaratok.
Nelle notti del 2, 3, 4 settembre sostituisce la brigata Ivrea sulle posizioni del settore est (Jaratok – q. 1050), mentre si sta preparando l’offensiva generale degli alleati (settembre 1918).
L’attacco serbo-francese è predisposto contro il settore di Vetrinik e verso la Cerna ed il Vardar, per il mattino del 15 settembre; frattanto, nei giorni precedenti immediatamente l’attacco serbo, i reparti della brigata, in linea nel settore est, svolgono azioni dimostrative con violento fuoco di artiglieria e bombarde e con incessanti ricognizioni offensive di reparti esploratori. Nel pomeriggio del 21 settembre, infine, i reparti della brigata muovono all’attacco. Le prime linee, dopo un’ora di combattimento, sono ovunque oltrepassate e l’obiettivo assegnato per la prima giornata (testate sud e sud-est della Conca di Cernicani) viene senz’altro raggiunto. Il 22, prosegue l’inseguimento e la brigata, affermandosi sulle alture di Topolcani, trovasi il 23 settembre sul tratto di fronte Pischal – Selerevci, pronta a puntare su Prilep; ma tale obiettivo viene dal Comando alleato assegnato alla divisione francese, schierata alla destra della 35a divisione, mentre questa riceve ordine di dirigersi su Kruscevo, attraversando l’impervio massiccio del Baba Planina, onde puntare su Sop e tagliare la ritirata al nemico che dalla regione Monastir – Lajhi tenta dirigersi su Usküb.
L’avanzata viene quindi ripresa e nonostante la stanchezza delle truppe, le difficoltà della marcia e la resistenza opposta dal nemico con fuoco d’artiglieria dal margine del Baba Planina, la brigata raggiunge il 24 il fronte Zapolzani (nord-ovest di Malo Vrbjani); il 25 è a Nerovo a sud di Krance; il 26, superate le ultime resistenze, arriva col grosso a Sodivle – Nerovo, spingendo un distaccamento in avanguardia verso M. Cesma. Urge però, malgrado le gravi difficoltà opposte dall’aspro terreno, avanzare ancora e celermente verso la strada di Sop e di Brod, per sbarrare la via principale di ritirata del nemico.
Nella giornata del 27 tutta la regione del M. Cesma è occupata; il 28, l’azione prosegue per Stramol e Baba, ove viene superata la tenace resistenza del nemico, ma, sopraggiunta la notte, la prosecuzione dell’attacco di Planina è rimandata al giorno dopo.
Il 29, infatti, l’avanzata è ripresa, ma, avendo il nemico ricevuto nella notte rinforzi di truppe e mitragliatrici, oppone vivissima resistenza ed impedisce progressi sensibili.
L’attacco dovrebbe proseguire il giorno 30 in direzione di Kicevo, ma alle ore 5 del detto giorno giunge ordine di sospendere le ostilità con l’esercito bulgaro. La brigata si trova in quel momento con quattro battaglioni in prima linea schierati lungo la linea di alture Baba – Stramol ed i rimanenti battaglioni nella zona Godvle – Korinika.
Costretta la Bulgaria a capitolare, l’armata continua le sue operazioni offensive contro le forze nemiche ancora rimaste nei Balcani e in Turchia.
La brigata Sicilia trasferita nella zona di Veles, inizia la marcia in direzione di Prilep – Veles il giorno 9 ottobre ed il 10 sosta nei pressi di Prilep, rimanendovi fino al 18 ottobre.
Intanto è emanato l’ordine per la costituzione di un distaccamento speciale destinato alle operazioni contro la Turchia; esso è composto della brigata Sicilia, 28° gruppo artiglieria da montagna, 8a compagnia zappatori, due compagnie mitragliatrici bersaglieri, un plotone dei cavalleggeri di Lucca (16°) e una adeguata aliquota di servizi. Esso inizia il 18 ottobre il trasferimento nella zona di Monastir, ove giunge il 19, accampando a sud e sud-est della città.
Da Monastir la brigata parte il 30 ottobre in ferrovia per Salonicco, donde il 7 novembre si sposta nella zona di Guvesne (sud-est di Salonicco) ed il 24, per via ordinaria, giunge al campo di Zaitemlik ove prende gli alloggiamenti, essendo sopraggiunta la generale cessazione delle ostilità.
RICOMPENSE.
MEDAGLIA DI BRONZO.
Alla Bandiera del 62° Reggimento Fanteria:
“In accanite giornate di battaglia, resistendo dapprima impavido a furiosi attacchi e scattando poi animosamente ad un fulmineo contrattacco alla baionetta, manteneva, in concorso con altri reparti, una posizione di decisiva importanza, a prezzo di purissimo sangue (Passo Buole, 25 – 30 maggio 1916” .
(Boll. Uff. anno 1922, disp. 68).
CROCE DI GUERRA FRANCESE CON PALMA.
Alla Bandiera del 61° Reggimento Fanteria (con la seguente motivazione):
“Forte, fiero reggimento di fanteria; si è già distinto sul fronte italiano; ha sempre dato in Macedonia splendide prove di valore, coesione e tenacia nella difesa del settore ad esso affidato nell’ansa della Cerna, nelle operazioni offensive del maggio 1917, ed infine, sotto il comando del colonnello IANNACCARO Carlo, all’offensiva vittoriosa del settembre 1918 confermando le sue brillanti doti di coraggio alla conquista del Piton Rocheux, di Robiste e di Visoko ed all’attacco delle forti posizioni del Monte Cesma”.
CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.
BOLLETTINO DI GUERRA N. 371 (31 maggio 1916, ore 17).
“Sulle alture a nord di valle di Ledro e nella zona di Riva, intensi movimenti del nemico con insolita attività in lavori difensivi.
In valle Lagarina, ieri, nuovi violenti attacchi, preparati e sostenuti con intenso bombardamento dei grossi calibri e condotti con bravura dall’avversario, furono rigettati con lo sterminio delle colonne assalitrici.
La lotta ebbe maggior durata ed accanimento verso il passo di Buole, dove le animose fanterie del 62° (brigata Sicilia) e del 207° (brigata Taro) irruppero più volte dalle trincee ricacciando l’avversario alla baionetta.
Nel settore del Pasubio, duello delle artiglierie: fu respinto un attacco nemico in direzione di Forni Alti.
Tra Posina e alto Astico la battaglia si va sviluppando; il nemico addensa le forze specialmente nella Valle dell’Astico. Nella mattinata di ieri fu respinto un attacco nella zona di Campiglia. Più ad est, l’intenso concentramento di fuoco delle artiglierie avversarie obbligò le nostre truppe a sgombrare la posizione di M. Pria Forà. Un accanito contrattacco ci ridava il possesso delle contrastate posizioni. Tuttavia, per il violento fuoco delle artiglierie nemiche, le nostre truppe ripiegarono leggermente sulle pendici meridionali del monte.
Sull’Altopiano di Asiago, i nostri sgombrarono Punta Corbin, ma contennero efficacemente la pressione nemica lungo la rimanente fronte.
In Valle Sugana, situazione immutata.
In Carnia e sull’Isonzo, attività intermittente delle artiglierie, più intensa nell’alto But e nella zona di S. Martino. Sono segnalate ardite irruzioni di nostri nuclei di fanteria contro le linee nemiche”.
Generale CADORNA.(fonte)