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Enrico D’Ancona. Zakalj, 1917

    Nei pressi del mulino Zakalj. Enrico D'Ancona. 1917
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    Due acquerelli su cartoncino raffiguranti uno scorcio sopra la città di Fiume, intitolati entrambi: Nei pressi del mulino Zakalj. Nel primo acquerello un costone roccioso sulla sinistra funge da parete laterale al sentiero, che si snoda al centro della composizione, mentre sulla destra si apre un’ampia veduta sulle cime lontane. Nel secondo la visione si posta si 180 gradi e si apre sulla valle e in lontananza, sulla sinistra emerge una cima montuosa. Le pennellate rapide e decise conferiscono freschezza alla scena, trasmettendo il tentativo di catturare un moto dell’animo suscitato dalla bellezza della natura.

    In basso, ciascun acquerello, riporta a destra la firma a inchiostro “Enrico D’Ancona” e la data “17 VI 1917”.

    AttribuzioneOpera di Enrico D’Ancona
    Data17 giugno 1917
    StileImpressionista
    StatoBuone condizioni.
    MaterialeAcquerello su cartoncino
    Larghezza17 cm
    Altezza24,5 cm

    © Archivio Sacchini


    Note

    Da un passo del Lib. Civ. 1544- 46, 22 febbr. 1345, contenuto nel BULLETTINO DELLA DEPUTAZIONE FIUMANA DI STORIA PATRIA I VOLUME V.  viene citato il mulino Zakalj: Dove la vite regnava sovrana era la contrada della Rezina, Recina, Reccina, Fiumara, situata sul versante opposto dei colli di Clibaz, Sta. Caterina e Pulaz : ossia nella vallata di Grohovo. La località principiava nei pressi del molino Zakalj , come lo si deduce da due _chirografi del 1567 e del 8 marzo 1583, i quali accennano ad un luogo chiamato : contrada “Xiachagliach” e contrada e torrente “Zaccagl” dove c’ erano delle vigne contigue ad altre situate già in con trada Recina, e finiva probabilmente confondendosi con quella di Grohovo. Tutto il versante era un vigneto: soltanto quelli nominati nei libri dei Cancellieri ammontano ad una sessantina, di fronte a tre orti, tre maggesi, sette terreni comunali”(fonte)

    Il mulino è poi citato sulla “RIVISTA SEMESTRALE DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI IN FIUME, ANNO V I e Il SEMESTRE 1927”: “Di fronte al ripetersi del fenomeno, che assumeva proporzioni sempre più disastrose, le autorità governative si convinsero della necessità. di provvedimenti radicali. Fu elaborato il progetto di regolazione di tutto il corso medio della Recina, con argini in pietra che impedissero l’ulteriore dilavamento delle sponde, e briglie e rostre atte a diminuire la pendenza del letto e rompere la violenza delle acque, costringendole a depositare il materiale trascinato nelle piene. Per le lentezze burocratiche i lavori poterono esser iniziati appena il 13 agosto 1898, ma il 19 ottobre dello stesso anno, si ebbe una piena che superò le precedenti per violenza e danni. Nello spazio di 3 ore e ¼ si ebbe una precipitazione di 222.3 mm di pioggia; le acque infuriate spazzarono via il ponte di legno presso Grohovo, strapparono un blocco di pietra alto 10 metri a cui si appoggiava la chiusa presso lo stesso villaggio e vi distrussero il canale di presa costruito di blocchi di pietra, aprirono una breccia di 8 metri nella briglia in betone del Molino Zakalj , sfondarono il nuovo muro (grosso parecchi metri) che separava il corso della Recina dalla sorgente della Fiumara, asportarono il ponte di ferro della Cartiera e lo trascinarono sino a i mulini, e fecero crollare 35 metri di argine presso lo Scoglietto. Il materiale trascinato dalle acque riempì il braccio presso i molini, e per conseguenza, elevato il letto del fiume, le acque si riversarono sulla città. Nelle strade presso la Fiumara si ebbe un’ altezza di 11/2 sino a 2 metri, e il Corso all’ altezza della torre civica era coperta da 30 cm. d’acqua. I danni prodotti in città si calcolarono a 8 milioni di corone”. (fonte)

    Si trova una citazione del mulino in “ASPARE MATCOVICH (1797-1881), BIOGRAFIA POLITICA DI UN PERSONAGGIO CONTROVERSO”: “Grazie alla saggezza ed all’esperienza acquisita in campo internazionale, queste persone contribuiranno alla riapertura della Camera di commercio e del l’industria, che organizzerà anche un Circolo degli imprenditori, i cui membri saranno quasi tutti di origine straniera. Anche altri imprenditori triestini si trasferiranno a Fiume: tra questi anche Carlo d’Ottavio Fontana, che nel 1841 avviò, con il proprio capitale, la costruzione di uno stabilimento di macinazione del grano – il Mulino Zakalj. Tre anni dopo, nel 1844, la proprietà del mulino passava allo “Stabilimento Commerciale di farina di Fiume” con sede, però, a Trieste. I proprietari dello stabilimento risultavano essere Matcovich da una parte e gli azionisti triestini, dall’altra. Il grano proveniva dall’Ungheria meridionale, oppure dall’Ucraina11 e perciò, per un completo funzionamento del mulino, il collegamento ferroviario con il retroterra si presentava indispensabile.

    11D. KLEN, Tvomica papira Rijeka, Rijeka, 1971, pp. 24-27. Da “Gaspare Matcovich a Fiume fino alla rivoluzione 1848/49”(fonte)


    Un punto di vista simile a quello del primo acquerello

    Una vista orientata probabilmente come nel secondo acquerello